LA MAGIA DI
SPA-FRANCORCHAMPS: UN CIRCUITO DA BRIVIDI
Sette
chilometri di pura adrenalina e leggenda. In salita verso l’Eau Rouge-Raidillon,
a guardare per un attimo soltanto il cielo, in picchiata verso Pouhon, ad
affrontare curve e rettilinei mitici, immersi nella splendida natura della
foresta delle Ardenne. In più di un secolo di storia, il circuito belga di
Spa-Francorchamps è stato teatro di battaglie epiche, sorpassi impossibili,
rimonte surreali, trionfi memorabili e, purtroppo, anche di incidenti fatali.
Per la sua unicità, la sua completezza, le sue curve da brividi, è considerato
ormai da tutti “l’Università della Formula 1”, uno dei circuiti più belli in
assoluto nel panorama del motorsport mondiale. A 75 anni dalla prima
apparizione della Formula 1 a Spa, siamo pronti a tornare nelle Ardenne, in un
circuito che ha incoronato i grandi campioni della storia, primo fra tutti Sua
Maestà Michael Schumacher. Signore e signori, benvenuti a Spa-Francorchamps.
LA FORMULA 1
IN BELGIO: UN WEEKEND “SPRINT”
Il circus della
Formula 1 torna in azione dopo due lunghe settimane di pausa. Salutata
Silverstone, teatro di una gara davvero pazza, resa indimenticabile e storica
dalla conquista del primo podio in carriera per Nico Hulkenberg, i team hanno
dovuto raggiungere un altro luogo a dir poco spettacolare, che ha fatto la
storia del motorsport e della Formula 1. Il Circuit National de Francorchamps
ospita la 70° Edizione del Gran Premio del Belgio, 13° appuntamento della
stagione 2025, nonché penultimo round prima della pausa estiva di agosto.
A rendere
ancora più speciale il weekend del Belgio sarà la presenza del format Sprint,
che si disputa a Spa per la seconda volta nella storia, dopo l’edizione del
2023, e per la terza volta nel corso di questo campionato, dopo le prime due
apparizioni in Cina e a Miami. Va in scena, dunque, l’unica Sprint europea del
mondiale: le prossime tre caratterizzeranno, infatti, i Gran Premi degli Stati
Uniti d’America, di San Paolo e del Qatar. Sarà un weekend, dunque, più
frenetico del solito, perché i team avranno a disposizione soltanto una
sessione di prove libere: dopodiché, sarà subito qualifica.
IL FUTURO
DELL’APPUNTAMENTO DI SPA: SARÀ UN GRAN PREMIO “A ROTAZIONE”
Ad inizio anno,
nel mese di gennaio, la Formula 1 ha rinnovato il contratto con il Gran Premio
del Belgio fino al 2031. Tuttavia, l’evento non si terrà annualmente, ma
entrerà a far parte di un sistema di rotazione che prevede l’alternanza, nei
prossimi anni, di diverse gare. Nel caso specifico del Belgio, si correrà a Spa
nel 2026, 2027, 2029 e 2031, mentre nel 2028 e nel 2030 il suo posto in
calendario verrà preso da un altro Gran Premio; molto probabilmente, nei primi
anni, verrà disputata una gara sul Circuit de Barcelona-Catalunya che,
ricordiamo, dal 2026 non sarà più la sede del Gran Premio di Spagna.
La decisione di
inserire l’evento belga nella serie dei Gran Premi a rotazione ha
principalmente due motivi. Il primo riguarda le difficoltà economiche che gli
organizzatori delle gare storiche europee (come Spa e Monza) stanno affrontando
per soddisfare le richieste finanziarie di Liberty Media (società statunitense
che dal 2016 è proprietaria dei diritti commerciali della Formula 1): tra
queste, il rinnovamento delle strutture dei circuiti, ad esempio. L’altro
motivo riguarda la presenza di numerose nazioni extraeuropee (Sudafrica,
Ruanda, Thailandia) che sono interessate ad ospitare un nuovo Gran Premio; per
non rischiare di avere troppi eventi in calendario, la Formula 1 deve cercare
dei compromessi tra la volontà di preservare la tradizione e quella di
espandere i suoi orizzonti.
