Gran Premio di Città del Messico 2025: Il Post Gara
INTRODUZIONE
Lando Norris conquista Città del Messico. La McLaren torna alla vittoria dopo quattro gare di digiuno, e lo fa con un super Norris, che firma un weekend perfetto e guadagna la leadership del mondiale. Un mondiale, però, ancora accesissimo: Verstappen limita i danni grazie ad un insperato podio, mentre Piastri chiude in 5° posizione uno dei weekend più complicati della sua carriera. Ora sono 36 i punti a separare i tre contendenti: è una lotta mondiale stellare. Un fantastico Leclerc conquista il 50° podio della sua carriera, mentre la gara di Hamilton è stata rovinata da una penalità forse troppo severa. Ma il pilota del giorno non può che essere Oliver Bearman: 4° al traguardo con la sua Haas, dopo una gara spettacolare. Anche Ocon chiude a punti, 9° a conferma del grande weekend del team americano. La Mercedes gestisce in modo discutibile i suoi piloti: alla fine il karma dà ragione a Kimi Antonelli che, per la prima volta in stagione, termina la gara davanti ad un George Russell un po’ troppo lamentoso. Gabriel Bortoleto guadagna un punto con la sua Sauber grazie ad un’ottima gara, mentre Yuki Tsunoda, con l’altra Red Bull, torna a faticare fuori dalla top 10.
Benvenuti al Post Gara della 5° Edizione del Gran Premio di Città del Messico, 71 giri di pura adrenalina in scena sull’Autòdromo Hermanos Rodríguez nel soleggiato pomeriggio di domenica 26 ottobre 2025.
PARLA LA PISTA
PROVE LIBERE.
FP1. Alla FP1 prendono parte nove piloti rookies: Patricio O’Ward (McLaren, Norris); Arvid Lindblad (Red Bull, Verstappen); Antonio Fuoco (Ferrari, Hamilton); Frederik Vesti (Mercedes, Russell); Luke Browning (Williams, Sainz); Jak Crawford (Aston Martin, Stroll); Paul Aron (Alpine, Gasly); Ayumu Iwasa (Racing Bulls, Lawson); Ryo Hirakawa (Haas, Bearman).
Nei primi minuti della sessione, quasi tutti sono in pista con gomme hard. Il tracciato è molto sporco e i tempi sul giro, di conseguenza, sono alti. Con la Mercedes, Vesti è sorprendentemente veloce, anche più di Antonelli, salvo poi retrocedere un po’ in classifica, dietro Kimi. Bene anche Hadjar, Tsunoda e le Sauber. In McLaren si lavora sulle altezze della vettura, mentre in casa Ferrari si prova già qualcosa in ottica 2026, con Leclerc che prende confidenza con un nuovo sedile.
Piastri è il primo a montare gomma soft: lo fa molto presto rispetto agli altri, e questa appare come una scelta aggressiva, per prepararsi al meglio in vista della sfida mondiale. Antonelli batte il tempo di Piastri, ma poi Leclerc li mette entrambi d’accordo, issandosi al comando. Sorprendono ancora le Sauber, con Hulkenberg addirittura 3° e Bortoleto 5°, e Ocon e Colapinto, ottimi in top 10. Negli ultimi minuti, Lindblad riesce in un gran giro, mettendosi davanti a Tsunoda e dimostrando tanta velocità. Con la McLaren, O’Ward resta fuori dalla top 10, così come Fuoco con la Ferrari.
La top 10 vede Leclerc leader davanti ad Antonelli, Hulkenberg, Piastri, Bortoleto, Lindblad, Ocon, Tsunoda, Colapinto e Albon. Gli altri otto rookie sono classificati dalla 13° posizione in giù: primo del gruppo è O’Ward, ultimo è Fuoco.
Nella simulazione di gara, Piastri è ottimo con le medie; lo è anche Leclerc, ma probabilmente sta girando con meno benzina. Antonelli, invece, con le soft ha un ritmo un po’ più alto rispetto ad entrambi.
