
Gran Premio di Singapore 2025: Il Post Gara
INTRODUZIONE
George Russell è la stella di Singapore, ma la McLaren resta sul tetto del mondo. Nella magica notte di Marina Bay, Russell e la McLaren si dividono la scena: per entrambi un weekend di gloria. Il britannico della Mercedes domina una fantastica gara, conquistando senza rivali la sua 5° vittoria in carriera. Antonelli, a causa di una difficile partenza, è 5° al traguardo, ma il suo ritmo ha evidenziato la grandissima forza della Mercedes su questo circuito. La McLaren, nonostante la terza sconfitta consecutiva, è Campione del Mondo Costruttori per la 10° volta nella sua storia: dopo una stagione così dominante, il titolo era ormai una formalità, per una McLaren tornata ormai stabilmente al vertice della Formula 1. Ora, la lotta tra Piastri e Norris accenderà il finale di stagione: sono attese scintille tra i due. Verstappen con il 2° posto tiene viva la sua speranza mondiale, ma l’impresa adesso si fa ancora più complicata. La Ferrari chiude un altro weekend di amara delusione, ancora troppo lontana dal vertice della classifica, mentre sorridono Alonso, Bearman e Sainz, tutti e tre splendidi interpreti della gara.
Benvenuti al Post Gara della 16° Edizione del Gran Premio di Singapore, 62 giri a sfiorare i muretti del Singapore Street Circuit nella spettacolare cornice notturna di domenica 05 ottobre 2025.

PARLA LA PISTA
PROVE LIBERE.
FP1. Per la prima volta in stagione, l’evento viene dichiarato “heat hazard”. La FIA rende obbligatorio l’utilizzo del “cooling vest”, il kit di raffreddamento (inclusa una maglia speciale) che i piloti devono indossare per fronteggiare le alte temperature atmosferiche (> 30°C).
La prima sessione di prove libere va in scena nel pomeriggio di Marina Bay, quando ancora non è scesa la notte. La pista è sporca e molto green, a causa della forte pioggia caduta nei giorni precedenti. I piloti escono subito tutti in pista, la maggior parte con gomma hard; solo le due Aston Martin sono su media. Albon deve abbandonare subito la sessione per un problema di natura elettronica ai freni sulla sua Williams.
La McLaren inizia a dettare il ritmo con la hard, ma Verstappen sembra essere una minaccia concreta. La Mercedes si tiene a distanza, mentre in casa Ferrari, Hamilton appare più in forma di Leclerc, che commette qualche errore di guida. Alonso sembra molto pimpante e sta costantemente nel gruppo dei top. Ottimi anche i tempi di Sainz e Hadjar. Piastri, come spesso accade, non riesce subito ad eguagliare i tempi di Norris, il quale è il più veloce al termine dei primi run, davanti a Verstappen; il suo tempo, però, viene battuto da Sainz e Alonso, che confermano la loro velocità.
Quando arriva il momento di simulare la qualifica con le soft, Leclerc compie un gran giro e piazza il miglior tempo, con quasi mezzo secondo di vantaggio su Norris e sei decimi su Verstappen; Piastri rimane ancora in ombra. Hamilton, invece, sbaglia il primo tentativo, e con il secondo giro lanciato si mette a mezzo secondo dal tempo di Leclerc. Tutti i piloti devono capire come gestire la gomma soft, in modo da tenerla viva per l’intero giro lanciato. Piastri, sornione fino a questo momento, si migliora e batte il tempo di Norris; Hamilton riesce a portarsi davanti ad entrambe le McLaren, mentre Alonso trova un ottimo giro e batte il tempo di Leclerc, assumendo la leadership della sessione. Buono è il 10° tempo di Ocon con la Haas, e anche il 13° tempo di Gasly con l’Alpine, mentre la Mercedes segue un tipo di lavoro diverso e non monta la soft.