La decisione
presa sul Gran Premio del Belgio, sicuramente, ha fatto storcere il naso a
tantissimi appassionati, ma è necessario anche comprenderne tutte le valide
ragioni. Per il momento, si può dire che, per quanto un po’ complicata da
accettare, sia forse la soluzione più logica e corretta, perché è un
compromesso che risponde alle esigenze di cui abbiamo parlato sopra.
LA NOTIZIA
BOMBA DURANTE LA PAUSA: CHRISTIAN HORNER LICENZIATO DALLA RED BULL
Tra il weekend
di Gran Bretagna e quello del Belgio l’attività in pista non è stata
protagonista, ma il mondo della Formula 1 non era assolutamente in vacanza.
Subito dopo il fine settimana di Silverstone, una notizia bomba ha scosso tutto
il paddock. Christian Horner è stato licenziato dalla Red Bull. In un periodo
in cui tutti parlavano del possibile addio di Verstappen, è arrivato questo
comunicato inaspettato, almeno per quanto riguarda le tempistiche.
Finisce un’era.
Christian Horner ricopriva il ruolo di Team Principal della Red Bull dal 2005,
anno di nascita del team; se si eccettua il caso particolare di Montezemolo in
Ferrari, Horner è stato il più giovane Team Principal della storia, all’età di
31 anni. I numeri parlano da soli: otto titoli piloti conquistati (quattro con
Sebastian Vettel, quattro con Max Verstappen), sei titoli costruttori, 124 gare
vinte, il tutto in 20 anni. Non c’è dubbio: Horner ha fatto la storia, portando
un brand di bevande energetiche sul tetto del mondo della Formula 1,
costruendo, insieme a Dietrich Mateschitz, cofondatore della Red Bull, ed
Helmut Marko, storico consulente del team, un vero e proprio impero, capace di
imporre uno dei domini più schiaccianti della storia.
Perché la Red
Bull ha preso una decisione così importante e rivoluzionaria? Il motivo
specifico non è stato ancora rivelato, e probabilmente non lo sarà mai del
tutto, ma ci sono una serie di aspetti che vanno considerati, che fanno da
sfondo alla situazione e che sicuramente hanno contribuito al licenziamento del
manager britannico.
Il primo
importante aspetto da considerare riguarda il cosiddetto “Horner-gate”.
Torniamo un po’ indietro nel tempo. All’inizio della stagione 2024 nel paddock
era scoppiato un vero e proprio caso. Horner era stato accusato da una
dipendente della Red Bull di comportamenti inappropriati nei suoi confronti.
Dopo due indagini interne al team, che avevano scagionato Horner, la dipendente
si è rivolta a un apparato giudiziario esterno; per questo, il processo non è
ancora concluso, anzi, deve ancora cominciare, con la prima udienza prevista
per il 2026.
Questa
situazione però, ovviamente, cela sotto di sé ben altro, in particolare una
lotta di potere interna al team nata dopo la scomparsa di Mateschitz, tra
Horner e la fazione austriaca, capitanata dal figlio di Mateschitz, Mark, e
composta anche da Helmut Marko e dal “clan” Verstappen (il suo entourage).
Questa lotta di potere sembrava essersi spenta a favore di Horner, anche grazie
all’entusiasmo per la conquista del campionato piloti nel 2024, ma in realtà
non si è mai spenta del tutto. Gli scarsi risultati ottenuti in questo inizio
di stagione, con una monoposto competitiva a sprazzi, ma solo nelle mani di
Verstappen, e comunque mai a livello della McLaren, sarebbero quindi stati una
sorta di pretesto per la fazione austriaca per poter affondare il colpo finale
su Horner.
