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Gran premio di Spagna: Post Gara

Di Giovanni Nulchis


INTRODUZIONE


Le ali non flettono più, ma la McLaren regna ancora sovrana. A Barcellona è ancora una volta dominio papaya, grazie a una doppietta di forza che sancisce la netta supremazia di Woking. Questa volta a trionfare è Oscar Piastri, che batte il suo compagno Norris grazie a un weekend impeccabile. La McLaren torna al successo in Catalogna dopo esattamente 20 anni. Il risultato della corsa spagnola è stato condizionato dagli ultimi giri caotici: la Safety Car ha scombinato i piani di tutti e la Red Bull, autrice di una strategia  fin lì fantastica, ha preso una decisione assurda, che ha fatto perdere il podio a un furioso e penalizzato Verstappen. Con un pizzico di fortuna, Leclerc arpiona il podio, ma l’immagine della Ferrari di Hamilton superata dalla Sauber di Hulkenberg la dice lunga sul difficile momento che sta attraversando la Rossa. Complimenti, comunque, alla Sauber, che ha firmato un weekend davvero sorprendente. La Mercedes, invece, affonda ancora una volta nei problemi di affidabilità, che mettono fine alla buona gara di Antonelli.

Benvenuti al Post Gara della 55° Edizione del Gran Premio di Spagna, in scena sul Circuit de Barcelona-Catalunya nel caldo pomeriggio di domenica 01 giugno 2025.

 PARLA LA PISTA

 

PROVE LIBERE.

Per i primi run della FP1, quasi tutti i piloti scendono in pista con gomma hard, una gomma che dà stabilità ed è utile per raccogliere i primi dati e le prime sensazioni sulla nuova ala anteriore. In questa prima fase, la McLaren parte subito forte, soprattutto con Norris, mentre sorprendono in positivo le due Racing Bulls e Bearman con la Haas. Nella simulazione di qualifica con gomma soft, Norris si conferma ancora il più veloce, davanti a Verstappen e le due Ferrari, mentre Piastri fatica a trovare un buon giro ed è solo 5°, con mezzo secondo di distacco dal compagno di squadra. La Mercedes non prova la qualifica ma decide di concentrarsi subito sul passo gara: per le Frecce d’Argento, però, la simulazione sulla lunga distanza è molto preoccupante, con i tempi che crollano dopo pochi giri. La Ferrari, invece, sembra avere un ottimo ritmo con Leclerc, veloce e costante con gomme soft; solo Verstappen gira sui tempi del monegasco (riuscendo anche ad essere più veloce a tratti), mentre il passo della McLaren è stranamente alto e Norris lamenta un po’ di sottosterzo. Hanno preso parte alla sessione due rookies: Victor Martins con la Williams, al posto di Albon, e Ryo Hirakawa con la Haas, al posto di Ocon.

Durante la FP2 del venerdì pomeriggio, la Mercedes sembra un’altra vettura rispetto alla mattina: la monoposto è ben bilanciata e Russell piazza il miglior tempo nel primo run con le medie, mentre Antonelli è 6°. Anche la Red Bull si conferma subito molto competitiva con Verstappen (per loro è il primo venerdì positivo da tempo). Nella simulazione di qualifica, la McLaren risponde ai tempi Mercedes: questa volta è Piastri il migliore di tutti, davanti a Russell, Verstappen, Norris, Leclerc, Antonelli. In difficoltà sono invece Hamilton e Tsunoda: il pilota Ferrari non si trova bene con la monoposto ed è solo 11°, mentre Yuki è 13°. Anche le due Williams sono fuori dalla top 10, mentre Alonso e le due Racing Bulls danno ottimi segnali. Diversamente dalla FP1, la Ferrari non mostra un buon passo gara al pomeriggio: Leclerc non è contento del comportamento della vettura. Verstappen si conferma molto veloce e costante; in un primo momento la McLaren tiene un passo leggermente più lento di quello di Max con Norris, mentre Piastri gira inspiegabilmente molto più lento. La Mercedes, invece, prima è un mezzo disastro, poi trova un po’ di costanza, ma mai con tempi veramente competitivi. Negli ultimi minuti della sessione, Norris mette tutti d’accordo tenendo un passo irraggiungibile con le medie; Hamilton dà un po’ di speranza alla Ferrari grazie a un buon ritmo con le soft, anche se dopo pochi giri i suoi tempi si alzano, mentre Leclerc non trova ancora la quadra e il suo passo non è affatto buono.

