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Gran Premio di Abu Dhabi: Introduzione al Weekend

Di Giovanni Nulchis

AD ABU DHABI UN FINALE DI STAGIONE STORICO

È la resa dei conti. Tre piloti, racchiusi in un fazzoletto di 16 punti, arrivano alla vigilia dell’ultimo Gran Premio stagionale con i giochi mondiali ancora totalmente aperti: non accadeva dal 2010. Non sono bastati 23 round per incoronare il nuovo Re della Formula 1: tutto si deciderà sotto le luci artificiali di Yas Marina. Il finale perfetto per un campionato folle, che ha cambiato faccia più volte e non ha smesso mai di stupirci. Cominciato con il dominio assoluto della McLaren, sta per terminare con una delle più avvincenti battaglie della storia per la conquista del titolo piloti.

Lando Norris è leader della classifica, il favorito, con la grande occasione di diventare Campione del Mondo per la prima volta in carriera. Oscar Piastri, dei tre il più lontano dalla gloria, fino all’estate sembrava poter essere l’unico candidato al titolo. E poi c’è lui, il leone olandese, Max Verstappen, che difende il titolo e punta a vincere il suo 5° mondiale consecutivo, portando a termine una rimonta che avrebbe del leggendario. Sull’isola di Yas, la Formula si prepara a concludere l’era dell’effetto suolo, durata cinque stagioni, con un finale di campionato che promette di essere indimenticabile. Signore e signori, benvenuti nella magica notte di Abu Dhabi: la conclusione di questa storia straordinaria è ancora tutta da scrivere.

 

L’ULTIMA RACE WEEK DELLA STAGIONE 2025: SPETTACOLO ASSICURATO A YAS MARINA

Dall’Australia al Qatar, dalla Cina al Brasile, passando per l’Europa e gli Stati Uniti d’America. 23 round distribuiti in nove mesi, da marzo a novembre, ci hanno tenuto compagnia in un lungo viaggio intorno al mondo, tra sorpassi, sfide agguerrite e domini assoluti, alla scoperta del nuovo re della Formula 1. La McLaren è già regina assoluta di questa stagione: ora rimane da assegnare l’ultima corona.

Per l’ultima volta in questo 2025 è “race week”! Nella notte degli Emirati Arabi Uniti, illuminata a giorno dalle luci artificiali e dai fuochi d’artificio, il Yas Marina Circuit è pronto ad ospitare la 17° Edizione del Gran Premio di Abu Dhabi, 24° e ultimo round del Campionato del Mondo di Formula 1 2025. Sono solo 16 i punti che dividono i tre contendenti al titolo iridato. Norris, Verstappen o Piastri: chi conquisterà la gloria nella notte emira?

 

TANTI CAMBIAMENTI IN CASA RED BULL: HADJAR AL FIANCO DI MAX, LINDBLAD AL DEBUTTO IN F1

Ma prima di passare al piatto forte di questa Introduzione al weekend, naturalmente la sfida mondiale, ci sono alcuni argomenti interessanti di cui parlare.

Il primo riguarda il 2026. Questa settimana è stata completata la line-up della Formula 1 del prossimo anno. Gli ultimi due team che ancora non avevano annunciato la coppia di piloti per il 2026 erano la Red Bull e la Racing Bulls. Martedì 02 dicembre sono arrivate le ufficialità con due novità importanti.

La Red Bull, al fianco del plurititolato Max Verstappen, ha promosso al ruolo di seconda guida il giovane francese Isack Hadjar, che quest’anno ha affrontato con la Racing Bulls la sua stagione d’esordio in Formula 1. Nel corso di questo campionato, Hadjar ha dimostrato tutta la sua velocità e il suo atteggiamento combattivo in pista, convincendo i vertici della Red Bull così tanto da dargli l’opportunità di mettersi ancora più in mostra in un top team, al fianco del pilota più forte del momento.

Isack è il sesto pilota nel giro di otto stagioni che si dovrà confrontare con Verstappen, dopo Gasly, Albon, Perez, Lawson e Tsunoda. Questo dato è significativo e fa certamente riflettere sulla discutibile gestione dei piloti da parte della Red Bull. I predecessori di Hadjar, però, sono stati compagni di Verstappen nel periodo di massimo splendore dell’olandese e in un periodo nel quale lo stile di guida di Max è stata la base per la progettazione delle varie monoposto. Gasly, Albon, Perez, Lawson e Tsunoda non sono piloti di serie B, tutt’altro, ma hanno avuto l’ingrato compito di adattarsi ad uno stile di guida estremamente difficile da replicare. C’è da sperare, per Hadjar, che, con l’entrata in vigore del nuovo regolamento tecnico, il team porti in pista una vettura che si adatti ad uno stile di guida più neutro, che permetta anche a chi non si chiami Max Verstappen di essere competitivo.

