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Gran Premio d'Italia 2025: il Post Gara

Di Giovanni Nulchis

INTRODUZIONE

A Monza arriva un alieno da Marte: è Max Verstappen! L’olandese domina sul “Tempio della Velocità” con un weekend da extraterrestre. La Red Bull gioca un azzardo pazzesco, fornendo al suo pilota un missile sui rettilinei: poi in curva ci pensa Max con tutta la sua classe. Conquista la sua 3° vittoria a Monza, la terza di stagione, con 20 secondi di vantaggio sulla McLaren e quasi un giro su Yuki Tsunoda. La McLaren è la grande sconfitta del weekend, ma è comunque sul podio con entrambi i piloti: l’ordine di scuderia a favore di Lando Norris, però, farà certamente discutere, visto che i due sono in piena lotta per il titolo. A casa sua, la Ferrari non riesce nell’impresa del podio, nonostante i primi giri full attack di Leclerc; per Hamilton una buona rimonta, conclusa però alle spalle della Mercedes di Russell. Grandissima gara per Albon e Bortoleto, che confermano tutta la loro concretezza, mentre Kimi Antonelli chiude la sua prima Monza in 9° posizione, dopo aver preso anche una penalità. Gara eccezionale per Hadjar, a punti con una grande rimonta dal fondo griglia; tracollo disastroso, invece, per Aston Martin e Alpine, i due team peggiori del weekend.

Benvenuti al Post Gara della 76° Edizione del Gran Premio d’Italia, 53 giri di pura adrenalina in scena nel pomeriggio lombardo di domenica 07 settembre 2025 sull’Autodromo Nazionale di Monza, il “Tempio della Velocità”.

 

 

PARLA LA PISTA

 

PROVE LIBERE.

FP1. Alla FP1 prendono parte due piloti rookie: Alexander Dunne, a bordo della McLaren di Piastri; Paul Aron, sull’Alpine di Colapinto. Per il primo run, la maggior parte dei piloti utilizza gomme medie; solo le Williams, le Racing Bulls e la Sauber di Bortoleto sono su hard. Norris segna subito il miglior tempo, ma poi rientra ai box e lascia a Verstappen e Leclerc la lotta per la migliore prestazioni. Williams e Racing Bulls sorprendono, perché girano sui tempi dei primi pur avendo le hard, mentre la Mercedes sembra in difficoltà. La McLaren comincia prima di tutti la simulazione di qualifica con la soft, ma Dunne rimane lontano dalle posizioni di vertice, mentre Norris deve abortire i primi due tentativi per due errori di guida. Intanto, Hadjar porta in pista della ghiaia dopo un passaggio alla Ascari. La bandiera rossa che ne consegue divide in due parti la simulazione di qualifica. Nella seconda parte della sessione, la Ferrari piazza un 1-2 entusiasmante: Hamilton è il più veloce davanti a Leclerc; segue un ottimo Sainz, Verstappen, un buon Antonelli. Norris è solo 6°, ma la McLaren si sta nascondendo: è evidentemente ancora tanto giù di motore e ha svolto un lavoro un po’ particolare anche per la presenza di Dunne, che chiude 16°. Albon, a conferma di un’ottima Williams, è 7°, davanti a Russell, Alonso e Hadjar. Aron, invece, chiude in ultima posizione con l’Alpine. Proprio alla fine della sessione, Russell abbandona la sua Mercedes a bordo pista per un problema al cambio.