L’attività della FP3 si svolge principalmente con gomma soft: molti team hanno, infatti, a disposizione poche hard e poche medie, da tenere per la gara. Nel primo run, tuttavia, tra i top team è comune la scelta della media: solo Leclerc e le due Mercedes montano subito la soft. Russell segna il miglior tempo, davanti ad Antonelli, Norris, Leclerc, Hamilton, Sainz e Verstappen; Piastri, invece, è costretto a una lunga sosta ai box per sistemare un problema al sedile che, probabilmente, non era stato assemblato bene. Nella parte centrale della sessione alcuni provano un mini-passo gara: Norris e Hamilton con gomma media, Russell e Leclerc con la soft. Il passo della Mercedes sembra buono, costante, sebbene la simulazione sia molto corta. Negli ultimi minuti si va in pista per l’ultimo run con la soft. McLaren risulta di gran lunga superiore alla concorrenza: Piastri, con un gran giro, è 1°, con Norris staccato di addirittura mezzo secondo; segue Leclerc, distante sette decimi dal tempo di Piastri, davanti a Russell e Verstappen. La Racing Bulls si conferma in ottima forma, con Hadjar 6° e Lawson 10°; 7° è Antonelli, davanti ad Alonso (ancora in top 10) e Hamilton. In sofferenza le Williams, con Sainz 13° e Albon 19°, e Tsunoda, solo 14°.

QUALIFICHE.

Nel primo tentativo della Q1, Verstappen cerca di tenere testa alle McLaren, infilandosi nel sandwich papaya; seguono Russell e Leclerc, mentre un ottimo Albon è 6° davanti ad Alonso. Hamilton, a fine manche, si trova in difficoltà: per poco non viene escluso, qualificato per la Q2 con solo il 13° tempo. Chi delude tantissimo è, invece, Tsunoda, che si qualifica clamorosamente ultimo con la Red Bull: un disastro totale. Insieme a Yuki, eliminati anche: Hulkenberg, Ocon, Sainz (inaspettatamente, nella sua Spagna) e Colapinto (costretto ad abbandonare la sessione per problemi sulla sua Alpine). Bortoleto e Bearman portano in Q2 la Sauber e la Haas, facendo una grossa differenza rispetto ai rispettivi compagni di squadra.

Nella Q2, la McLaren fa ancor più la voce grossa: è 1-2 Piastri-Norris, davanti a Verstappen, Russell e Hamilton, che riesce a battere il tempo di Leclerc. Per la prima volta in stagione, il britannico riesce a salvare un set di soft per la Q3. Un fantastico Hadjar si piazza 6°; Alonso è 8°, davanti ad Antonelli e Gasly, che fa un ottimo lavoro portando l’Alpine in Q3. Sono invece eliminati: Albon, Bortoleto (comunque con un ottimo 12° tempo), Lawson (che continua a soffrire il confronto con Hadjar), Stroll e Bearman.

Per la Q3, la Ferrari sceglie di fare un solo giro con Leclerc: l’obiettivo è risparmiare un set di soft nuove per la gara. Nel primo tentativo è ancora 1-2 McLaren, ma questa volta è Norris davanti a Piastri, nonostante non sia riuscito a prenderne la scia nel rettilineo; Leclerc è 4° dietro Russell. L’Aston Martin sceglie di andare fuori sequenza: Alonso fa il suo giro con pista libera e riesce a strappare una fantastica 5° posizione. Tuttavia, di lì a poco, delle nuvole coprono il cielo sopra il Montmelò, la temperatura si abbassa e la pista migliora trovando più grip: Leclerc e Alonso perdono così svariate posizioni. Nel secondo tentativo, Norris si migliora poco, ma Piastri trova il giro perfetto e conquista una super pole position, la 4° in stagione. Norris completa la prima fila McLaren, che a Barcellona mancava dal 1998 con Hakkinen-Coulthard.

Seguono Verstappen, Russell, Hamilton (con un buon 5° tempo), Antonelli (bravo, un buon 6° tempo), Leclerc, un grande Gasly, Hadjar (ormai una certezza di questa stagione) e Alonso.

Lance Stroll non prenderà parte alla gara per un problema fisico al polso, a seguito di un incidente in bici prima dell’inizio della stagione 2023. Dopo due anni, la situazione del polso non è migliorata e questo weekend ha presentato il conto: Lance verrà sottoposto ad un intervento, ma dovrebbe tornare in pista già per il prossimo round del mondiale in Canada, a casa sua.