La top 10 vede Alonso leader, davanti a Leclerc, Verstappen, Hamilton, Piastri, Norris, Hadjar, Sainz, Tsunoda e Ocon. Russell e Antonelli sono 11° e 14°, mentre in difficoltà è Stroll, solo 18°, e la Sauber, soprattutto con Bortoleto, solo 16°. Nella breve simulazione passo gara è complicato ancora trarre delle conclusioni: Verstappen con le hard sembra tenere un buon ritmo, in costante miglioramento; anche Tsunoda è su hard, mentre tutti gli altri sono rimasti sulle soft.
FP2. Scende la notte a Marina Bay, i riflettori illuminano il circuito e alle 21 ora locale è tempo di scendere in pista per le FP2.
All’inverso di quanto è successo in FP1, ora tutti sono in pista con gomme media, eccezion fatta per le due Aston Martin, che utilizzano le hard. Durante i primi minuti, Norris è il più veloce seguito da Piastri; ottimi anche i tempi di Antonelli, Sainz e Alonso, ai quali si aggiunge quello di Hamilton, mentre Leclerc e soprattutto Russell sono ancora attardati.
Proprio George è autore di un incidente: perde il controllo della sua Mercedes in curva 16 e va pesantemente contro le barriere, causando una bandiera rossa. Perde l’ala anteriore e fora la gomma anteriore sinistra; riesce a tornare ai box, ma la sua sessione è già terminata.
Alla ripartenza, quasi tutti vanno direttamente su gomma soft, tranne le Ferrari e Albon, che rimangono su gomma media. Hamilton fa in tempo a completare un buon giro, battuto però da Ocon, quando viene esposta nuovamente la bandiera rossa: Lawson tocca le barriere all’uscita di curva 17, rompe la sospensione anteriore destra e perde la gomma. Questa ulteriore interruzione scombussola un po’ i piani dei team: non ci sarà simulazione di passo gara.
All’uscita dai box, la Ferrari sbaglia il timing con Leclerc, che quasi mette nel muro Norris: un grave errore, che potrebbe costare al monegasco una penalità di posizioni in griglia per “unsafe release”. In realtà, nessuna penalità per Charles: per la Ferrari è una multa di 10.000 euro.
Negli ultimi minuti a disposizione, Verstappen e Piastri si scambiano il miglior tempo, Norris fatica ad arrivare alle loro prestazioni, mentre Alonso è ancora ottimo. Anche Stroll è buono e conferma la velocità dell’Aston Martin. Sorprende Hadjar, che con un bellissimo giro sale 2°, e anche Ocon si conferma veloce. Antonelli non conclude il suo giro ed è solo 18°. La Ferrari, invece, non esalta: Leclerc si migliora poco, complice anche un errore, e Hamilton non riesce a chiudere un giro che lo avrebbe portato intorno alla 4° posizione.
La top 10, quindi, vede Piastri leader davanti a Hadjar, Verstappen, Alonso, Norris, Stroll, Ocon, Sainz, Leclerc e Hamilton. Tsunoda chiude 11° davanti a Bearman, che non ha montato le soft; deludono ancora le Sauber e le Alpine.
FP3. L’ultima sessione di prove libere è testimone di un altro incidente: è ancora Lawson a incontrare le barriere, danneggiando la sua Racing Bulls e costringendo i suoi meccanici agli straordinari.
Nella simulazione di qualifica, Verstappen fa segnare il miglior tempo, ma i distacchi veramente ridotti nella top 5 fanno venire l’acquolina in bocca per la qualifica notturna. Piastri è 2°, davanti alle due ottime Mercedes di Russell e Antonelli e Norris: questi cinque piloti sono racchiusi in appena 89 millesimi, con Norris e Antonelli addirittura a pari tempo. Ottimi nella top 10 anche Sainz, Hadjar e Hulkenberg. Problemi di traffico, invece, per le Ferrari, che rimangono distanti dalle prestazioni top: Hamilton si conferma ancora davanti a Leclerc, ma i due sono solo 8° e 10°. Dopo un venerdì molto positivo, l’Aston Martin torna con i piedi per terra: Alonso è 15°, Stroll 17°. Non male Colapinto, che segna il 16° tempo, soprattutto se confrontato con Gasly, solo 19°. Male Tsunoda, che chiude in 18° posizione.
