/assets/blog/round-20-2025-gran-premio-del-messico-weekend/copertina.jpg

Gran Premio di Città del Messico 2025: Introduzione al Weekend

Di Giovanni Nulchis

LA FORMULA 1 IN MESSICO NEL VIVO DI UN’INATTESA LOTTA MONDIALE

Dalla scomparsa di Ricardo Rodríguez nel 1962 al trionfo della Ferrari di Carlos Sainz del 2024, passando per i titoli mondiali di Surtees, Hulme e Hill, la prima vittoria della Honda con Ginther, il primo successo di Berger, il primo podio in carriera per Schumacher, il record assoluto di velocità di Bottas e il 4° e 5° titolo mondiale di Hamilton. In più di 60 anni, seppur non essendo presente in modo continuativo in calendario, il Gran Premio del Messico ha scritto pagine e pagine di storia della Formula 1, protagonista di eventi indimenticabili tra le curve e i rettilinei dell’Autòdromo Hermanos Rodríguez. E allora, cosa potrà mai succedere in questo 2025, così inaspettatamente avvincente e combattuto nella sua fase finale, quando ormai tutti davano per scontata una totale supremazia papaya? Max Verstappen, in un circuito dove ha dominato tante volte, sa che questa sarà una tappa importantissima per sognare ancora nella rimonta mondiale, che avrebbe davvero del clamoroso. D’altro canto, i due piloti della McLaren devono cominciare a tirare fuori gli artigli, per proteggere un mondiale che fino a poco tempo fa era indiscutibilmente nelle loro mani. Signore e signori, mettetevi comodi, perché ci aspetta un altro weekend di fuoco e fiamme. Benvenuti a Città del Messico!

 

IL CIRCUS SBARCA A CITTÀ DEL MESSICO: OGNI DETTAGLIO CONTA

Il tour americano della Formula 1 continua già questo weekend per una “back-to-back” ormai classica degli ultimi anni. Dopo l’appuntamento degli Stati Uniti d’America ad Austin, in Texas, un fine settimana molto intenso anche per la presenza della Sprint, il circus ha impostato la sua rotta in direzione del Centro America.

Nella terra di Speedy Gonzales, l’Autòdromo Hermanos Rodríguez ospita la 5° Edizione del Gran Premio di Città del Messico, 20° e quint’ultimo round del Campionato del Mondo di Formula 1 2025. In occasione di questo fine settimana, si celebra il 60° anniversario della prima vittoria in Formula 1 della Honda, firmata da Richie Ginther il 24 ottobre 1965 proprio a Città del Messico.

L’hype per questo weekend messicano è tutto rivolto, naturalmente, alla battaglia a tre per il mondiale piloti. Oscar Piastri, Lando Norris e Max Verstappen sono racchiusi in un fazzoletto di 40 punti: adesso, ogni minimo dettaglio farà la differenza, ogni sessione sarà importante, qualsiasi alleanza, volontaria e non, sarà l’ago della bilancia per l’assegnazione del campionato 2025. Ci aspetta un finale di stagione al cardiopalma!

 

SFIDE MONDIALI: COME SIAMO ARRIVATI A QUESTA INCREDIBILE BATTAGLIA?

Torniamo indietro nel tempo a due mesi fa. A fine agosto, Piastri vince il Gran Premio d’Olanda davanti a Verstappen, mentre Norris è costretto al ritiro per un danno alla scocca della sua McLaren. In classifica, l’australiano comanda con 34 punti di vantaggio su Norris e 104 su Verstappen. È a tutti gli effetti una situazione comoda per Oscar: ha più di una gara di vantaggio su Norris, un vantaggio enorme su Verstappen; ha per le mani la concreta opportunità di diventare Campione del Mondo per la prima volta in carriera, alla sua terza stagione in Formula 1. Solo lui può perdere questo mondiale.