GARA.

Tsunoda parte dalla pit lane: la Red Bull approfitta della qualifica disastrosa del giapponese per un cambio di setup.

Scelta gomme: sono tutti su soft, fatta eccezione per Tsunoda, che parte con le medie. Si prevede una gara a due soste, con l’impiego di medie e soft. La hard non ha dato buoni segnali durante le prove libere.

Al via, Piastri è un fulmine e scappa subito in testa; Norris, invece, parte male e viene attaccato sia da Verstappen sia da Russell; Verstappen lo passa e sale 2°, mentre Russell subisce l’attacco di Hamilton e, in curva 5, anche di Leclerc, che ha quindi già passato entrambe le Mercedes. A centro gruppo, Alonso si esibisce in un gran sorpasso su Hulkenberg all’esterno di curva 3, che gli vale la 10° posizione.

Nei primi giri, l’attenzione del pubblico è focalizzata sul duello tra le due Ferrari. Leclerc è su una strategia diversa rispetto ad Hamilton e ha più velocità, ma il team aspetta tre giri prima di ordinare ad Hamilton lo swap: quando Leclerc si trova 4°, i piloti davanti sono ormai lontani 6 secondi. Intanto, Norris attacca Verstappen e completa l’1-2 McLaren.

Al 14° giro, Verstappen è il primo pilota top a fermarsi. Il timing così anticipato della sosta fa pensare che la Red Bull sta provando qualcosa di diverso per contrastare la forza McLaren: probabilmente una strategia a tre soste. Alonso, intanto, va lungo in ghiaia e perde tante posizioni. Al termine della prima danza di pit stop, Verstappen, grazie a dei giri da qualifica, si ritrova in testa, davanti alle McLaren. Piastri e Norris hanno però un passo decisamente migliore rispetto a quello della Red Bull e in poco tempo ristabiliscono la loro leadership. Nel frattempo, Albon è costretto al ritiro per dei danni sulla sua Williams. Chi sorprende di più a metà gara, è Nico Hulkenberg, che occupa una fantastica 9° posizione con la Sauber, davanti a Gasly.

Verstappen si ferma ai box al 30° giro per la sua seconda sosta, montando gomme medie. In breve tempo raggiunge e supera Leclerc, ponendosi nuovamente come primo inseguitore delle McLaren. Max prova a recuperare qualche secondo su Norris, ma Lando risponde aumentando il suo ritmo: la McLaren ne ha di più.

La situazione cambia quando Verstappen monta le soft nel suo terzo pit stop: con dei giri da qualifica raggiunge la McLaren di Norris, grazie anche alla presenza di alcuni doppiati che rallentano l’inglese, e sembra avere la velocità per attaccarlo, ma Lando aumenta di nuovo il suo vantaggio. Per gli ultimi giri di gara, Leclerc monta la media, che però non dà i risultati sperati: il ritmo di Charles è più lento di quello di Russell, che pian piano si sta avvicinando.

Tutto cambia al 55° giro: Antonelli è costretto al ritiro per problemi al motore della sua Mercedes. Entra in pista la Safety Car: tutti ne approfittano per cambiare gli pneumatici e montare un altro treno di soft. La Red Bull, invece, non avendo a disposizione né gomme soft né medie, opta per le hard: una scelta che si rivelerà ovviamente disastrosa.

Alla ripartenza, infatti, Verstappen deve controllare la vettura per non perdere il controllo e viene superato subito da Leclerc. Alle sue spalle arriva anche Russell, che tenta l’attacco in curva 1, ma Max taglia la curva. Il team gli chiede di restituire la posizione a Russell: in curva 5, quando Russell gli è a fianco, tira la staccata, forse sbagliando il punto di frenata, e costringe il pilota Mercedes ad allungare la traiettoria. Verstappen cede la posizione poco dopo, ma ormai il danno è fatto: i commissari penalizzano l’olandese di dieci secondi.

Negli ultimi giri di gara, Alonso supera tre vetture e accede alla top 10, mentre Hulkenberg è velocissimo e, dopo il sorpasso su Hadjar, ha la straordinaria occasione di superare la Ferrari di Hamilton e salire 6° con la Sauber.