Yuki Tsunoda non verrà nuovamente retrocesso alla Racing Bulls, ma dal 2026 abbandonerà la pista per ricoprire il ruolo di test driver (terzo pilota) per i due team gestiti da Milton Keynes. Dispiace che a Yuki non sia stata data un’altra possibilità, soprattutto in vista del nuovo cambio regolamentare che magari lo avrebbe potuto aiutare ad emergere di più. Nel corso della sua carriera, cominciata nel 2021 al volante dell’AlphaTauri, il giapponese ha dato prova di essere un pilota molto veloce in determinate situazioni, ma anche poco concreto in altre e un po’ troppo incline all’errore. Durante la sua breve permanenza in Red Bull, a mio avviso, ha dimostrato di essere cresciuto e maturato parecchio, ha commesso pochi errori e, nei confronti di Verstappen, non ha poi così tanto mal figurato, se confrontato con i suoi predecessori. Questa è solo una mia opinione, naturalmente: la realtà dei fatti, invece, vede Yuki Tsunoda in panchina, in attesa, chi sa, di un ritorno in futuro al volante di una monoposto di Formula 1.

In Racing Bulls, al fianco del confermato Liam Lawson, è stato ufficializzato il giovane britannico Arvid Lindblad. Il londinese classe 2007 è un pilota del Red Bull Junior Team dal 2021, attivo in Formula 2 con il team Campos Racing. Attualmente occupa la 6° posizione in classifica piloti, con all’attivo due vittorie, in Arabia Saudita (nella Sprint Race) e in Spagna (nella Feature Race). In termini di risultati non ha particolarmente brillato nel corso della sua carriera, tranne per la vittoria a Macao nel 2023 e la conquista della Formula Regional Oceania nel 2025, ma la sua velocità alla guida è comunque indubbia e il suo talento non è sfuggito agli occhi attenti di Helmut Marko. Nel 2026 sarà l’unico rookie presente nella griglia della Formula 1: seguiremo con curiosità il suo campionato d’esordio per scoprire tutte le sue doti.

Ora che anche Red Bull e Racing Bulls hanno delineato la loro coppia di piloti, la line-up del 2026 è finalmente completa. Proprio i due team appena citati sono stati gli unici a modificare la loro schiera di piloti: tutti gli altri hanno confermato le guide attuali, mentre la new entry Cadillac, come abbiamo già avuto modo di commentare, ha intrapreso la via dell’esperienza, affidandosi alla guida esperta di Sergio Perez e Valtteri Bottas. La stagione 2026 è ora davvero alle porte.

 

LEONARDO FORNAROLI È CAMPIONE DELLA FORMULA 2: PER L’ITALIANO UN FUTURO COLOR PAPAYA

Il secondo argomento che trattiamo prima di concentrarci definitivamente sulla sfida mondiale riguarda la nostra Italia. Lo scorso weekend, in Qatar, Leonardo Fornaroli, pilota piacentino classe 2004, si è laureato Campione di Formula 2 con un evento di anticipo, all’esordio in categoria. Un risultato fantastico per Fornaroli, che conquista così il suo 2° titolo consecutivo, dopo aver vinto anche la Formula 3 nel 2024. Leonardo si è trovato alla guida, probabilmente, del team più forte di questa stagione nel lotto della Formula 2, la britannica Invicta Racing, va bene, ma ha saputo mettere in mostra tutte le sue doti velocistiche e la sua intelligenza tattica.

Proprio quest’ultima sua qualità è stata la chiave del suo successo in Formula 3 nel 2024. Nel corso dell’intero campionato non ha conquistato nemmeno una vittoria, ma la sua arma è stata la costanza nei risultati e la freddezza nelle situazioni di gara. Il sorpasso su Gabriele Minì all’ultimo giro dell’ultima gara a Monza, poi, è stata la perla che gli ha regalato il titolo.