C’è, poi, un
altro aspetto molto importante da considerare. In questi ultimi anni, la Red
Bull si è vista sottrarre dagli avversari alcuni membri del personale che hanno
contribuito in modo significativo ai successi del team: Adrian Newey, direttore
tecnico, ora in Aston Martin; Rob Marshall, genio della flessibilità del
carbonio, capo progettista, ora in McLaren; Jonathan Wheatley, direttore
sportivo, ora Team Principal della Sauber; Will Courtney, capo stratega, che
lascerà il team a fine 2025. Insomma: l’impero che Horner aveva costruito in
questi 20 anni, con uomini da lui scelti, ormai si è sgretolato.
Infine, a fare
da ciliegina sulla torta è stato il “flirt” tra Max Verstappen e la Mercedes,
che potrebbe aver agito come una sorta di spartiacque. L’entourage di Max
potrebbe aver posto la questione in questo modo: o va via Horner, o andiamo via
noi. Ma vi immaginate se Max lasciasse la Red Bull adesso? Sarebbe un disastro
totale per il team, dato che per il momento, almeno per quanto riguarda la
pista, l’olandese è l’unica punta, l’unica certezza. Quindi, se fino al
licenziamento di Horner tutti davamo ormai quasi per certo l’addio di
Verstappen alla Red Bull, in direzione Mercedes, ora non ci sarebbe da stupirsi
se l’olandese rimanesse, come da contratto, nel team.
Quale sarà il
futuro della carriera di Christian Horner nessuno lo sa ancora, ma sarà
difficile vederlo ancora all’interno del paddock, quantomeno fino a quando il
processo non sarà concluso. Sappiamo, invece, chi è diventato il nuovo Team
Principal e CEO della Red Bull: Laurent Mekies. Il francese, ex direttore
tecnico in Ferrari, dal 2024 allo scorso weekend di Silverstone è stato il Team
Principal della Racing Bulls, team che, sotto la sua direzione, ha fatto
notevoli progressi, lo dicono i risultati. Per Mekies si tratta quindi di una
sorta di “promozione” all’interno della famiglia Red Bull. A prendere il suo
posto come TP della Racing Bulls è Alan Permane, che fino a Silverstone ha
ricoperto il ruolo di direttore sportivo della stessa squadra.
In conclusione,
possiamo dire con certezza che la Red Bull, in questo periodo, sta vivendo una
vera e propria rivoluzione interna, che era probabilmente necessaria viste
tutte le tensioni che sono nate negli ultimi anni. Ora, resta da capire cosa
farà Max Verstappen.
LE
ASPETTATIVE DEL WEEKEND: CHI ANDRÀ PIÙ FORTE A SPA?
Spa-Francorchamps,
tradizionalmente, è sempre stato un circuito che mette a dura prova non solo i
piloti, ma anche gli ingegneri. Questi ultimi, per trovare la combinazione di
assetto ideale, sono obbligati a cercare un grande compromesso tra l’alto carico
aerodinamico, fondamentale per affrontare al meglio le ampie curve del secondo
settore, e un’elevata efficienza aerodinamica, che valorizzi la velocità di
punta nei lunghi rettilinei del primo e del terzo settore.
Fatta questa
premessa, è d’obbligo, ancora una volta, considerare la McLaren come favorita
del weekend. Pur non avendo nella velocità massima il suo punto di forza, la
MCL39 è una monoposto che genera un carico aerodinamico spaventoso. Ciò
consente agli ingegneri di adottare sulla monoposto assetti più scarichi, in
modo da massimizzare anche la performance nei rettilinei. Questo discorso vale
su pista asciutta: sul bagnato, come abbiamo visto anche a Silverstone, la
McLaren è ancor più imbattibile, proprio in virtù dell’enorme quantità di
carico generato.
Per quanto
riguarda gli altri top team, Ferrari e Red Bull potrebbero trovarsi a loro agio
a Spa.
La Red Bull è
una monoposto a cui piacciono le curve veloci e, inoltre, Verstappen è sempre
andato fortissimo in questo circuito, anche negli anni in cui non ha dominato
il campionato. Per Max, questa si può considerare come la seconda gara di casa,
essendo lui nato in Belgio.