Oscar Piastri vince il Gran Premio di Spagna dopo una gara perfetta da parte sua e conquista il suo 5° successo stagionale su nove gare. Norris completa una fantastica doppietta McLaren, mentre Leclerc conquista il suo terzo podio in stagione.

Seguono Russell, uno straordinario Hulkenberg, 5° con la Sauber, Hamilton, Hadjar, Gasly, che finalmente porta l’Alpine a punti, Alonso, che conquista i suoi primi punti stagionali, e Verstappen, che perde tantissimi punti in campionato arrivando solo 10°.

 I TOP DEL WEEKEND

 1.     MCLAREN

Quello di Barcellona avrebbe dovuto essere un weekend di svolta per il campionato: si credeva che la nuova direttiva tecnica sulle ali flessibili potesse in qualche modo dare un freno al dominio McLaren. Beh, la risposta di Woking è stata piuttosto chiara, direi: dominio assoluto, sia in qualifica sia in gara.

La MCL39 è una monoposto perfetta, e la flessibilità dell’ala anteriore è solo uno, forse nemmeno uno, dei maggiori punti di forza di questa astronave papaya. Il progetto del team britannico, coordinato dal Team Principal Andrea Stella, ha dato forma a una monoposto ben bilanciata in tutte le sue aree, e i risultati rispecchiano il lavoro svolto.

L’unico aspetto sul quale non abbiamo ancora potuto giudicare a pieno la McLaren è nella gestione dei piloti: finora, infatti, uno ha sempre prevaricato sull’altro, nel caso di Barcellona è stato Piastri, che allunga in classifica, e non abbiamo ancora avuto uno scontro diretto. Sicuramente la battaglia tra i due piloti arriverà nelle fasi più avanzate della stagione e sarà interessante capire come verrà gestita dal team. Per il momento, giù il cappello per i nuovi dominatori della Formula 1.

2. SAUBER

La Sauber in Spagna ha portato un grosso pacchetto di aggiornamenti, che ha investito soprattutto il fondo vettura. Gli aggiornamenti hanno funzionato alla grande: il team svizzero ha sorpreso tutti questo weekend.

La qualifica di Bortoleto è stata molto buona: una 12° posizione davvero inaspettata. Hulkenberg, invece, è stato un mago in gara: partenza fotonica, dalla 16° alla 12° posizione, e passo gara ottimo, da top 10 costante. Ma è negli ultimi giri che Hulk e la Sauber si inventano la vera magia, recuperando posizioni con facilità e prendendosi il lusso clamoroso di superare la Ferrari di Hamilton. Una 5° posizione inaspettata che porta la squadra di Mattia Binotto a pari punti con l’Aston Martin in classifica costruttori.

3. PIERRE GASLY

Finalmente un weekend pulito per Gasly, che dimostra tutto il suo talento con prestazioni da top 10 costante.

La sua qualifica è splendida: il primo dopo i top team, con una fantastica 8° posizione, davanti a Hadjar e Alonso.

In gara gestione ottima di tutte le fasi e le lotte in cui è stato protagonista. Un’8° posizione al traguardo che dà morale al team.

La differenza prestazionale con Colapinto è sempre più impetuosa: l’argentino rischia il sedile se le sue performance rimangono così deludenti e al di sotto delle aspettative.

4. FERNANDO ALONSO

Anche in questo caso un bel “finalmente”! Pensate: era dal 2001, anno del suo esordio, che Alonso non viveva un inizio di stagione così complicato. Otto gare senza punti: Fernando ha dovuto fare i conti con un’Aston Martin poco competitiva e anche con tanta sfortuna, anche nell’ultimo weekend a Monaco.

A casa sua, invece, il vecchio leone è riuscito a mettere tutto insieme. In qualifica raggiunge il Q3 e in gara, nonostante quell’escursione fuori pista nei primi giri, riesce a recuperare fino alla 10° posizione, aiutato evidentemente anche dalla Safety Car, ma con grande aggressività.

Dallo scorso weekend Adrian Newey è definitivamente operativo nel team e l’Aston Martin ha già fatto notevoli passi avanti: sarà un caso? Beh, una cosa è certa: date ad Alonso una monoposto competitiva e lui non deluderà. Fernando ha 44 anni, ma ha ancora la fame del ragazzino.

 FLOP DEL WEEKEND

 

1.     YUKI TSUNODA

Dispiace vedere ancora Yuki nella sezione “FLOP”, ma, dopo un inizio di stagione positivo, sembra che la maledizione del secondo sedile Red Bull abbia colpito anche lui. Mentre Verstappen fa i miracoli, cercando di tenere testa alle McLaren, Tsunoda sprofonda sempre di più negli abissi della classifica.