In Formula 2, invece, abbiamo visto un Fornaroli diverso, sempre estremamente calcolatore, concreto e costante nei risultati, sì, ma anche vincente. Leonardo ha conquistato quattro vittorie, in Gran Bretagna, Belgio, Ungheria e Italia, confermando il suo grande talento e provando finalmente anche l’ebbrezza del successo, esperienza che in F3 gli era sfuggita. La splendida 2° posizione nella Feature Race del Qatar gli è valsa la conquista del titolo con una gara di anticipo, da rookie di categoria. Non male!

Nonostante questi successi, tuttavia, per il piacentino non si sono ancora aperte le porte della Formula 1, almeno come pilota titolare. Il fatto di non essere legato ad una Academy non ha di certo aiutato, ma anche un team nuovo come Cadillac, che avrebbe avuto la possibilità di ingaggiare una giovane promessa, ha preferito altre strade. Per la regola che impedisce al campione di categoria di iscriversi nuovamente alla stagione successiva, Fornaroli nel 2026 non prenderà parte a nessuna competizione, almeno al momento, ma proprio in questi giorni gli si è presentata una grande opportunità da cogliere senza pensarci due volte.

Lunedì 01 dicembre è stato ufficializzato l’ingresso di Leonardo Fornaroli nel McLaren Young Driver Program, il programma di sviluppo per i giovani piloti del team Campione del Mondo di Formula 1. L’italiano ricoprirà il ruolo di test driver e sarà direttamente coinvolto nell’attività di sviluppo delle future monoposto papaya. Speriamo che questo primo approccio con il mondo della Formula 1 sia il preludio al tanto atteso arrivo di Leonardo nel circus come pilota ufficiale, magari subito a bordo di una vettura competitiva, con la quale poter dimostrare ancora una volta tutto il suo straordinario talento.

 

SFIDA MONDIALE: LA RESA DEI CONTI

Chi avrebbe mai detto, a fine estate, che quattro mesi dopo ci saremmo ritrovati alla vigilia dell’ultimo Gran Premio della stagione non con due, ma con tre piloti in piena lotta mondiale? In 75 anni di storia della Formula 1 è accaduto solo 11 volte. L’ultima volta risale al 2010, quando i piloti in lotta erano addirittura quattro: Fernando Alonso su Ferrari, Mark Webber e Sebastian Vettel su Red Bull, Lewis Hamilton su McLaren. Dei protagonisti di quella sfida mondiale, tre li ritroviamo anche nella sfida che stiamo per vivere: Andrea Stella, al tempo ingegnere di pista di Alonso, ora Team Principal della McLaren; la McLaren, appunto, Campione del Mondo Costruttori e leader della classifica piloti; la Red Bull, che si affida al mago Max per sognare il 5° titolo piloti consecutivo, il 9° della sua storia. Corsi e ricorsi: la Red Bull con ricordi di gloria ad Abu Dhabi, Andrea Stella con incubi e fantasmi da scacciare. Sarà battaglia all’ultimo sangue, sarà uno show imperdibile, comunque andrà a finire sarà storia.

È la 31° volta in 76 edizioni del Campionato che il titolo piloti si decide all’ultima gara, la 5° a Yas Marina, la prima dall’indimenticabile domenica di Abu Dhabi 2021, in cui a festeggiare è stato Max Verstappen, vincitore del suo primo titolo iridato.

Alla vigilia della resa dei conti di Abu Dhabi, la classifica mondiale vede Lando Norris leader a quota 408 punti, 12 di vantaggio su Max Verstappen e 16 sul compagno di squadra Oscar Piastri. Con la vittoria in Qatar, Verstappen ha annullato il primo match point mondiale di Norris, riaprendo definitivamente i giochi per un titolo che la McLaren, per netta superiorità di performance, avrebbe dovuto chiudere alcune domeniche fa. Il team di Woking è in corsa per conquistare il 13° titolo piloti della sua storia, il primo dopo 17 anni (Lewis Hamilton, 2008). Sarebbe la 9° volta che la McLaren vince nella stessa stagione entrambi i titoli, piloti e costruttori (l’ultima risale al 1998, con Mika Hakkinen Campione del Mondo). Interessante notare che, alla vigilia dell’ultima gara, Norris, Verstappen e Piastri hanno conquistato sette vittorie a testa nel corso del campionato.

Analizziamo allora la situazione dei tre contendenti al titolo, andando a vedere quali risultati devono ottenere per laurearsi Campione del Mondo nella magica notte di Yas Marina.