FP2. Nella FP2 non si perde tempo: sono già tutti in pista fin dai primi minuti. La maggior parte delle vetture è su gomma media; utilizzano la hard le Mercedes, le Ferrari, le Haas e la Sauber di Hulkenberg. Nei tempi c’è un grande equilibrio tra McLaren, Mercedes e Verstappen, mentre la Ferrari rimane distante. A dieci minuti dall’inizio della sessione, Antonelli commette una sbavatura a Lesmo 2 e finisce in ghiaia: la sua FP2, purtroppo, si è già conclusa. Alla ripresa dell’attività dopo la bandiera rossa, la Ferrari continua il suo lavoro con le hard, avvicinandosi alle prestazioni top, mentre la Williams conferma tutta la sua velocità, soprattutto con Sainz, che si trova costantemente tra i primi. Il primo pilota a fare simulazione di qualifica con le soft è Colapinto, che però resta nelle ultime posizioni, con un’Alpine in difficoltà. Norris, invece, dopo aver abortito il primo giro per un errore alla Variante della Roggia, vola, raggiungendo quasi il tempo pole; Piastri comincia la sua simulazione un po’ in sordina, per poi avvicinarsi sempre di più ai tempi del compagno di squadra. Verstappen si lamenta di sentire la sua Red Bull un po’ nervosa, e anche Russell non sembra a suo agio, sempre lontano come in FP1, mentre Tsunoda riesce ad entrare in top 10. È ottimo il giro che porta Hulkenberg vicino alle prestazioni top; Leclerc, invece, in un primo momento, non riesce a completare un giro pulito, mentre Hamilton si mette a due decimi dal tempo di Norris. Leclerc, dopo aver abortito due giri, riesce a trovarne uno pulito, salendo 2°, molto vicino a Norris. I distacchi sono minimi: i primi 10 sono racchiusi in 4 decimi; all’interno di un secondo troviamo 17 piloti. La top 10 è composta da: Norris, Leclerc, Sainz, Piastri, Hamilton, Verstappen, Albon, Hulkenberg, Tsunoda e Russell. Hadjar è 11°, mentre l’Aston Martin è un po’ lontana; in fondo alla classifica ci sono sempre le due Alpine. Le simulazioni del passo gara danno ragione a Norris, che tiene un ritmo inarrivabile ed estremamente costante; Piastri comincia da un passo più lento, ma poi arriva ai tempi di Lando. È ottimo il passo di Verstappen e di Russell; buona anche la Williams con Sainz e la Sauber con Hulkenberg. La Ferrari, invece, fatica a trovare costanza nei tempi, alternando giri buoni a prestazioni meno convincenti. Hamilton non trova un gran ritmo con le hard. Leclerc conferma che la vettura è complicata da guidare: lo dimostra anche una sua escursione in ghiaia alla Variante Ascari.

FP3. Il sabato mattina nel paddock di Monza arriva una notizia di mercato: Gasly ha rinnovato il suo contratto con l’Alpine fino al 2028, segno di una grande fiducia nel progetto transalpino. In pista va, invece, in scena la FP3. I primi a scendere in circuito sono Hulkenberg, Hadjar e le Aston Martin per i soliti lavori di rodaggio gomme. Per i primi run, McLaren utilizza la hard, Ferrari la media; Verstappen esce subito con la soft, così come Antonelli. Max ottiene la miglior prestazione, ma le due Ferrari non sono lontane; la McLaren si tiene distante per il momento e lavora molto con le hard, mentre Russell, uscito più tardi rispetto ai diretti avversari, prende un grosso distacco dal tempo di Verstappen, pur essendo a parità di gomma. Albon conferma la velocità della Williams con gomma soft; Antonelli e Tsunoda si concentrano su una breve simulazione di gara (Kimi deve recuperare il lavoro non svolto nella FP2). Anche la Ferrari prova il long run con gomma media. Sulla monoposto di Verstappen si lavora sul setup per ricercare ancora più velocità sui rettilinei. Il cambio di setup, però, non sembra funzionare: l’olandese perde troppo tempo nel settore centrale. In ogni caso, la Red Bull sceglie di rischiare il tutto per tutto, tenendo un’ala posteriore estremamente trimmata, quasi inesistente per quanto è sottile anche per qualifica e gara, solo con Max; Tsunoda, invece, ha un assetto più carico. Intanto, anche la McLaren monta gomma soft: è subito 1-2, con Norris davanti a Piastri. Danno ottimi segnali anche la Sauber e Hadjar, mentre fatica un po’ Lawson, a causa di alcuni errori. Tsunoda, invece, non riesce ad entrare in top 10. Negli ultimi minuti, anche la Ferrari monta la soft. Il primo tentativo delude un po’; nel secondo, grazie anche alla scia perfetta di una Haas, Leclerc si porta in 2° posizione, vicino al tempo di Norris, mentre Hamilton trova un po’ di traffico e rimane alle spalle di uno splendido Bortoleto. Antonelli riesce ad entrare in top 10: è 9°. La top 10 è così composta: Norris, Leclerc, Piastri, Verstappen, Russell, Bortoleto, Hamilton, Hadjar, Antonelli, Albon. Fatica Tsunoda, solo 15°, dietro un buon Colapinto; in difficoltà è anche la Haas, con Bearman 17° e Ocon ultimo.