FP2. Per i primi run solo Stroll è su gomma soft; tutti gli altri sono su media. Norris denuncia un problema di erogazione alla Power Unit, che però si risolve subito. Problemi alla Mercedes di Antonelli, invece: l’italiano è costretto ai box per un po’ di tempo.
Durante la prima parte della sessione McLaren e Ferrari lottano per il vertice della classifica. Leclerc sembra particolarmente a suo agio con la vettura, mentre Norris deve remare un pochino con una McLaren leggermente nervosa. Verstappen si aggiunge alla lotta per il vertice, ma anche Tsunoda è nel pacchetto dei top, nel quale entra un buon Antonelli, una volta risolti i problemi alla sua vettura. In questi primi giri, danno ottimi segnali Bortoleto e le Aston Martin, mentre resta un po’ in ombra Russell. Anche le Haas e Colapinto non brillano, come era successo in FP1.
Nella simulazione di qualifica, Verstappen è il più rapido, seguito da Leclerc, con una Ferrari con una mappatura motore più spinta rispetto agli avversari. La gomma soft sembra poter offrire un solo giro, ma Norris riesce a migliorarsi anche nel secondo tentativo, dando prova ancora una volta della bontà della MCL39. Continua ad andare forte Antonelli, che appare molto a suo agio su questo circuito, mentre Piastri è disperso: solo 12° a causa di un brutto giro. Sainz entra bene in top 10, insieme alle due Aston Martin, mentre Albon, con l’altra Williams, non riesce a schiodarsi dalle retrovie. I distacchi tra i quattro top team sono molto ridotti.
La top 10 vede Verstappen leader, davanti a Leclerc, Antonelli, Norris, Hamilton, Russell, Tsunoda, Alonso, Sainz e Stroll. Piastri resta 12°; deludono Sauber, Haas e Alpine, mentre in casa Racing Bulls Lawson è più veloce di Hadjar.
Nella simulazione di gara emerge la superiorità della McLaren. Norris tiene un ritmo estremamente veloce e costante con la gomma soft, dando l’idea che questa possa essere una gomma valida per la gara, come in Texas. Anche Verstappen e Leclerc girano su tempi costanti e veloci, ma mai quanto Norris. Antonelli tiene un ritmo ottimo con la soft. Ancora in netta difficoltà è Piastri, sempre molto più lento rispetto a Norris.
FP3. Ad inizio sessione, l’Aston Martin esegue il solito lavoro di rodaggio gomme; questa volta anche le soft, segno che le utilizzeranno in gara.
Per i primi run, tutti i top sono su gomma media; le Mercedes ritardano un po’ l’uscita, aspettando una gommatura migliore della pista. Hamilton appare in difficoltà in fase di frenata, perché effettua tanti bloccaggi. Verstappen è il più veloce con gomme medie; Norris, dopo aver vanificato il primo giro per un errore, non riesce a battere l’olandese, ma è più veloce di Leclerc. Piastri dà qualche segno di vita rispetto al venerdì, ma resta ancora lontano da Norris.
Quando anche la Mercedes scende in pista, Russell si inserisce subito nel gruppo di vertice, mentre Antonelli fatica con la temperatura delle gomme e non riesce a completare un giro pulito con gomme medie.
A metà sessione, Verstappen fa una breve simulazione di gara, dimostrandosi ancora un po’ in difficoltà. Anche la Williams non è totalmente al suo agio: Albon e Sainz sono costretti a numerosi bloccaggi e non riescono a completare giri puliti.
Con le gomme soft, Norris mette a segno un gran giro, con sette decimi di vantaggio su Piastri, che accusa un po’ di difficoltà nello snake. È buono Hamilton, più veloce di Leclerc, mentre la Mercedes è competitiva con entrambi i piloti. Fatica Verstappen, che non va oltre la 6° posizione, con una Red Bull sottotono; l’olandese si lamenta di avere poco grip. Sono buoni i tempi di Hadjar e Bortoleto, entrambi in top 10.