Guardando alla
Ferrari, invece, sulla carta questa dovrebbe essere una pista favorevole alla
SF25, al netto delle importanti novità tecniche introdotte questo weekend. I
due piloti sono, inoltre, specialisti di Spa: Hamilton ha trionfato quattro
volte sulle Ardenne, mentre Leclerc nel 2019, proprio qui, ha conquistato la
sua prima vittoria in carriera.
La Mercedes,
infine, potrebbe essere il team un po’ più in difficoltà tra i top: la W16 è
una monoposto che non gradisce molto i compromessi d’assetto.
Tutte queste
considerazioni, però, devono tener conto di due variabili estremamente
importanti: il fatto che non si tratti di un weekend ordinario, ma di un format
Sprint, e il meteo belga, che non si può mai prevedere con certezza e può
cambiare faccia da un momento all’altro.
LA NOVITÀ
DEL SALTO DI MESCOLA E GLI AGGIORNAMENTI TECNICI: TANTA ATTESA PER LA NUOVA
SOSPENSIONE DELLA FERRARI
Una delle
novità tecniche di questo weekend riguarda le gomme. Per la prima volta da
quando esiste la suddivisione in mescole, la Pirelli ha messo a disposizione
dei team tre mescole in una combinazione non canonica. Le gomme hard sono le
C1, le medie sono le C3 e le soft sono le C4. Il salto di mescola da C1 a C3
(quindi tra hard e medie) comporta che le hard saranno gomme molto più dure
delle medie. Vedremo come questo influirà sulle strategie dei team.
Nonostante la
presenza del format Sprint, quasi tutti i team si sono presentati in Belgio con
degli aggiornamenti tecnici alle vetture. Naturalmente, non possiamo non
cominciare dalla Ferrari.
A Spa debutta,
finalmente, la nuova sospensione posteriore, che si configura come la seconda
parte del pacchetto di aggiornamenti introdotto in Austria. La nuova
sospensione è pensata per risolvere un problema che affligge la SF25 da inizio
anno: la poca rigidezza al posteriore. Testata per la prima volta in un filming
day al Mugello il 17 luglio, essa presenta, anche ad occhio nudo, una grande
novità nella geometria del triangolo superiore: la posizione di attacco del
primo braccio è stata abbassata ed è quindi aumentata la distanza tra i
braccetti. Questa modifica permette l’incremento della capacità di antidive
della vettura, cioè il beccheggio, con l’obiettivo di controllare meglio il
retrotreno. Questa è l’unica modifica visibile, ma è logico pensare che la
sospensione presenti ben altre novità al suo interno. Vedremo quali benefici
darà, in termini di performance, ma soprattutto di guidabilità, questa grande
modifica, ricordando però che, ormai, l’obiettivo massimo per la Ferrari in
questo 2025 è difendere la seconda posizione in classifica costruttori.
Naturalmente,
in questa pausa di due settimane non ha lavorato solo la Ferrari. Vediamo,
quindi, le principali novità degli altri team.
Anche la Red
Bull ha portato un grande pacchetto di aggiornamenti. Esso comprende: una nuova
ala anteriore, modificata nel 3° e nel 4° elemento; modifiche alla sospensione
anteriore, ai corner ruota anteriori e alle prese d’aria nella sezione delle
pance.
La Mercedes
introduce una nuova ala anteriore, che presenta una corda maggiorata in
corrispondenza del secondo elemento, e una modifica ai corner ruota anteriori.
L’Aston Martin
ha accorciato il nose (ora l’ala anteriore è posta sul secondo elemento) e
presenta delle modifiche sulla stessa ala anteriore.
La Racing Bulls
ha rivisto i corner ruota e ha migliorato la geometria del diffusore, mentre la
Williams ha portato grossi aggiornamenti al fondo, nelle fences e nel
pavimento, e delle modifiche ai sidepod, per migliorare il raffreddamento della
Power Unit.