Si va verso una qualifica che vede, senza dubbio, una McLaren favorita per monopolizzare la prima fila, ma i distacchi sono veramente ridotti e le Ferrari, Verstappen e Russell sono in agguato. Una scia perfetta può fare tanta differenza.


QUALIFICHE

Per il primo tentativo della Q1, le Mercedes sono su gomme medie per provare qualcosa di diverso, mentre tutti gli altri vanno con le soft. Norris fa subito il miglior tempo davanti a Piastri, Leclerc e Verstappen; i due piloti Williams sbagliano il primo giro lanciato e sono costretti ad un nuovo tentativo. Russell, pur con la media, batte Norris grazie ad un gran giro. Sono velocissimi anche Sainz, Alonso e Bortoleto, che passano agevolmente il taglio; Antonelli deve montare la soft e riesce ad entrare in Q2. Anche Tsunoda è molto rapido, tanto da guadagnare la 4° posizione; entrambe le Haas riescono ad accedere alla fase successiva. Gli eliminati, invece, sono: Hadjar, Stroll, Colapinto, Gasly e Lawson. È un disastro Racing Bulls, dopo il weekend magico di Zandvoort.

Nella Q2, le prime due monoposto a scendere in pista sono le Williams, che provano un gioco di scia: Sainz è davanti ad Albon per tutto il giro. Tuttavia, il thailandese commette un errore alla Variante Ascari e deve ritentare il giro, questa volta senza scia. Anche Norris sbaglia il suo primo tentativo, con un lungo alla Prima Variante, mentre davanti Verstappen comanda su Russell, Piastri, Bortoleto, Leclerc, Tsunoda, Antonelli e Hamilton. Norris, intanto, rientra ai box. Quando esce di nuovo in pista, fa due tentativi: con il primo è solo 7°, mentre con il secondo sale 5°, alle spalle di Russell. Antonelli, con un super giro, è 2°; Bortoleto e Alonso entrano in Q3. Vengono eliminati, invece: Bearman, Hulkenberg, Sainz, Albon e Ocon. Delude, quindi, la Williams, dopo un ottimo venerdì.

Per il primo tentativo della Q3, Antonelli è in pista con gomma usata. Tsunoda dà la scia a Verstappen, che infatti segna la miglior prestazione davanti a Leclerc, che accende gli animi dei tifosi con un bellissimo giro. Non male anche Hamilton, 4°, dietro Piastri, mentre Norris è solo 6°, dietro un fantastico Bortoleto. Nel secondo tentativo, i due piloti McLaren battono il tempo di Leclerc, con Norris che riesce a stare davanti a Piastri. Ma tutti, proprio tutti, si devono inchinare davanti a super Max. Con la sua Red Bull estremamente scarica, Verstappen conquista la 45° pole position della sua carriera, la 3° a Monza. Il record di Hamilton, che resisteva dal 2020, si sgretola: Max ha girato in 1:18.792, con una media di 264.682 km/h. È il giro più veloce della storia della Formula 1: semplicemente mostruoso! Le due McLaren si devono accontentare della 2° e 3° posizione, con Norris in prima fila con Verstappen e Piastri subito dietro.