Ecco: nelle successive quattro gare è cambiato tutto. A Monza, la Red Bull ha portato in pista un nuovo fondo: aggiornamento fondamentale, che evidenzia quanto questa squadra non lasci nulla al caso. Da quel momento è cominciato un altro mondiale.

Con una Red Bull totalmente rinata, Verstappen è diventato imbattibile. Da Monza ad Austin, i piloti avevano a disposizione un totale di 108 punti: Max ne ha conquistato 101, concedendo i rimanenti 7 a Russell, con la vittoria del britannico della Mercedes a Singapore. In questo stesso periodo, Russell ha totalizzato 68 punti, mentre Norris e Piastri rispettivamente 46 e 37. Verstappen ha recuperato a Piastri un totale di 64 punti, portando il suo ritardo da -104 a -40 punti: è qualcosa di straordinario.

Ma allora, cosa diamine è successo alla McLaren? Principalmente tre cose:

 1) La MCL39 non viene aggiornata dal round di Silverstone, dato il vantaggio immenso che sia il team sia i piloti avevano nelle rispettive classifiche mondiali: è stato deciso di concentrarsi totalmente sul progetto 2026. È perfettamente normale, quindi, che la Red Bull abbia ridotto drasticamente il ritardo, consentendo a Verstappen di tornare a lottare per le vittorie. Sia chiaro: la MCL39 è ancora la monoposto migliore in griglia, ma è innegabile che non abbia più quel vantaggio fotonico di inizio e metà campionato.

 2) Le “papaya rules”. La McLaren non ha mai scelto una prima e una seconda guida, ma ha fondato la convivenza tra Piastri e Norris su una serie di accordi interni al team. Da qui, per esempio, la decisione, in Austria, di evitare qualsiasi duello tra i due in pista, o la scelta di restituire la posizione a Piastri a Monza, o tutti i discorsi sulle ripercussioni su Norris dopo lo “scontro” a Singapore. Insomma, le “papaya rules” sono un modo per non creare divisione all’interno del team, e questo ragionamento va benissimo, è anche molto ammirevole, in una situazione in cui i due piloti non hanno rivali per il titolo. Il problema è che ora il rivale c’è eccome, e non è un pilota qualsiasi: è Max Verstappen, il Campione del Mondo in carica, un pilota che ha un team pazzesco alle spalle, rinato sotto la guida di Laurent Mekies, che fa quadrato intorno a lui. In questo contesto, le “papaya rules” potrebbero ritorcersi contro la stessa McLaren, che adesso meno che prima può permettersi di scegliere una prima e una seconda guida, dato che anche Norris è in piena lotta per il titolo.

 3) La tensione mondiale dei due piloti, soprattutto Piastri. Fino a quando si trattava di vincere gare a raffica, anche grazie alla schiacciante superiorità della vettura, i due piloti papaya avevano pochissime pressioni e hanno di fatto dominato il campionato. In questo periodo abbiamo elogiato Piastri per la freddezza e la maturità dimostrata in pista, nei confronti di un Norris, come sempre velocissimo, ma meno concreto e un po’ più vulnerabile dal punto di vista psicologico. In queste ultime gare, invece, ora che bisognerebbe chiudere il cerchio e giocarsela esclusivamente a due, la tensione sta giocando brutti scherzi. Soprattutto Piastri è sembrato in grossa difficoltà da Monza; a Baku ha combinato un disastro totale, ad Austin è stato sempre in ombra e ha commesso l’errore della Sprint. Insomma, Oscar sembra subire tanto la pressione di essere leader del campionato, praticamente da inizio mondiale, alla sua 3° stagione in carriera. Norris gli ha recuperato dei punti in classifica, Verstappen sta arrivando come un treno, e la leadership di Piastri, che sembrava tanto solida dopo il weekend di Zandvoort, sta cominciando seriamente a vacillare.