Si va verso una qualifica che si preannuncia intensa e avvincente, con Verstappen che cercherà di fare la voce grossa per credere ancora nel titolo, le McLaren in agguato, a caccia della prima fila completa, la Mercedes che può far bene e la Ferrari che deve cercare di stare quantomeno nelle prime tre file.

QUALIFICHE.
Nel primo tentativo della Q1, sono due gli outsiders che stupiscono: Colapinto e Bearman, entrambi bene in top 10. Il tempo del rookie britannico è davvero buono, perché anche quando i big concludono il loro giro, lo mantiene stabile nella parte alta della classifica; quello di Colapinto è stato invece soltanto un lampo di velocità, perché l’Alpine non ha il ritmo per stare così avanti. Verstappen fa il miglior tempo, mentre Antonelli è costretto a dare il massimo nel suo ultimo giro, dato che nel primo ha commesso un errore e nel secondo viene rallentato da Sainz. Alla fine, riesce in un gran giro, che lo porta in 5° posizione alle spalle di Hamilton, che nel frattempo si è issato al comando, Russell, Norris e Verstappen. Alle sue spalle Piastri e Leclerc sono un po’ attardati, battuti anche da un fantastico Hadjar. Accedono alla Q2 Bearman, Alonso, Hulkenberg e Lawson (bravo, nonostante abbia perso tanta attività in pista nelle prove libere), mentre gli eliminati sono Bortoleto, Stroll, Colapinto (comunque davanti a Gasly), un deludente Ocon e, appunto, Gasly (disperso, in ultima posizione, vittima anche di un problema tecnico sulla sua Alpine, che lo costringe ad abbandonare la vettura in una via di fuga). La Q2 viene ritardata di qualche minuto per consentire ai commissari di recuperare la vettura del francese.
All’inizio della Q2, entrambi i piloti Ferrari abortiscono il giro (la SF25 è molto complicata da guidare), mentre Antonelli commette track limits e vanifica un ottimo tempo. Davanti comanda Verstappen su Piastri, Hamilton, Norris, Hadjar e Alonso, mentre Leclerc con il secondo giro ottiene una misera 13° posizione, dopo anche un incontro ravvicinato con le barriere. Sono ottimi ancora Sainz, Hulkenberg e Hadjar. Antonelli si prende dei bei rischi nel suo giro, ma il tempo è ottimo e il giovane italiano è salvo. Anche Leclerc si salva all’ultimo momento, mentre invece è notte fonda per Tsunoda, ultimo della Q2. Alonso riesce ad accedere alla Q3, così come Hadjar e uno splendido Bearman (che non entrava nella top 10 dal round di Silverstone). Sono eliminati, invece: Hulkenberg (per una manciata di millesimi), Albon e Sainz (Williams al di sotto delle aspettative), Lawson e un deludente Tsunoda.
Nella Q3 la Mercedes è la monoposto più veloce e più stabile: nel primo tentativo, Russell fa segnare un super tempo, davanti a Verstappen, Piastri, Antonelli, Norris (che delude un po’, come la McLaren in generale), Hamilton e Leclerc. Dietro, Alonso fa quel che può, con un’Aston Martin evidentemente inferiore anche alla Haas di Bearman. I due ferraristi, invece, lottano con una SF25 veramente inguidabile, soprattutto a centro curva (sicuramente l’aumento dell’altezza da terra per preservare il plank ha mandato la monoposto in crisi d’assetto).