Lando Norris (che in Qatar ha corso la 151° gara con la McLaren, diventando il pilota con il maggior numero di partenze nella storia con il team di Woking) è il favorito d’obbligo per la conquista del titolo mondiale. Grazie ad una seconda parte di stagione estremamente concreta, Norris ha assunto saldamente la leadership della classifica, già dopo la vittoria in Messico ma ancora più fermamente dopo il trionfo in Brasile. Sembrava poter essere in grado di chiudere i giochi anche prima di Abu Dhabi, ma i grossi errori commessi dalla McLaren a Las Vegas e in Qatar hanno rallentato la sua cavalcata, mettendolo nella non facile condizione di arrivare a Yas Marina con tutto ancora da giocare. Lando è l’unico dei tre che in quest’ultima gara può non fare calcoli sui suoi avversari per diventare Campione del Mondo: gli basta, infatti, anche un terzo posto. Nel caso arrivasse 4° al traguardo con Verstappen vincente, i due sarebbero a pari punti in testa alla classifica, ma il britannico perderebbe il campionato a favore di Max per minor numero di vittorie (8 vs 7). I dettagli faranno la differenza e servirà una gestione impeccabile da parte della McLaren di tutti i momenti del weekend, ma Norris ha davvero tra le mani la grande occasione di realizzare il suo sogno. Sarebbe una prima conquista mondiale, alla sua 7° stagione in carriera, più che meritata, per un pilota fenomenale, con alcune debolezze, ma con sempre più punti di forza.

Grazie alla vittoria in Qatar su Piastri, Max Verstappen è tornato in 2° posizione in classifica piloti dopo 20 Gran Premi: lo era già stato, infatti, dal round inaugurale in Australia fino al round del Giappone, sempre alle spalle di Norris. Abbiamo già più volte commentato l’incredibile rimonta di Verstappen: al termine del Gran Premio d’Olanda era completamente escluso dalla lotta mondiale, con 104 punti di ritardo sul leader del mondiale. Sappiamo bene come sono andati i fatti nei mesi successivi. La Red Bull non ha mai smesso di crederci, ha continuato a sviluppare la vettura portandosi quasi al livello della McLaren, e sono arrivate cinque vittorie nella seconda parte della stagione. Tuttavia, dopo la sconfitta in Brasile, il sogno mondiale sembrava tramontato definitivamente. Sono stati i clamorosi passi falsi della McLaren a consentire a Max di ritornare prepotentemente in lotta, addirittura davanti a uno dei due piloti papaya, fino all’ultima gara. Una rimonta mondiale storica, che, anche se non dovesse concludersi con il lieto fine, rimarrebbe negli annali di questo sport. Per laurearsi Campione del Mondo per la 5° volta consecutiva, ed essere così l’unico pilota ad aver dominato il ciclo regolamentare delle vetture ad effetto suolo (2022-2025), Max Verstappen deve guadagnare almeno 12 punti su Norris e non deve perderne più di 4 su Piastri. In caso di arrivo in parità con Norris, se l’olandese vincesse la gara sarebbe campione; in caso contrario non sarebbe campione, per il minor numero di secondi posti ottenuti (5 vs 7). Verstappen è Campione del Mondo se: vince la gara, con Norris giù dal podio; arriva 2°, con Norris 8° o peggio e Piastri 3° o peggio; arriva 3°, con Norris 9° o peggio e Piastri 2° o peggio. Se dovesse vincere questo titolo, l’olandese diventerebbe il quarto pilota nella storia a diventare campione senza essere mai stato leader della classifica nel corso della stagione, dopo John Surtees (Ferrari, 1964), James Hunt (McLaren, 1976) e Sebastian Vettel (Red Bull, 2010). Sarebbe la terza volta che la Red Bull conquista solo il titolo piloti in una stagione: i due precedenti sono il 2021 e il 2024; nel primo caso, Campione Costruttori è stata la Mercedes, nel secondo proprio la McLaren. Questo weekend, Max dovrà essere sempre in modalità “full attack”. Sarà fondamentale per la Red Bull riuscire subito a trovare il giusto assetto, sin dal venerdì, in modo da non dover “perdere tempo” a fare troppi test e tentativi, e Max in pista dovrà fare quello che sa fare meglio di chiunque altro: dominare. Vedremo anche se la Red Bull potrà approfittare di eventuali lotte interne in McLaren (fino a prova contraria, Norris e Piastri sono in piena lotta per il titolo anche tra di loro), e se potrà contare sulla presenza nei piani alti della classifica di Tsunoda, naturalmente (sarebbe oro per la Red Bull), o anche di altri team, come Mercedes e Ferrari, che potrebbero essere arbitri di questa sfida mondiale.