Segue Leclerc, che di più non poteva fare, mentre Hamilton, qualificatosi 5°, sarà 10° in griglia, per via della penalità presa a Zandvoort. Russell prende, dunque, la 5° posizione, davanti ad un ottimo Antonelli (vicino al tempo di George), un eccezionale Bortoleto, Alonso e Tsunoda.

 

GARA

Scelta gomme: Albon, Ocon, Stroll, Hadjar e Gasly partono con le hard, Lawson è l’unico su soft; tutti gli altri sono su gomma media. Hadjar e Gasly prendono il via dalla pit lane per aver sostituito dei componenti in regime di parc fermé. Durante il formation lap, Hulkenberg accusa un problema al cambio della sua Sauber: per il tedesco è già ritiro.

Al via, Norris ha una progressione migliore rispetto a Verstappen, lo affianca e, pur andando sull’erba per un attimo, gli tira la staccata alla Prima Variante. L’olandese taglia la curva e resta in testa: prontamente, il team gli chiede di cedere la prima posizione a Norris, cosa che effettivamente avviene il giro successivo. Dietro di loro, Leclerc supera Piastri, ma l’australiano gli risponde con un sorpasso capolavoro all’esterno della Lesmo 1. Leclerc non si arrende: al giro successivo attacca di nuovo Piastri all’esterno di Curva Grande e riprende la 3° posizione. Antonelli, in partenza, perde quattro posizioni e si ritrova 10°, mentre Hamilton è già 8°, alle spalle di Alonso.

In testa la McLaren di Norris non fa il vuoto, anzi: Verstappen ha più velocità e, con un sorpasso da numero uno, torna in testa, imponendo un ritmo che la monoposto papaya, sorprendentemente, non riesce a mantenere. Nei giri successivi, Hamilton rimonta fino alla 6° posizione, superando Alonso e Bortoleto, mentre Piastri passa Leclerc per la 3° posizione, questa volta definitivamente. Nella parte bassa della classifica, Ocon forza Stroll fuori pista, ricevendo 5 secondi di penalità.

Le prime posizioni rimangono congelate: Verstappen guadagna sempre più tempo a Norris, che gode, a sua volta, di un margine di 6 secondi su Piastri; dietro, Leclerc è braccato da Russell, sul quale sta cercando di arrivare Hamilton. A muovere la classifica è Antonelli, che supera Tsunoda e va a caccia di Alonso. Proprio lo spagnolo, però, poco dopo è costretto ad abbandonare la corsa per il cedimento di una sospensione della sua Aston Martin.

Per i primi, il consumo gomme è minimo: la gara si gioca chiaramente sull’unica sosta. La Mercedes è il primo top team a fermare ai box i suoi piloti. Poi arrivano anche le soste Ferrari: Leclerc è ai box al 34° giro, mentre Hamilton viene richiamato 5 giri dopo. Al 38° giro è il turno di Verstappen: Max passa alle hard e rientra in pista alle spalle delle McLaren, inanellando una serie di giri veloci. La McLaren non può ovviamente sperare in un overcut, e allora sceglie di azzardare, ritardando molto la sosta aspettando un’eventuale Safety Car.

Quando Sainz e Bearman si toccano andando entrambi in testa-coda, scende il gelo nel box Red Bull: i due, però, ripartono subito e la Safety Car non è necessaria; Bearman riceverà 10 secondi di penalità. Si accende, intanto, la sfida tra Antonelli e Albon per la 7° posizione: Kimi, in un tentativo di difesa, porta Alex sull’erba; i commissari gli infliggono 5 secondi di penalità.