La top 10 vede Norris leader davanti a Hamilton, Russell, Leclerc, Piastri, Verstappen, Antonelli, Hadjar, Tsunoda e Bortoleto. La Williams resta lontana; delude Alonso, che chiude in ultima posizione.
Si va verso una qualifica che si preannuncia molto avvincente e serrata, con tanti protagonisti, anche se i favoriti rimangono sicuramente Norris e la sua McLaren.
QUALIFICHE.
Nel pomeriggio del sabato vanno in scena le qualifiche. Ricordiamo che Sainz avrà una penalità di cinque posizioni in griglia di partenza, per aver causato l’incidente con Antonelli in Texas.
Nel primo tentativo della Q1, Piastri è ancora in difficoltà, mentre Verstappen, sebbene sia costretto a remare nello snake, è vicino a Norris. Sono ottime Racing Bulls e Haas, e anche Ferrari dà ottimi segnali, con Leclerc 2°. Piastri riesce a migliorare il suo tempo, ma i distacchi sono veramente ridottissimi: sono tutti racchiusi in un secondo; per questo, nessuno si fida a restare ai box. Hadjar registra a sorpresa il miglior tempo, davanti a Hamilton, Russell, Norris, Ocon, Lawson, Leclerc, Bearman, Verstappen e Piastri. Antonelli si salva all’ultimo dall’eliminazione. Riesce a qualificarsi anche Hulkenberg. Non accedono alla Q2 Bortoleto, Albon (grande delusione), Gasly, Stroll e Colapinto.
Nel primo tentativo della Q2, Piastri accusa dei problemi alla Power Unit, ma questi vengono subito risolti. Intanto, Norris è sempre leader, davanti a Leclerc, Sainz, Hadjar e Verstappen. Faticano Piastri e le Mercedes. Lawson, invece, commette un errore nel primo giro, ma abortisce inspiegabilmente anche il secondo. Piastri, con il cuore in gola si salva dall’eliminazione, così come le due Mercedes. Norris comanda davanti a Hamilton e Russell, mentre sono eliminati Tsunoda (in fatica con la sua Red Bull), Ocon, Hulkenberg, Alonso e Lawson. Ottimi Bearman, Sainz e Hadjar. Norris e Leclerc salvano un treno di gomme soft nuove per la gara.
Nel primo tentativo della Q3, Norris non è perfetto nel suo giro e Leclerc piazza la zampata mettendosi davanti al pilota McLaren. Hamilton, a conferma di un’ottima Ferrari, è 3°, davanti a Verstappen e Piastri.
Nel secondo tentativo, però, Norris è impeccabile e fa registrare un tempo stratosferico. Il britannico conquista la 14° pole position della sua carriera, la 5° in stagione e la 1° in Messico. La McLaren torna in pole a Città del Messico dopo 35 anni (Prost 1990) e, in stagione, dopo quattro qualifiche di assenza. Con una fantastica Ferrari, Leclerc arpiona la prima fila per la 4° volta in stagione, mentre Hamilton è 3, il suo miglior risultato stagionale in qualifica. Per la Ferrari è il miglior risultato complessivo in qualifica del 2025.
Seguono Russell (con una buona Mercedes), Verstappen (molto deluso, ma quantomeno davanti a Piastri), un buon Antonelli, Sainz (che retrocederà al 12° posto in griglia, per via della penalità), Piastri (disastro, solo 8°, a conferma di un weekend difficile), Hadjar (che ritrova i piani alti della classifica) e un super Bearman.
GARA.
Scelta gomme: in top 10 sono tutti su soft, tranne Verstappen, Hadjar e Tsunoda, che partono con le medie. Su medie sono anche Sainz, Bortoleto e Gasly, mentre partono con hard Albon e Colapinto.