 Quindi, in conclusione, i due piloti della McLaren stanno davvero rischiando di perdere un campionato già vinto. Verstappen, dal canto suo, si trova in una condizione ideale: non ha nulla da perdere, nulla da dimostrare. Se non vincesse questo mondiale non ci sarebbe nulla di strano, visto l’andamento della stagione; se lo vincesse compirebbe una delle imprese più folli della storia ed entrerebbe di diritto nell’Olimpo della Formula 1.

 

SFIDE MONDIALI: LA BATTAGLIA A TRE PER IL 2° POSTO COSTRUTTORI

Oltre alla battaglia a tre per il titolo piloti, c’è anche un'altra lotta pronta ad infiammare il finale di stagione, ed è quella per la 2° posizione in classifica costruttori. A Singapore, la McLaren ha chiuso matematicamente i giochi mondiali con sei gare di anticipo, lasciando agli altri team nient’altro che le briciole.

La battaglia per il ruolo di vice-campione del mondo, però, è comunque molto intensa e merita attenzione: è importante sia per il prestigio, ma anche da un punto di vista economico.

Alla vigilia del Gran Premio di Città del Messico, Mercedes, Ferrari e Red Bull sono racchiuse in un fazzoletto di appena 10 punti. La Mercedes è 2° a quota 341 punti; segue la Ferrari, a quota 334, mentre la Red Bull è 4° a quota 331.

La favorita per questa lotta, considerando l’andamento di queste ultime gare, non può che essere la Red Bull, visto anche che il suo pilota di punta è in lotta per il titolo. Ma soltanto pochi mesi fa, era totalmente impensabile che il team di Milton Keynes potesse essere favorito per la corsa al 2° posto. Altra cosa assurda: la Red Bull si sta giocando il secondo posto costruttori potendo contare, praticamente, su un solo pilota. Max Verstappen ha totalizzato il 92,45% dei punti complessivi della Red Bull. C’è da dire, però, che nell’ultimo periodo c’è stato un miglioramento anche delle prestazioni di Tsunoda, segno che il lavoro portato avanti da Laurent Mekies è davvero ottimo. Nelle ultime cinque gare, Yuki per tre volte è arrivato in top 10, conquistando più punti di quanti ne avesse realizzato nelle precedenti quattordici. Se l’apporto del giapponese in termini di punti continuerà ad essere così regolare, e se Verstappen continuerà a lottare per il campionato, l’obiettivo del 2° posto per la Red Bull potrebbe essere davvero una formalità.

In questa lotta a tre per il 2° posto, la sfavorita è invece, senza dubbio, la Ferrari. Abbiamo sottolineato più volte nel corso della stagione quanto questo 2025 sia fallimentare per Maranello. La Rossa è stata quasi sempre la 4° forza in pista, nonostante abbia occupato per un lungo periodo la 2° posizione in classifica. Il rientro dalla pausa estiva è stato disastroso: dall’Olanda agli Stati Uniti, la Ferrari ha totalizzato 74 punti, la Mercedes 105, la Red Bull 146. Il trend è quindi chiaramente negativo per la Ferrari e, a meno di cambiamenti di passo da parte della vettura (Austin è stata un’eccezione), è prevedibile ritrovarla a fine anno in 4° posizione.

La Mercedes, invece, ha dalla sua parte il fatto che la W16, in determinate condizioni di pista e temperatura, è capace di essere la prima forza. Lo abbiamo visto in Canada e a Singapore. Aggiungiamo il fatto che Russell è sempre costante nei risultati, e quindi garantisce sempre un certo numero di punti al team. Questo le potrebbe consentire di tenere quantomeno la 3° posizione, davanti alla Ferrari (se la Red Bull dovesse superare entrambe).

 Anche questa lotta, quindi, sebbene abbia un team favorito, non è per nulla scontata; è molto intensa, molto importante per le squadre e molto interessante da seguire. Giocheranno un ruolo chiave i circuiti sui quali si correrà, perché ci saranno delle piste più adatte a una determinata monoposto (soprattutto Mercedes e Red Bull), e conteranno tanto anche gli apporti dei secondi piloti in termini di punti.