Nel secondo tentativo, Russell conferma il suo stato di grazia e migliora ulteriormente il suo tempo. Il britannico della Mercedes conquista una straordinaria pole position, l’8° della sua carriera, la 2° stagionale dopo quella di Montréal. La Mercedes, durante la qualifica, ha trovato progressivamente una prestazione incredibile, grazie alla nuova ala anteriore che collassa visibilmente in rettilineo, pur essendo ovviamente regolare, e George, come sempre, ha sfruttato il momento. Come in Canada, Verstappen condividerà la prima fila con il suo grande rivale (prima fila caldissima), mentre Piastri chiude 3° con una McLaren sottotono.
Seguono Antonelli (ottimo, nonostante un ultimo giro non perfetto), un opaco Norris (dietro entrambi i suoi rivali per il titolo), Hamilton, Leclerc (per la 5° volta in stagione Hamilton sta davanti a Leclerc, ma quella di Singapore è una Ferrari molto deludente), un sempre velocissimo Hadjar, un eccezionale Bearman (soprattutto nei confronti di Ocon) e Alonso, che chiude la top 10.
Al termine della giornata, le due Williams sono state squalificate dalla sessione: il loro DRS è irregolare, perché si apre oltre il limite di 85 mm imposto dal regolamento. Albon e Sainz partiranno dunque dal fondo griglia.

GARA.
Poche ore prima della gara, alcuni scrosci di pioggia bagnano il circuito di Marina Bay. I piloti affrontano i giri di allineamento in griglia con gomme intermedie.
Scelta gomme: data la pista asciutta, tutti i piloti partono con gomme slick. Verstappen sceglie la soft per provare una partenza aggressiva su Russell. Come lui, sono su soft anche Hadjar, Alonso, Tsunoda, Stroll e Colapinto. Tutti gli altri partono con le medie.
Albon parte dalla pit lane: la Williams approfitta della squalifica per effettuare delle modifiche alla vettura del thailandese in regime di parc fermé. Stessa situazione riguarda Gasly con l’Alpine: anche il francese prende il via dalla corsia box.
Al via, tutti i piloti che partono sul lato sinistro sono svantaggiati, perché da quel lato l’asfalto è ancora umido. Verstappen non ha quindi uno scatto ottimale, e Russell può gestire con tranquillità la prima posizione. Dietro, Norris, per evitare di tamponare Verstappen, si allarga molto in curva 3, rischiando di mandare a muro Piastri, che nel frattempo si era portato al suo esterno. In questo frangente, Norris danneggia appena la sua ala anteriore. In partenza, anche Antonelli ha avuto difficoltà: l’italiano è stato superato da Norris e Leclerc, ritrovandosi 6°.
Nei primi giri di gara, Russell vola via, mentre Verstappen sembra un po’ in difficoltà con le soft, tanto che Norris gli si avvicina, ma senza avere mai l’opportunità di affondare l’attacco. Piastri non riesce a tenere il ritmo di Norris, mentre Leclerc è braccato da Antonelli, visibilmente più veloce ma che non trova lo spunto per passare.
Verstappen è il primo pilota di testa a fermarsi, seguito due giri dopo da Leclerc: entrambi vanno su gomme hard. Al 25° giro è il turno di Hamilton, poi di Russell e Antonelli, infine del duo McLaren, con Norris che non sostituisce l’ala. La situazione in classifica rimane invariata, ma Piastri, a causa di un pit stop lento, ha perso contatto da Norris. Alonso, che fino a questo momento occupava l’8° posizione, scala 15° per un problema al pit stop.
Intanto, Verstappen accusa dei problemi al cambio della sua Red Bull: nello specifico, non riesce mai ad effettuare una scalata progressiva. L’olandese rischia anche di andare a muro a causa di un bloccaggio in frenata. Alonso accende una bella sfida con Hadjar per recuperare la 13° posizione, e riesce in un bel sorpasso, approfittando anche del problema all’ERS che affligge la Racing Bulls del rookie francese. Lo spagnolo si porta ai margini della zona punti, quando d’un tratto Hulkenberg va in testa-coda per evitare di tamponare Colapinto, ripartendo in fondo al gruppo.