Al via, Norris parte meglio di tutti e scappa. Leclerc non ha uno spunto velocissimo, tanto che Hamilton prende tutta la sua scia e cerca di affiancarlo all’interno. Nel frattempo, Verstappen sceglie la traiettoria esterna e Leclerc sfrutta la scia di Norris per affiancare il britannico. Ne consegue che alla staccata di curva 1 siano quattro i piloti appaiati. Leclerc taglia la curva e deve restituire la posizione a Norris; Verstappen va sull’erba e, grazie a un controllo da show, torna in pista sfiorando il muro, alle spalle di Hamilton. Dietro l’olandese c’è Russell, seguito da un incredibile Bearman, che si trova già 6° davanti ad Antonelli. Piastri è invece scalato in 9° posizione, dietro anche Tsunoda.
I primi giri procedono tranquilli, con Leclerc che fa il possibile per evitare una fuga di Norris; ma la McLaren sta solo gestendo un passo che sarà di gran lunga superiore rispetto a quello della Ferrari. Al 6° giro, Verstappen attacca Hamilton per la 3° posizione, ma taglia curva 1. L’inglese in un primo momento si accoda, rischiando anche di essere passato da Russell, poi sbaglia la staccata di curva 4 e taglia completamente la curva, traendo un vantaggio enorme sugli avversari. Saranno 10 i secondi di penalità che gli verranno inflitti, da scontare al suo primo pit stop: penalità durissima, che compromette la sua gara.
In tutto questo, Antonelli passa Russell e Bearman approfitta del caos per attaccare Verstappen e salire 4°, virtualmente 3°: la Haas è in zona podio! Piastri, fino a questo momento sornione, si accende nella sua rimonta e strappa l’8° posizione a Tsunoda, mentre Lawson è costretto al ritiro per dei danni riportati alla sua Racing Bulls.
Col passare dei giri, Norris fa gara a sé e incrementa il suo vantaggio con una McLaren dominante. La scelta della Red Bull di partire con le medie non sembra pagare: Verstappen perde sempre più contatto da Bearman, e Tsunoda deve guardarsi le spalle da Ocon. Sainz non rispetta il limite di velocità in pit lane e riceve 5 secondi di penalità. In realtà non è colpa sua: ha il pit limiter rotto a causa di un contatto con Lawson in partenza. Per questo motivo, la sua gara sarà un inferno: riceverà altri 5 secondi di penalità e poi addirittura un drive through.
Hamilton effettua il suo primo pit stop al 24° giro: monta gomme medie, sconta la penalità e riparte 14°, perdendo la posizione su Antonelli. Nei giri successivi, anche Norris, Leclerc e Bearman vanno su gomma media. Verstappen, invece, aspetta il 38° giro per passare alle soft e cominciare un tentativo di rimonta. Anche Tsunoda è passato alle soft, ma rientra in pista 15°: il suo obiettivo è tornare a punti.
In pista, intanto, si è creato un bel quartetto di piloti, formato da Bearman, Antonelli, Russell e Piastri. Dietro di loro, Hamilton non ha la velocità per avvicinarsi. Russell chiede via radio di poter passare Antonelli: si sente più veloce, non vuole far scappare Bearman per il podio e, nello stesso tempo, vede Piastri avvicinarsi sempre di più alle sue spalle. Il team, però, non lo accontenta subito, tergiversa, e Russell comincia a spazientirsi. Solo al 41° giro avviene lo swap. Tuttavia, Russell non ha il passo per staccare Antonelli, tantomeno per recuperare Bearman: si sentiva più veloce solo grazie al DRS. Con tutta questa diatriba, la Mercedes permette la fuga di Bearman e si fa sfuggire il podio.
Verstappen passa Hamilton, che viene richiamato dal team per una seconda sosta. Nello stesso giro sono ai box anche Piastri e Antonelli. Scelgono così una strategia a due soste, montando un nuovo treno di soft. Anche Bearman e Russell effettuano il secondo pit stop, e così Verstappen sale 3°, all’inseguimento di Leclerc per il podio. Nel corso della gara, oltre Lawson, sono stati costretti al ritiro anche Hulkenberg e Alonso: il primo per il cedimento del motore, il secondo per un problema ai freni.