 

I ROOKIES PROTAGONISTI DELLA FP1 DEL MESSICO: NOVE VOLTI NUOVI IN PISTA

Il regolamento sportivo di quest’anno prevede che ogni team debba affidare la guida di una monoposto ufficiale per quattro FP1 nel corso della stagione. Come era successo anche nel 2024, quasi tutti i team hanno scelto il round di Città del Messico come uno dei fine settimana da dedicare ai piloti rookie. Saranno addirittura nove i nuovi volti che vedremo in pista, distribuiti in nove team.

Lando Norris cederà la sua McLaren a Patricio O’Ward, pilota messicano attivo dal 2018 nel campionato americano IndyCar dove corre per il team Arrow McLaren. Sulla Red Bull di Max Verstappen ci sarà l’inglese Arvid Lindblad, attualmente impegnato in Formula 2 con il team Campos Racing, un talento emergente all’interno del Red Bull Junior Team. Antonio Fuoco, pilota italiano attivo nel WEC con la Ferrari, sarà al volante della SF-25 di Lewis Hamilton, mentre sulla Mercedes di George Russell ci sarà Frederik Vesti, pilota danese impegnato nel campionato IMSA con la Cadillac. Avremo in pista, oltre a Lindblad, altri due piloti attivi in Formula 2: il britannico Luke Browning, al volante della Williams di Carlos Sainz, e lo statunitense Jak Crawford, sull’Aston Martin di Lance Stroll. Sull’Alpine di Pierre Gasly ci sarà l’estone Paul Aron, test driver di Alpine e Haas, mentre il giapponese Ayumu Iwasa, membro del Red Bull Junior Team, sarà al volante della Racing Bulls di Liam Lawson. Il giapponese Ryo Hirakawa, attivo nel WEC con la Toyota, sarà al volante della Haas di Oliver Bearman.

 

TECNICA: GLI AGGIORNAMENTI ALLE MONOPOSTO PER CITTÀ DEL MESSICO

Anche per il round messicano, come in Belgio e in Texas, la Pirelli porta una terna di gomme che prevede il “salto mescola”. Le C2 saranno le hard, mentre medie e soft saranno C4 e C5. Abbiamo visto che ad Austin la gomma hard non è stata praticamente mai utilizzata, disertata quasi da tutti in gara. Sarà interessante vedere se accadrà una cosa simile anche in Messico, dato che per questo weekend le mescole sono tutte di uno step più morbido rispetto a quelle del Texas.

Gli aggiornamenti tecnici portati dai team per l’appuntamento messicano sono, perlopiù, adattamenti al circuito, per affrontare al meglio le sfide che propone l’Hermanos Rodríguez.

Sulla Ferrari saranno presenti prese d’aria aggiuntive sul cofano motore e sui corner ruota posteriori.

Sulla Red Bull, un aggiornamento al fondo vettura, nella zona del pavimento e dei bordi di uscita, oltre a nuove prese d’aria sui corner ruota e sul cofano motore.

Nuove prese d’aria sono presenti anche su Alpine, Racing Bulls Williams e Sauber.

Da notare che né McLaren né Aston Martin e nemmeno Haas hanno implementato nuove prese d’aria sulla monoposto.

 

LE ASPETTATIVE PER IL WEEKEND DEL MESSICO: E LOTTA SIA!

L’Autòdromo Hermanos Rodríguez è uno dei circuiti più estremi della stagione di Formula 1. Nonostante il layout abbastanza semplice della pista, quello che rende particolare il tracciato messicano è la sua altitudine. Come tutta Città del Messico, infatti, l’Hermanos Rodríguez è posto ad oltre 2000 metri sul livello del mare: ciò ha un fortissimo impatto sulla tecnica delle monoposto. A 2000 metri s.l.m, infatti, l’aria è molto meno densa e più rarefatta rispetto al livello del mare (circa il 25% in meno): la ridotta presenza di molecole d’aria comporta che gli alettoni producano meno carico aerodinamico. Nonostante i lunghi rettilinei, quindi, vedremo alettoni estremamente carichi, in stile Monaco; allo stesso tempo,  le vetture raggiungeranno picchi di velocità molto elevati in rettilineo, proprio per la poca resistenza all’avanzamento.