La McLaren, abbandonata ogni speranza di Safety Car, ferma ai box prima Piastri (che si trovava alle spalle di Norris) e poi Norris: entrambi montano la soft. Tuttavia, i meccanici sbagliano il pit stop di Lando, che perde così la posizione su Oscar. A questo punto interviene il team, chiedendo a Piastri di cedere la posizione a Norris (a mio avviso, scelta assurda! Anche Verstappen commenta via radio l’accaduto, ironicamente!). Ocon, che è rimasto in pista fino al penultimo giro di gara, pregando per una Safety Car, si ferma finalmente ai box, scivolando in 15° posizione; entra così in top 10 un grande Hadjar. Verstappen, intanto, veleggia in tranquillità verso una clamorosa vittoria, dando una grossa paga alla McLaren.

Max Verstappen vince il Gran Premio d’Italia, dopo una gara pazzesca da parte sua, controllata, gestita, dominata come solo lui e la Red Bull sanno fare. Per l’olandese si tratta della 66° vittoria in carriera, la 3° in stagione dopo quelle del Giappone e di Imola. La McLaren riceve una sconfitta pesante considerata la stagione di dominio assoluto, ma conquista comunque il doppio podio: Norris è 2° e recupera tre punti in classifica mondiale su Piastri, che chiude 3°, non proprio contento della decisione del team.

Seguono Leclerc, Russell, Hamilton (Ferrari opaca nella sua Monza), un grande Albon, un fantastico Bortoleto, Antonelli, quantomeno a punti, e uno splendido Hadjar, con una super rimonta. Male Tsunoda con l’altra Red Bull: 13° al traguardo, quasi doppiato da Verstappen.

 

I TOP DEL WEEKEND

 

1.     MAX VERSTAPPEN

Quando un pilota firma un weekend così perfetto e straordinario, c’è solo una cosa che si può fare: inchinarsi al suo cospetto. Max Verstappen è un extraterrestre, è il pilota migliore del momento: a Monza non c’è stata storia per nessuno, nemmeno per la dominante McLaren. La Red Bull ha giocato un grande azzardo questo weekend con l’olandese, puntando tutto sulla velocità massima, con un’ala posteriore praticamente inesistente per quanto sottile. Un fulmine nei rettilinei, complicata da tenere in curva. Ma, se alla guida c’è Max Verstappen, non ci sono problemi.

In qualifica Max fa una magia clamorosa, conquistando una splendida pole position. Giro record a Monza, con la media oraria più alta della storia. La gara, poi, è un capolavoro: nessun errore, guida impeccabile, massima concentrazione, dominio assoluto. McLaren fulminata. Ormai Verstappen non è più in lotta per il titolo (94 punti da Piastri sono un’infinità), ma queste gare ci fanno capire che abbiamo davanti un mostro sacro di questo sport.

 

2.     ALEXANDER ALBON

La Williams aveva cominciato alla grande il weekend di Monza: nelle prove libere del venerdì sembrava addirittura potersi inserire nella lotta dei top. Il sabato, tuttavia, la musica è cambiata e le prestazioni sono peggiorate parecchio, tanto che entrambi i piloti sono stati esclusi in Q2.

Durante la gara, la monoposto è tornata in vita e ad approfittare della situazione è stato soprattutto Albon. Partito con le hard, grazie ad un ottimo passo e una strategia azzeccata da parte del team, Alex è tornato velocemente in top 10, terminando la gara in una splendida 7° posizione, non lontano dalla Ferrari di Hamilton. Ancora una volta è il thailandese a portare punti alla squadra: Sainz, invece, deve accontentarsi dell’11° posizione. Con questo risultato, Alex balza al 7° posto in classifica piloti, davanti ad un pilota top, Antonelli. Stagione stellare per il thailandese della Williams.

 

3.     GABRIEL BORTOLETO

Continua il percorso di crescita per Gabriel Bortoleto, una crescita che, negli ultimi weekend, è diventata esponenziale. Hulkenberg sembra non riuscire più ad avere la meglio sul brasiliano, che anche in Italia firma un weekend fenomenale.