Al 60° giro, Piastri attacca Russell con un bellissimo sorpasso e sale 5°. Dietro, a centro gruppo, Bortoleto sta recuperando terreno su Hadjar per entrare in zona punti, ma deve stare attento al ritorno di Tsunoda. Nei giri seguenti Bortoleto riesce effettivamente a salire in zona punti, mentre Russell restituisce la posizione ad Antonelli.
Nei giri finali, la sfida è tutta tra Leclerc e Verstappen per la 2° posizione. Verstappen arriva sulla Ferrari di gran carriera, ma Charles si difende bene, grazie anche alla buona trazione della sua vettura. All’ultimo giro, proprio quando Max è in procinto di attaccare, ecco il colpo di fortuna per il monegasco. La Williams di Sainz si ferma a bordo pista per problemi meccanici e la gara viene congelata in regime di Virtual Safety Car. Lì davanti, in totale solitudine, Norris veleggia verso una bellissima vittoria.
Lando Norris vince così il Gran Premio di Città del Messico, dominando una gara perfetta da parte sua. È la sua 10° vittoria in carriera, la 6° stagionale (la prima dopo l’Ungheria), la prima in Messico. Grazie a questo trionfo, e al risultato dei suoi avversari per il titolo, Norris conquista la leadership del mondiale a quattro gare dal termine della stagione. La McLaren torna alla vittoria in Messico dopo 36 anni (Senna 1989) e conquista la 13° vittoria stagionale, tornando al successo dopo 4 gare di digiuno. Leclerc, con la splendida 2° posizione, conquista il 50° podio della sua carriera, il 7° podio stagionale per sé e per la Ferrari. Verstappen chiude 3°, grazie ad un’ottima strategia in casa Red Bull, tenendo viva la lotta mondiale.
Seguono uno stratosferico Bearman, 4° con la sua Haas dopo una gara spaziale, Piastri, con una gara non esaltante ma accettabile, Antonelli (per la prima volta davanti a Russell), Russell, uno sconsolato Hamilton, Ocon, a conferma di una grande Haas, e un super Bortoleto, per la 5° volta a punti nel corso della stagione.
I TOP DEL WEEKEND
1. LANDO NORRIS
La McLaren torna a comandare in Formula 1, dopo quattro gare in cui la Red Bull con Verstappen aveva messo in discussione la sua leadership. In Messico non c’è stata storia: la MCL39 è stata imbattibile, in ogni momento del weekend, grazie alle condizioni climatiche e alla capacità di gestire le temperature interne. Rimane soltanto un punto debole di questa vettura: la difficoltà a girare in aria sporca e a rimontare in gara.
La McLaren è stata perfetta in Messico, sì, ma soltanto con un pilota. Lando Norris ha firmato un weekend eccezionale, senza alcun avversario, dando prova di essere maturato molto a livello mentale, soprattutto nei confronti di Oscar Piastri.
Pole position stellare al sabato, partenza perfetta e dominio assoluto in gara. La sua 10° vittoria in carriera non è stata mai in discussione, ed è estremamente importante in ottica mondiale. A quattro gare al termine della stagione Lando è in testa al mondiale (non lo era dal Bahrain), ed è ora il favorito per la conquista del titolo, soprattutto se la McLaren si confermerà dominante anche nelle prossime gare. La classifica, però, è cortissima: Norris ha un solo punto di vantaggio su Piastri e 36 su Verstappen. Il “triello mondiale” è sempre più infuocato.
2. RED BULL
Top per la Red Bull questo weekend, nonostante non sia arrivata la vittoria e nonostante Tsunoda non sia arrivato a punti. Il team di Mekies si merita comunque un top per aver limitato al massimo i danni. Il circuito non si addiceva alla RB19, ma è comunque ammirevole l’attitudine di questa squadra, che non lascia nulla al caso e continua a portare aggiornamenti alla vettura, non smettendo mai di credere al mondiale.
In qualifica Verstappen è solo 5°, con una vettura poco competitiva, battuto dalle Ferrari e dalla Mercedes di Russell. In gara, però, l’anima racer della squadra prende il sopravvento. La strategia è fantastica: partire con gomma media si rivela la scelta migliore e l’ultimo stint di Max con la soft è pazzesco.