La Ferrari decide di fermare nuovamente ai box Hamilton per montargli un treno di soft. Il britannico si mette a martellare sui tempi, recuperando in fretta la coppia Leclerc-Antonelli. Norris cerca invano di bucare la difesa di Verstappen, favorendo il rientro di Piastri, mentre Antonelli riesce a passare Leclerc per la 5° posizione. A quel punto, il monegasco cede il passo ad Hamilton.
L’inglese, tuttavia, non riesce ad attaccare Antonelli e negli ultimi giri soffre di un grave problema ai freni, che lo porta a perdere un’infinità di secondi e, addirittura, la posizione su Alonso, a causa di una penalità di 5 secondi per track limits. Negli ultimi giri Sainz, con gomme soft, recupera fino alla 10° posizione: una fantastica rimonta, grazie anche ad un’ottima strategia. Russell, intanto, vola indisturbato verso la vittoria.
George Russell vince così il Gran Premio di Singapore, grazie ad una gara perfetta. Per il britannico è il 5° successo in carriera, il secondo stagionale dopo quello del Canada e il primo a Singapore. Nella notte di Marina Bay, la Mercedes ha sorpreso tutti, tenendo un ritmo infernale per tutta la corsa. Verstappen si deve accontentare della 2° posizione, comunque davanti ai due piloti McLaren. Norris completa il podio e, grazie anche alla 4° posizione di Piastri, la McLaren festeggia il suo 10° titolo costruttori, il 2° consecutivo, a coronamento di una stagione dominata in modo assoluto.
Antonelli chiude in 5° posizione un weekend solido da parte sua, davanti a Leclerc, un super Alonso, Hamilton (Ferrari assente ancora una volta), un fantastico Bearman e Sainz, a punti grazie ad una grande strategia. Tsunoda è solo 12°, dietro la Racing Bulls di Hadjar.

I TOP DEL WEEKEND
1. GEORGE RUSSELL
A differenza della Ferrari, la Mercedes W16 è una monoposto che ha dei picchi di prestazione positivi. Non è certo a livello della McLaren, ma quando trova delle condizioni di pista e metereologiche a lei favorevoli, è capace di vincere delle gare. L’abbiamo visto in Canada e lo abbiamo vissuto nuovamente qui a Singapore, grazie anche all’introduzione della nuova ala anteriore, che flette in rettilineo, ma evidentemente è perfettamente regolare ai controlli FIA.
Il weekend di Russell non era cominciato bene: il brutto errore nelle FP2 non è andato certamente a suo favore e avrebbe potuto anche togliergli un po’ di fiducia nella monoposto. Ma lo sappiamo: George è un pilota fenomenale, un top driver, e non appena tornato in pista è andato subito forte.
In qualifica, la Mercedes ha trovato progressivamente tantissima prestazione e Russell ha firmato una grandiosa pole position, inaspettata un po’ da tutti. In gara ha superato con successo il punto critico della partenza e, da lì in poi, ha controllato la testa della corsa. Inattaccabile da tutti, ha risposto con successo a ogni tentativo di rimonta da parte degli avversari, cogliendo una fantastica vittoria, la 5° della sua carriera, un numero che non rispecchia il suo talento.
Nel paddock si mormora che manchi solo l’ufficialità del rinnovo del contratto con la Mercedes: un 1+1 a favore di Russell. Sarebbe davvero il minimo, considerato quanto va forte George.