In qualifica centra la Q3 e batte Alonso e Tsunoda, conquistando l’8° posizione. La domenica è autore della sua solita gara estremamente concreta: il suo ritmo è veloce e costante, non abbandona mai la top 10, cedendo solo alla superiorità della Ferrari di Hamilton e al ritorno di Albon. Al traguardo è 8° (grazie anche alla penalità di Antonelli), ancora una volta a punti. Che rookie!

 

4.     ISACK HADJAR

Dopo il weekend straordinario di Zandvoort, la Racing Bulls è arrivata a Monza, a casa sua, con l’obiettivo di cavalcare l’onda dell’entusiasmo e ottenere un altro grande risultato. In realtà è stato un fine settimana abbastanza deludente per il team di Faenza, nonostante le prove libere non siano andate poi così male. In qualifica, la monoposto ha faticato tantissimo e i due piloti sono stati clamorosamente esclusi subito: Hadjar 16°, Lawson addirittura 20°.

In gara, però, le prestazioni sono migliorate e, se Lawson è rimasto un po’ imbottigliato in mezzo al traffico, Hadjar è stato autore di una grande corsa. Con un ritmo veloce e una buona strategia, il francese è riuscito addirittura ad entrare in zona punti, salvando in parte il weekend difficile del team. All’interno della Racing Bulls è ancora Isack a fare la differenza.

 

 

I FLOP DEL WEEKEND

 

1.     MCLAREN

Vedere la McLaren nella sezione “flop” è una cosa molto particolare, considerata la stagione dominante che sta conducendo. Ma, proprio per il fatto che quest’anno sono praticamente imbattibili, vederli perdere una gara con 20 secondi di distacco dalla Red Bull fa un certo effetto.

Monza è stato il terzo weekend della stagione in cui la McLaren ha subìto il dominio da parte di un altro team: è successo ad Imola, con un Verstappen imprendibile in gara; è successo in Canada, con una Mercedes dominante; è successo a Monza, di nuovo con un Max extraterrestre.

Alla vigilia del weekend, in realtà, si sapeva già che il circuito di Monza non avrebbe esaltato le caratteristiche e i punti di forza della MCL39. In qualifica entrambi i piloti sono stati battuti da Verstappen, ma in gara, sulla carta, avrebbero dovuto dominare, visto l’assetto più carico che avrebbe dovuto garantire una migliore gestione degli pneumatici. Invece, l’olandese è risultato imprendibile e l’attacco di Norris al primo giro è stato vano. Quindi, una piccola battuta d’arresto per il team di Woking, battuta d’arresto molto relativa, considerando comunque il doppio podio e il fatto che già il prossimo weekend, in Azerbaijan, avrà il primo match point per il titolo costruttori.

Quello che però io davvero non riesco a capire è la scelta di restituire la posizione a Norris. Piastri e Norris si stanno giocando il mondiale, ogni punto conta. In gara, l’errore al pit stop non è responsabilità di Lando, va bene, ma resta pur sempre un errore del suo lato box, una variabile che avrebbe potuto influire sulla lotta mondiale. Perché chiedere a Piastri di cedere una posizione al suo rivale per il titolo per un errore che non lo riguarda affatto? Non capisco.

 

2.     FERRARI

Ancora una volta, in un weekend in cui la McLaren è umana e battibile, il team che riesce nell’impresa non è la Ferrari. Probabilmente quello di Monza era il round del campionato più favorevole alla Rossa, per le caratteristiche del circuito e della monoposto, ma qualcosa non ha funzionato. Dopo un venerdì di gloria e tanto entusiasmo, la Ferrari non è più riuscita a tenere il ritmo della McLaren e di Verstappen, configurandosi come terza forza, superiore solo alla Mercedes.

In qualifica, sapendo che Hamilton avrebbe dovuto scontare la penalità, forse sarebbe stato giusto fornire a Leclerc la scia per tentare l’assalto alla prima fila, e magari la domenica ci sarebbe stata anche una possibilità di podio. La verità, però, è che in gara la Ferrari non aveva il passo né della McLaren né tantomeno di Verstappen. Per di più, Hamilton non è nemmeno riuscito ad attaccare Russell; la sua rimonta è stata buona, sì, è stato molto aggressivo nei sorpassi (segno che sta trovando il feeling con la vettura), ma nulla di esaltante.