A Barcellona la sua qualifica è stata un disastro totale: ultima posizione, e non per problemi tecnici alla monoposto, ma per difficoltà di guida.

È evidente che, da quando Verstappen è pilota Red Bull, il team gli abbia cucito negli anni la macchina addosso, una macchina che si adatta perfettamente al suo stile di guida. L’altro pilota non può far altro che adattarsi. E Yuki, esattamente come Gasly, Albon, Perez e Lawson prima di lui, non ci sta riuscendo. La domanda è: Tsunoda manterrà il suo sedile in Red Bull fino al termine della stagione?

2. LIAM LAWSON

Continuano le difficoltà per Liam Lawson, che weekend dopo weekend si vede sconfitto in modo sempre più schiacciante da un Hadjar che è sicuramente la sorpresa positiva di questa stagione. Da quando è tornato in Racing Bulls non si è mai più acceso, sempre alle spalle del suo compagno, e non di poco.

Sembra quasi che quei due primi weekend stagionali in Red Bull abbiano segnato la sua carriera: spero di sbagliarmi!

3. CARLOS SAINZ

A Barcellona la Williams ha affrontato un weekend molto complicato. Le ottime prestazioni di inizio stagione hanno avuto una battuta d’arresto in un circuito evidentemente non adatto alle caratteristiche della FW47, va bene. Ma questo non è sufficiente per spiegare il weekend disastroso di Sainz, anche perché comunque Albon in qualifica è arrivato ai margini della top 10.

Carlos, invece, sembra non essersi mai trovato bene con la monoposto, soprattutto in qualifica, quando è stato clamorosamente eliminato in Q1. Partito in fondo alla griglia, in gara ha recuperato qualche posizione nei primi giri, ma niente più, arrivando 14° al traguardo.

Per la prima volta nella sua carriera (dal 2015), Sainz non conquista punti in Spagna: l’immagine di un Carlos che ancora deve imparare a conoscere questa Williams. Williams che, comunque, esce da Barcellona con le ossa rotte, anche a causa del ritiro di Albon.

 4.     HAAS

Weekend difficile anche per la Haas in Spagna. La monoposto statunitense si conferma l’oggetto del mistero di questa stagione, estremamente incostante e complicata da inquadrare in un range di prestazioni. Se a Monaco Ocon era riuscito a fare la differenza grazie al suo talento, in un circuito come Barcellona, dove le caratteristiche della vettura ricoprono un peso maggiore, il francese ha fatto tanta fatica, rimanendo eliminato in Q1.

A dire il vero, la gara di Bearman non è stata malvagia, sempre in lotta per l’11°/12° posizione, ma la Safety Car nel finale ha rovinato la gara della Haas. I due piloti non si sono potuti fermare ai box per mancanza di gomme da montare e sono stati inevitabilmente superati da tutti.

 
VERSO IL CANADA

Termina quindi con una McLaren dominante e un Oscar Piastri sempre più leader del mondiale questa intensa triple header europea, che ci ha fatto vivere tutto d’un fiato i weekend di Imola, Monte Carlo e Barcellona.

Come prevedibile, la nuova direttiva tecnica sulle ali flessibili non ha minimamente influito sulle prestazioni della vettura papaya, una monoposto perfetta che non sembra avere punti deboli. Ma è vero anche che le condizioni che abbiamo trovato in Spagna (temperature elevate, curve ad ampio raggio, alto degrado degli pneumatici) sono le condizioni ideali per la MCL39, che esaltano i punti di forza di questa monoposto. E allora, prima di tirare le somme sugli effetti della nuova direttiva tecnica, occorre attendere almeno il prossimo weekend di gara.

Il circus lascia, infatti, momentaneamente l’Europa per una breve trasferta nel Nord America, in un circuito diametralmente opposto al Montmelò. Il leggendario Circuit Gilles Villeneuve è pronto ad ospitare la 54° Edizione del Gran Premio del Canada, 10° prova del mondiale.

Vista la particolarità del circuito di Montréal, chi sa se qualche team riuscirà a indovinare l’assetto perfetto per dare del filo da torcere alla supremazia papaya. Una cosa, però, è certa: quest’anno, alla vigilia di tutti i weekend di gara, non si può non dare per favorita la McLaren.