Oscar Piastri, dei tre contendenti al titolo, è il più sfavorito. Davanti a sé, in classifica, ora non ha solo il suo compagno di squadra Norris, ma anche Verstappen; perciò, ha ben due avversari da battere obbligatoriamente in pista. Abbiamo commentato più volte la sua disastrosa seconda parte di stagione. Dall’essere il favorito alla conquista del titolo, dopo la vittoria in Olanda, è diventato il grande sfavorito, soprattutto dopo la mancata vittoria in Qatar. Da Monza al Brasile, Oscar ha conquistato soltanto un podio (quello del discusso “swap” a Monza) ed è stato sempre battuto in gara sia da Verstappen sia da Norris. Gli incidenti in Azerbaijan e quello nella Sprint del Texas sono i due momenti emblematici di questa sua debacle totale. Paradossalmente, la squalifica di Las Vegas ha giocato a suo favore, perché in quel caso non ha perso alcun punto sul leader del mondiale Norris. In Qatar abbiamo ritrovato l’Oscar tremendamente veloce della prima parte della stagione (periodo in cui aveva conquistato sei vittorie, contro le cinque di Norris e le due di Verstappen), ma purtroppo la strategia sbagliata in gara lo ha privato di una vittoria che sembrava poter essere solo sua. Quella mancata vittoria pesa tanto sulle sue chance mondiali, perché si sarebbe trovato ancora 2° in classifica e molto più vicino a Norris, ma di certo non si può dire che sia la causa maggiore per una sua eventuale sconfitta. Per conquistare il suo primo titolo mondiale in carriera, alla sua 3° stagione in Formula 1, e riportare l’Australia sul tetto della Formula 1 per la 5° volta nella storia dopo 45 anni di assenza (l’ultimo a riuscirci fu Alan Jones, con la Williams, nel 1980), diventando il terzo australiano Campione del Mondo dopo Jack Brabham e Alan Jones, Oscar Piastri deve: vincere la gara, con Norris che arriva 6° o peggio, e Verstappen in qualsiasi posizione; arrivare 2°, con Norris che arriva 10° o peggio, e Verstappen 4° o peggio. Le possibilità di vedere Piastri campione sono veramente ridotte ma, come ben sappiamo, in Formula 1 e, soprattutto, ad Abu Dhabi, tutto è possibile.

È una sfida mondiale epica, e sarà un weekend di fuoco e fiamme da seguire tutto d’un fiato. Ma sarà soltanto la bandiera a scacchi della 17° Edizione del Gran Premio di Abu Dhabi a rispondere alla domanda che tutti ci poniamo da nove mesi: chi sarà il Campione del Mondo della 76° stagione di Formula 1?

 

LA SCELTA DI PIRELLI E LE LIVREE SPECIALI PER ABU DHABI

Per il round conclusivo di questa stagione, la Pirelli porta la terna di mescole C3-C4-C5, come ormai dall’edizione 2019 del Gran Premio. In gara, la strategia più comune dovrebbe essere quella ad unica sosta, con l’impiego di medie e hard, ma in caso di Safety Car negli ultimi giri non è escluso l’utilizzo della soft.

 La McLaren correrà l’ultimo Gran Premio stagionale con una livrea speciale, realizzata in collaborazione con Velo, marchio del suo sponsor principale BAT, e con i fan della scuderia. La colorazione della livrea si estende anche alle divise e tute del team. Nico Hulkenberg, invece, proprio nel finale di questa stagione, celebra con un casco dedicato il suo 250° Gran Premio in carriera. Il tedesco ha esordito in Formula 1 15 anni fa, nel 2010, a bordo della Williams.

 

LE ASPETTATIVE PER IL WEEKEND DI YAS MARINA: SARÀ SOLTANTO UNA SFIDA A TRE?