Insomma, dopo la splendida follia del 2024, la Ferrari torna a casa da Monza a mani vuote, forse con la consapevolezza di non aver giocato al meglio tutte le carte, dato che questa avrebbe dovuto essere una delle poche occasioni per far sognare i tifosi in una stagione di fredde delusioni.

 

3.     MERCEDES

Anche per la Mercedes un weekend al di sotto delle aspettative. Si pensava che Monza avrebbe potuto essere una pista favorevole alla W16, viste le caratteristiche simili a Montréal. In realtà, la Mercedes non è mai stata della partita, è stata sempre abbondantemente la quarta forza del weekend, inferiore anche alla Ferrari.

Anche questo weekend c’è stato un problema di affidabilità (nella FP1 con Russell) e ancora una volta Antonelli ha commesso un errore che ha condizionato senza dubbio il resto del fine settimana. Kimi, poi è stato bravissimo in qualifica, molto vicino ai tempi di Russell, ma in gara, prima ha sbagliato in partenza, poi è stato penalizzato per l’infrazione su Albon: ancora una volta un weekend tutt’altro che pulito da parte sua. Russell ha fatto quello che ha potuto tenendo a distanza Hamilton.

Terminare la gara a mezzo minuto dalla Red Bull è molto deludente, per una Mercedes che a Monza puntava sicuramente a un risultato di ben altra entità.

 

4.     ASTON MARTIN

Anche l’Aston Martin va a casa a mani vuote dopo un weekend, direi, molto sfortunato, più che altro. Il team non ha fatto grossi errori e, tutto sommato, considerate le premesse, fino al sabato il fine settimana è stato abbastanza positivo.

Le qualifiche sono state a due facce: da una parte la brutta prestazione di Stroll, solo 17°, escluso in Q1; dall’altra un Alonso che conquista la Q3, con l’obiettivo di costruire una gara da punti.

Peccato che la domenica del team britannico si sia trasformata in un incubo. Un grave problema tecnico, un cedimento della sospensione posteriore, mette subito fuori gioco Alonso. Con Stroll, invece, si tenta il tutto per tutto aspettando l’ingresso di una Safety Car; questa però non entrerà mai, e Stroll si ritrova così ultimo al traguardo, dietro anche le due Alpine.

 

 
VERSO L’AZERBAIJAN

Con la splendida vittoria di Max Verstappen e la pesante sconfitta subìta dalla McLaren, va in archivio un altro Gran Premio d’Italia. Come ogni anno, Monza ci ha regalato una tre giorni da emozione pura e, nonostante la scarsa prestazione della Ferrari, il pubblico sotto al podio si è confermato uno dei più calorosi del mondo, più sportivo e rispettoso degli altri anni e, soprattutto, molto appassionato.

Il “Tempio della Velocità”, dunque, ci saluta, dandoci appuntamento per il 2026. Il viaggio della Formula 1, invece, continua e si appresta a concludere il suo tour europeo. Il circus, tra due weekend, raggiungerà il quarto circuito cittadino della stagione, nella “Terra del Fuoco”: il Baku City Circuit è pronto ad ospitare l’8° Edizione del Gran Premio d’Azerbaijan, 17° round di un campionato che si avvia verso la sua conclusione. La McLaren, con sette gare di anticipo, ha l’occasione di chiudere già la questione titolo costruttori, conquistando il 10° della sua storia, ma la lotta tra Oscar Piastri e Lando Norris è tutt’altro che conclusa ed è pronta ad infiammare queste ultime otto gare. Speriamo solo che i due siano lasciati liberi di darsi battaglia come due veri contendenti di un titolo mondiale di Formula 1.