La Virtual Safety Car gioca a suo sfavore, non consentendogli di attaccare Leclerc, ma la 3° posizione è comunque ottima considerando le premesse. Grazie a questo risultato, il sogno mondiale è ancora vivo, anche se quei tre punti della 2° posizione avrebbero fatto comodo.
3. OLIVER BEARMAN
Dopo il weekend positivo del Texas, Ollie ci ha preso gusto e in Messico ha compiuto un’altra magia. La Haas è stata competitiva questo fine settimana, ma Bearman ci ha messo tanto del suo talento, raggiungendo la Q3 in qualifica.
La sua gara, poi, ha del clamoroso. In partenza è bravissimo ad evitare contatti nella bagarre di curva 1 e sfrutta il caos per infilarsi in mezzo alle due Mercedes. Sfrutta nuovamente il caos generato da Hamilton per piazzarsi 4°, davanti a Verstappen, e da lì costruisce una gara magica. Un passo sorprendente lo rende addirittura inattaccabile da Verstappen e, grazie alla penalità di Hamilton, sogna il podio.
Nulla può, però, contro il ritorno di Max, troppo più veloce della sua Haas, ma ringrazia il pasticcio in casa Mercedes per tenersi una sensazionale 4° posizione, suo miglior risultato in carriera.
In questa ultima parte di stagione, Bearman sta dimostrando tutto il suo talento: la Ferrari ha tra le mani un futuro campione.
4. ANDREA KIMI ANTONELLI
Torna nella sezione top, dopo tanto tempo, il nostro Kimi Antonelli, autore di un weekend solido, concreto e molto competitivo. Dopo le difficoltà di metà stagione, Antonelli è tornato a sorridere e adesso è capace di stare frequentemente nelle prime posizioni.
Già dalle prove libere si era capito che sul circuito messicano ha subito trovato il modo di andar forte. Lo dimostra in qualifica, dove è ancora dietro Russell, va bene, ma come tempo sul giro è vicino.
La sua gara viene condizionata dalla gestione della Mercedes. Con lo swap di posizione, che alla fine si dimostra totalmente inutile, perde forse la possibilità di salire sul podio, anche se non sarebbe stato facile con Verstappen alle spalle, ma sicuramente la possibilità di stare davanti a Bearman. La giustizia, però, gli regala quantomeno la soddisfazione di arrivare davanti a Russell per la prima volta in stagione.
I FLOP DEL WEEKEND
1. OSCAR PIASTRI
Ancora tante difficoltà per Oscar Piastri dopo la delusione del Texas. In Messico non si è mai trovato bene alla guida della sua McLaren, a dispetto di un Norris totalmente a suo agio. Dalla sua guida in pista, si è visto proprio che non aveva fiducia nella vettura, non riusciva a portarla al limite.
Nelle prove libere ha lavorato molto sul setup, non riuscendo però mai a trovare la quadra completa. In qualifica ha rischiato più volte l’eliminazione. Alla fine, è riuscito a raggiungere la Q3, ma non è andato oltre l’8° posto, lontano mezzo secondo dal tempo pole di Norris: un risultato tutt’altro che buono.
La sua gara si può dividere in due parti. La prima è stata abbastanza anonima, poco aggressiva: è rimasto per molti giri dietro auto più lente della sua, soffrendo la difficoltà della McLaren di girare in aria sporca. Nella seconda parte, invece, è entrato più in azione, riuscendo ad essere più aggressivo ed efficace nei sorpassi.
La 5° posizione al traguardo dietro Bearman, però, è il riflesso di un weekend molto difficile, considerando il potenziale della vettura. Nelle prossime quattro gare ci deve essere obbligatoriamente un cambio di rotta e un ritorno al successo, che gli manca dall’Olanda. In caso contrario, il sogno mondiale potrebbe essere già svanito.