Il Yas Marina Circuit è un circuito da medio carico aerodinamico. I primi due settori sono estremamente veloci, caratterizzati da lunghi rettilinei, curve ampie e chicane. Per andare forte qui, una monoposto deve godere di un’ottima speed trap, ma anche di ottima tenuta in percorrenza di curva, capacità in frenata e trazione. Il terzo settore è, invece, una storia a parte: molto più lento dei primi due, è formato quasi esclusivamente da curve a 90°, quelle che costeggiano il porto degli yacht. In questa porzione di circuito vengono premiate la trazione delle monoposto e la frenata, anche in combinato. È una serie di curve che mette sotto sforzo l’asse posteriore: importante quindi, soprattutto in qualifica, arrivarci con gomme non troppo stanche.

Sulla carta, la favorita ad Abu Dhabi è la McLaren, che, ricordiamo, l’anno scorso ha dominato l’intero weekend, conquistando il titolo costruttori. Il layout del circuito, in realtà, è meno favorevole rispetto al Qatar, ma la grande capacità della MCL39 di gestire le gomme, soprattutto in gara, può essere la carta vincente. C’è, però, un fattore fondamentale da non sottovalutare: la tensione mondiale. La McLaren sa che perdere questo titolo piloti sarebbe una delle figuracce più grandi della storia, dopo un tale dominio nella classifica costruttori. Le “papaya rules” verranno abolite almeno per questa gara, nel caso in cui Piastri si trovasse nelle condizioni di poter aiutare Norris? O il team rimarrà fedele al suo approccio “democratico”, rischiando di perdere un mondiale già vinto? Tutto dipenderà dalle prestazioni dei due piloti in pista, ricordando però che entrambi sono matematicamente in corsa per il titolo, e quindi sono rivali, fino a prova contraria.

La Red Bull è tenuta a mettere nelle mani di Verstappen una monoposto che sia in grado di vincere. E lo può fare: tante volte quest’anno la RB21 con Max è stata alla pari, o addirittura superiore, alla McLaren, grazie al lavoro di ottimizzazione dell’assetto da parte del team. Sarà importante, però, cominciare subito il weekend con il piede giusto, cosa che solitamente al team di Mekies non accade. La Red Bull può contare sull’ottima top speed della vettura, e sarà fondamentale la qualifica, per poter gestire la gara in aria pulita. Per quanto riguarda Max, beh, lui sa bene come si vincono i mondiali, specialmente a Yas Marina! È un’impresa complicata quella che lo attende, ma se c’è un pilota che può farcela, quello è sicuramente Max Verstappen. Per quanto riguarda Tsunoda, sarebbe bello per lui poter chiudere questa prima parte della sua carriera con un buon risultato, ma difficilmente sarà della partita per le posizioni di vertice.

Abbiamo parlato dei due team protagonisti della sfida mondiale, ma tra gli altri chi può fare da zanzarina, magari con alleanze involontarie o rovinando la festa a qualcuno? Sicuramente può farlo la Mercedes, attesa forte sul circuito di Abu Dhabi. La W16 è ottima in trazione e in frenata, e si difende bene nei rettilinei. I piloti, in questo finale di stagione, sono entrambi in grande forma e possono davvero essere della partita per le posizioni da podio. La Ferrari, invece, è il solito punto di domanda. Non dovrebbe soffrire come ha fatto, terribilmente, in Qatar, ma potrebbe non essere così competitiva da giocarsi il podio. Inoltre, potrebbe essere messa un po’ in difficoltà dall’asfalto leggermente sconnesso, che presenta alcuni bump. Hamilton e Leclerc sanno entrambi come andare forte ad Abu Dhabi: il primo ha conquistato 5 vittorie (record) e vorrebbe concludere questa stagione disastrosa con un buon risultato, mentre Leclerc è stato autore di grandi imprese su questa pista, come la rimonta stratosferica del 2024.

Guardando ai team di metà classifica, la Racing Bulls sembra aver blindato la 6° posizione tra i costruttori, ma è ancora accesa la lotta per la 7° posizione tra Aston Martin, Haas e Sauber, racchiuse in un fazzoletto di 12 punti. Sarà fondamentale l’accesso in Q3 in qualifica e un’ottima strategia in gara. La Williams si avvia a concludere la stagione nel ruolo di regina indiscussa del centro gruppo, forte della già assicurata 5° posizione (miglior risultato per lo storico team di Grove dal 2017). L’Alpine, invece, è ai titoli di coda di una stagione molto deludente, con una gara che segna anche l’addio alla Formula 1 della Renault come motorista, dopo quasi 50 anni di storia leggendaria. Anche la Sauber si appresta ad affrontare l’ultimo weekend della sua storia in Formula 1, in attesa del passaggio ad Audi dal 2026.