2. MCLAREN
Nonostante il weekend di Singapore non sia stato testimone di un dominio papaya, come in realtà ci si poteva aspettare, non possiamo non inserire la McLaren nella sezione TOP. Il team di Woking conquista il 10° titolo costruttori della sua storia, il secondo consecutivo, il secondo dell’era Stella-Brown, il secondo con al volante Lando Norris e Oscar Piastri. La McLaren bissa il successo mondiale del 2024, a coronamento di una stagione stellare, in cui gli ingegneri di Woking hanno dato vita ad una monoposto, la MCL39, semplicemente stratosferica, fortissima nella gestione delle temperature e delle gomme, dominante in gran parte dei circuiti. A Singapore la McLaren, per il terzo weekend consecutivo, non è stato il team da battere (e questo fa riflettere), ma il compito dei due piloti era quello di terminare l’opera e conquistare il titolo a sei gare dal termine del campionato.
Ora, chiusa la pratica costruttori, rimane ancora apertissimo il mondiale piloti tra Piastri e Norris, con Lando che, grazie al podio di Singapore, si è portato a -22 da Oscar. La sfida è sempre più intensa, ma attenzione ancora a Verstappen perché, se nemmeno in Texas la McLaren dovesse tornare a dominare (e sarebbe davvero strano), il sogno di Max potrebbe costituire ancora un incubo per i due piloti McLaren.

3. FERNANDO ALONSO
Weekend superlativo per il buon vecchio Fernando, che a Singapore sfrutta il potenziale di un’Aston Martin rinata per rimanere sempre in top 10, sempre il primo dei piloti del centro gruppo.
In qualifica, in realtà, Hadjar e Bearman lo battono in Q3, relegandolo alla 10° posizione, ma è in gara che il leone spagnolo si esalta. Nonostante il problema al pit stop, tra sorpassi aggressivi e team radio divertenti, Fernando dimostra ancora di essere un fenomeno, terminando in una splendida 7° posizione, grazie anche ai problemi di Hamilton.
Dopo un inizio di stagione da dimenticare, Alonso è tornato a divertirsi alla guida: quando la sua Aston Martin lo assiste, lui risponde sempre presente.

4. OLIVER BEARMAN
Che weekend anche per Ollie Bearman! Il giovane britannico della Haas ha un talento davvero enorme e, quando riesce a non farsi prendere troppo dalla foga, le sue prestazioni sono straordinarie. A Singapore ha firmato un fine settimana eccezionale: la differenza tra lui e Ocon è stata molto ampia.
In qualifica riesce ad entrare in Q3 e si piazza 9°, davanti ad Alonso. In gara il suo ritmo è ottimo e gli consente di non abbandonare mai la top 10, concludendo in una splendida 9° posizione. Risultati come questi sono importanti per il futuro della sua carriera e dimostrano che Bearman è davvero tanto forte.

I FLOP DEL WEEKEND
1. YUKI TSUNODA
Dopo l’ottimo weekend in Azerbaijan, Tsunoda aveva dato l’idea di aver visto un po’ di luce in fondo al tunnel. Invece, a Singapore il tunnel si è di nuovo oscurato, riportando Yuki alle prestazioni purtroppo abituali per il secondo pilota Red Bull. 13° in qualifica, lontano dall’ingresso in Q3, e 12° in gara, addirittura doppiato dal suo compagno di squadra Verstappen.
Dispiace vedere il giapponese faticare ancora così tanto: non accedere nemmeno alla top 10 è sicuramente frustrante per lui, anche al di là della differenza rispetto a Max, che ormai è data quasi per scontata. Deve riprendersi Yuki, quantomeno per stare stabilmente in top 10, altrimenti il futuro della sua carriera è fortemente a rischio.
Approfitto di questo spazio per una considerazione abbastanza eloquente. Verstappen in classifica è a quota 273 punti; Tsunoda, da quando è pilota Red Bull, ne ha conquistati 17. La Red Bull, in classifica costruttori, ha 290 punti e si trova a 8 punti di distanza dalla Ferrari. Ciò significa che la Red Bull sta contendendo il 3° posto alla Ferrari potendo contare su un solo pilota. Questo fa comprendere quanto la stagione della Rossa sia fallimentare.