2. LEWIS HAMILTON
Fino alla qualifica, il weekend di Hamilton è stato da top. Sempre vicino a Leclerc, finalmente in fiducia con la sua Ferrari. Il 3° posto in qualifica è stato il suo miglior risultato in stagione, al netto della Sprint di Shanghai. C’erano tutti i presupposti per una bella gara, che avrebbe potuto regalargli il primo podio in Rosso. E invece…
E invece in gara Lewis si è completamente perso. L’errore nella lotta con Verstappen è grave per un pilota del suo calibro. Va beh, dopo aver ricevuto la penalità si sarà rimboccato le maniche, giù la visiera e gas aperto per inventarsi una rimonta, giusto?
In realtà no, nulla di tutto ciò: la sua gara si è spenta. Con le medie non ha mai avuto la velocità per tornare nelle posizioni di vertice, ma nemmeno per recuperare le Mercedes. Ha subìto l’attacco di Piastri senza possibilità di replica, ed è rimasto lì, nella sua 8° posizione. L’ennesimo risultato deludente di una stagione decisamente incolore. E il primo podio in Rosso rimane ancora un miraggio.
3. GEORGE RUSSELL
Strano vedere George Russell nella sezione flop, un pilota che ci ha sempre abituati a dare il massimo, a guidare oltre le possibilità della sua Mercedes.
In Messico, invece, non è stato efficace come al solito, soprattutto in gara. In qualifica fa il massimo, 4°, anche davanti a Verstappen, ma comunque il vantaggio su Antonelli è minimo, inferiore al decimo di secondo.
In gara, poi, via radio è un po’ troppo lamentoso e non si rende conto che la differenza di passo che crede di avere nei confronti di Kimi è dovuta all’utilizzo del DRS. Quando infatti passa Kimi, non riesce ad andare a prendere Bearman, facendo una figura un po’ bruttina, diciamo! Il dover ridare la posizione ad Antonelli, poi, non è stato di certo una cosa tanto piacevole. Fatto sta che, per la prima volta in stagione, al traguardo è dietro il suo compagno.
4. RACING BULLS
Weekend complicato per il team di Faenza, soprattutto in gara. In qualifica Hadjar è bravo ad entrare in Q3 ed ottenere una splendida 9° posizione, tornando a respirare un po’ dopo le difficoltà delle ultime settimane. Non va meglio a Lawson, costretto ad abortire entrambi i suoi giri in Q2 e a partire 15°.
In gara, però, il passo da top 10 non c’è. Hadjar retrocede fino alla 13° posizione, battuto da Ocon, Bortoleto, Tsunoda e Albon, mentre Lawson, a causa di un contatto con la Williams di Sainz in partenza, è costretto al ritiro per i troppi danni riportati.
VERSO SAN PAOLO
Con il dominio di Norris, il cambio al vertice del campionato e una McLaren tornata dominante, si conclude anche il weekend di Città del Messico. Ora rimangono quattro gare al termine del mondiale e la sfida è sempre più accesa. Norris e Piastri sono separati da un solo punto e Verstappen è sempre più vicino, ma forse con qualche sicurezza in meno. In classifica costruttori, la Ferrari torna al 2° posto grazie all’ottimo weekend messicano, ma i distacchi non variano: sono sempre dieci i punti che racchiudono Ferrari, Mercedes e Red Bull in un fazzoletto.
Il mondiale è, quindi, più vivo che mai e promette davvero tanto spettacolo in queste ultime quattro gare. Per la prossima tappa rimaniamo sempre nelle Americhe, facendo visita ai Paesi del Sud. L’Autòdromo José Carlos Pace di Interlagos ospiterà, nel weekend del 9 novembre, la 5° Edizione del Gran Premio di San Paolo. In Brasile andrà in scena il 5° e penultimo weekend Sprint della stagione e, considerando anche cosa è accaduto l’anno scorso, potrebbe essere davvero un appuntamento importantissimo ai fini del campionato. Ci aspettano quattro gare in cinque weekend, per un incredibile finale di stagione. La battaglia per la gloria tra Max Verstappen e i “papaya boys” è tutt’altro che terminata.