Oltre a questo, c’è anche il tema legato al raffreddamento della Power Unit (vedremo tanti sfoghi d’aria sui cofani delle vetture) e al sollecitamento e all’usura dei componenti della monoposto, in particolare turbo e freni. E, considerando che il round del Messico è collocato nella parte conclusiva del campionato, ogni anno le Power Unit arrivano a questo appuntamento già abbastanza provate e usurate.

Fatte queste doverose premesse, si può affermare che la McLaren potrebbe tornare ad essere la monoposto da battere. Più volte durante la stagione abbiamo visto che nelle gare particolarmente calde, come Spagna, Austria e Ungheria, la MCL39 è stata la monoposto che ha meno necessitato di aperture sul cofano per dissipare il calore, con un conseguente vantaggio a livello aerodinamico. Questo è indice della grande capacità di questa vettura di gestire le alte temperature, e a Città del Messico può rivelarsi davvero l’arma vincente. Attenzione, però, alla tensione mondiale dei due piloti, che dovranno essere bravi a portare a casa il miglior risultato possibile, con la McLaren che potrebbe tornare alla vittoria dopo quattro gare di assenza.

Per consentire a Verstappen di vincere per tenere viva la lotta mondiale, la Red Bull dovrà studiare molto bene l’assetto, soprattutto per la qualifica. Se le McLaren dovessero partire davanti a tutti sarà complicato per Max riprenderle in gara, a meno di una partenza a fionda; tuttavia,  se l’olandese riuscisse ad uscire dalla prima curva in prima posizione, potrebbe avere grosse possibilità di vittoria. C’è anche da dire che Verstappen su questo circuito è sempre andato fortissimo: all’attivo ha cinque vittorie all’Hermanos Rodríguez, più di tutti nella storia. Vedremo anche se Tsunoda continuerà a mantenersi stabile in top 10, su un circuito meno favorevole alla RB21 rispetto al COTA.

Sulla carta, tra asfalto liscio e layout favorevole, la Ferrari dovrebbe comportarsi bene in Messico, ricordando anche la vittoria di Carlos Sainz del 2024 (ultima vittoria Ferrari ad oggi). Tuttavia, c’è un grande campanello d’allarme legato alla gestione dei freni, visto quello che è successo in gara a Singapore. Quindi, la Ferrari è una grossa incognita tutta da scoprire per questo weekend.

Incognita proprio come la Mercedes, sulla quale è davvero complicato fare previsioni all’inizio di ogni weekend. Sulla carta dovrebbe fare un po’ di fatica, soprattutto in gara, per via delle alte temperature, come in Texas; ma anche a Singapore faceva molto caldo, eppure Russell ha dominato. Antonelli dovrà, inoltre, riscattarsi dopo la difficile gara di Austin, cercando di ottenere un buon piazzamento a punti.

Guardando ai team di centro classifica, da tenere sotto osservazione è la Racing Bulls, in genere molto competitiva con gli assetti da alto carico, ma anche l’Aston Martin, che è andata molto forte a Singapore. Di certo, anche la Williams sarà della partita e dovrà concretizzare il suo potenziale in un risultato migliore rispetto ad Austin, mentre sarà interessante vedere se la Sauber riuscirà ancora a correre stabilimento in top 10.

Per quanto riguarda il meteo, per il weekend del Messico non sono previsti scrosci di pioggia, ma nemmeno temperature elevatissime. In gara dovrebbe prevalere la strategia ad una sosta.