2. ESTEBAN OCON
Weekend da incubo per Esteban Ocon, che non ha mai trovato il feeling giusto con la sua Haas su questo circuito, a differenza di Bearman. Il francese è stato sempre in coda al gruppo, sia in qualifica, dove non si è mai acceso, terminando la Q1 in 17° posizione, addirittura alle spalle di Colapinto, sia in gara, dove è rimasto imbottigliato nel gruppo di coda, arrivando soltanto 18°.
Questo è già il quarto Gran Premio consecutivo nel quale viene battuto da Bearman: conosciamo bene il talento e la velocità di Ocon, ma serve una risposta a questi risultati deludenti, al più presto.

3. PIERRE GASLY
Anche a Singapore l’Alpine ha fatto tanta fatica, va bene, ma Pierre Gasly è stato davvero anonimo, troppo anonimo. Quantomeno Colapinto ha cercato di stare nelle posizioni centrali della bassa classifica, lottando con la Sauber, addirittura con Tsunoda.
Gasly, invece, un disastro. In qualifica è stato sfortunato, tradito da un problema di affidabilità della sua vettura, ma in gara è rimasto sempre in fondo al gruppo. Va bene che a Singapore, partendo nelle ultime posizioni, è complicato rimontare, a maggior ragione con un’Alpine. Però, se non fosse stato per il lungo di Hulkenberg, Gasly avrebbe terminato la gara in ultima posizione. Non certo una prestazione che ti aspetti da un pilota forte come Pierre.

4. SAUBER
Dopo la relativa delusione di Baku, ci si aspettava che la Sauber sarebbe tornata a giocarsi le posizioni intorno alla top 10. Invece, nonostante il buon 11° tempo di Hulkenberg in qualifica, con cui il tedesco sembrava aver ritrovato competitività e fiducia nella sua vettura, in gara la Sauber è sprofondata in fondo alla classifica.
Hulkenberg, complice anche l’errore, ha tagliato il traguardo addirittura in ultima posizione, mentre Bortoleto non è riuscito a rimontare, terminando 17°. Risultati molto deludenti, per una Sauber che, purtroppo, sembra di nuovo un po’ in crisi, forse già in attesa del 2026.

VERSO GLI STATI UNITI D’AMERICA
Con la conquista del titolo mondiale per la McLaren e la fantastica vittoria di George Russell e della Mercedes, cala anche quest’anno il sipario sulla magica notte di Singapore. A sei gare dal termine del campionato, ci prepariamo a vivere un finale di stagione incandescente. Portata a casa la coppa costruttori, Norris e Piastri si daranno battaglia per vincere il loro primo Campionato del Mondo di Formula 1, stando però sempre molto attenti a Max Verstappen, che li osserva ancora da lontano, ma è sempre pronto a sferrare l’agguato.
Il circus ora ha a disposizione una settimana di pausa per affrontare una lunga traversata oceanica. Dopo quattro mesi, si tornerà nelle Americhe, per dare il via a un tour che comprende quattro weekend consecutivi oltreoceano. Si comincerà nel weekend del 19 ottobre con la seconda tappa a stelle e strisce della stagione, dopo quella della Florida. Il Circuit Of The Americas di Austin è pronto ad ospitare la 46° Edizione del Gran Premio degli Stati Uniti d’America, 19 round del campionato.
Sul COTA andrà in scena il quarto weekend Sprint della stagione, dopo quelli di Cina, Miami e Belgio, con due qualifiche e due gare pronte a regalare tanto spettacolo e, soprattutto, punti aggiuntivi per la classifica mondiale. Sulla carta, in Texas la McLaren dovrebbe torna a dominare, ma questo finale di stagione sembra poterci riservare sorprese a non finire. La battaglia per la gloria è tutt’altro che terminata!
