Gran Premio degli Stati Uniti d'America 2025: il Post Gara
INTRODUZIONE
Max Verstappen domina in Texas e riapre il mondiale. Un imbattibile super Max fa suo anche il weekend di Austin, vincendo sia la Sprint sia la gara della domenica. A cinque gare dal termine del campionato, l’olandese si ritrova a 40 punti di distacco dal leader del mondiale Oscar Piastri: un’avvincente e inaspettata lotta a tre è pronta ad infiammare il finale di stagione. Lando Norris, con un’ottima gara, guadagna ancora dei punti su Piastri, avvicinandosi sempre di più al vertice della classifica. Weekend anonimo, invece, per l’australiano: prima combina un disastro papaya nella Sprint; poi è autore di una gara molto deludente, con un passo molto più lento rispetto ai diretti avversari. La Ferrari sprofonda il venerdì e risorge nel resto del weekend, con un evidente miglioramento di setup che porta uno straordinario Charles Leclerc sul podio per la 6° volta in stagione. La difesa del monegasco su Norris è stata una vera lezione per tutti: spettacolare. La 4° posizione ottenuta da Lewis Hamilton conferma la sorprendente velocità della Ferrari. Difficoltà, invece, per la Mercedes, con Russell solo 6°, e la gara di Antonelli compromessa da un contatto con Sainz ad inizio gara. Un super Hulkenberg ritrova tanta velocità e termina la gara in una fantastica 8° posizione con la Sauber, davanti a un solido Bearman e al vecchio leone Alonso. Dopo una qualifica accettabile, invece, come al solito, l’Alpine fa il gambero in gara, costringendo i suoi due piloti alle retrovie.
Benvenuti al Post Gara della 45° Edizione del Gran Premio degli Stati Uniti d’America, 56 giri tra le asperità del Circuit Of The Americas di Austin nel pomeriggio texano di domenica 19 ottobre 2025.
PARLA LA PISTA
PROVE LIBERE. Nella mattinata del venerdì, va in scena l’unica sessione di prove libere del weekend. Per via del poco tempo a disposizione, tutti scendono in pista subito, e tutti con gomme hard, per poter compiere un gran numero di giri.
Durante i primi run, Norris è il più veloce, con una McLaren fortissima nel terzo settore; questo evidenzia la grande capacità della MCL39 di tenere in vita le gomme per tutta la durata del giro. Ottima anche la Red Bull con entrambi i piloti, la Mercedes con Russell, mentre in casa Ferrari, come a Singapore, Hamilton sembra più pimpante di Leclerc. La Ferrari, però, fatica un po’ nell’ultimo settore. Danno ottimi segnali la Williams e anche la Sauber con Hulkenberg.
La sessione viene interrotta con una bandiera rossa per permettere ai commissari di recuperare un detrito portato in pista da Stroll. Alla ripartenza, Sainz è costretto ad abbandonare la sessione per un problema al cambio della sua Williams.
Prima di simulare la qualifica, quasi tutti provano il passo gara. Tuttavia, è una simulazione complicata da leggere, perché alcuni imbarcano il quantitativo di carburante per la Sprint, come le McLaren e Russell, altri per la gara main, come le Red Bull. Nel frattempo, Ocon accusa dei problemi ai freni della sua Haas.
Negli ultimi minuti, tutti provano il passo di qualifica, ma con scelte di gomme differenti: Red Bull e McLaren sono su gomma soft, Mercedes e Ferrari su media. Leclerc, però, accusa dei problemi al cambio e non esegue nessun giro lanciato.
Il più veloce è Norris, mentre sorprendono Hulkenberg e Alonso. Russell e Hamilton sono lontani dai tempi top, per via dell’utilizzo della media. Antonelli, invece, non riesce in un giro velocissimo; Tsunoda è molto lontano dal tempo di Verstappen (che si lamenta dell’altezza della vettura, troppo radente al suolo), mentre sono ottimi i tempi di Hadjar e Bearman, entrambi in top 10. In generale, probabilmente la Red Bull è un po’ più giù di motore rispetto alla McLaren: per questo, nelle Shootout è attesa una lotta serrata tra Verstappen e le due McLaren.
La top 10 vede, quindi, Norris davanti a Hulkenberg, Piastri, Alonso, Verstappen, Albon, Russell, Hamilton, Hadjar e Bearman. Tsunoda è 13°; Antonelli 18°, dietro anche le due Alpine; Leclerc chiude la classifica, 20°.
SHOOTOUT. Nel pomeriggio texano del venerdì vanno in scena le Shootout, sessione di qualifica più breve rispetto a quella tradizionale, che stabilisce la griglia di partenza della Sprint.
Nella SQ1 e nella SQ2 è obbligatorio l’utilizzo delle gomme medie, mentre nella SQ3 tutti utilizzeranno le soft.
Nella SQ1 sono tutti subito in pista, per avere più tentativi a disposizione. Al termine dei primi giri lanciati, Verstappen comanda davanti a un ottimo Hamilton, mentre Piastri è 3° e precede Norris e Antonelli. Un po’ in difficoltà è Russell, mentre Leclerc non ha fatto un buon giro ed è solo 16°, virtualmente escluso. Nel secondo tentativo, Norris batte il tempo di Verstappen, un magnifico Hulkenberg raggiunge addirittura la top 5, Gasly si qualifica per la SQ2, mentre Leclerc e Russell si salvano con un ultimo giro sufficiente a qualificarsi. La lotta per l’ingresso nella seconda fase viene influenzata dal timing sbagliato dei team, che mandano troppo tardi i loro piloti in pista: molti, tra cui Tsunoda, prendono bandiera, non riuscendo a fare il loro giro. Sono così eliminati: Bearman, Colapinto, Tsunoda, Ocon e Bortoleto, rimasto senza tempo anche a causa di un track limits.
Nel primo tentativo della SQ2, la Ferrari arranca: Hamilton e Leclerc sono virtualmente esclusi. Intanto, Norris comanda la classifica davanti a Verstappen, Piastri, Russell e le due Williams, mentre Antonelli è solo 8°. Quando anche Hulkenberg entra in top 10, ancora con un giro molto buono, Antonelli si ritrova a lottare con le due Ferrari per l’accesso alla SQ3. La spuntano Hamilton e Leclerc (con molta fatica, sono solo 9° e 10°), mentre Antonelli viene eliminato. Con il pilota italiano, sono eliminati anche Hadjar, Gasly (buon 13° posto per l’Alpine), Stroll e Lawson; accedono alla SQ3 Alonso e le due Williams, oltre a Hulkenberg.
Nella SQ3, Russell e le due Williams scendono subito in pista per avere più tentativi a disposizione; scelta opposta, invece, per tutti gli altri, che vanno in pista negli ultimi minuti per completare un solo giro. Russell batte entrambe le Williams, ma di poco, a causa di un errore in curva 1. Verstappen sceglie di uscire in pista per ultimo, rischiando una bandiera gialla ma con pista leggermente migliore. Sarà la mossa giusta.
Verstappen conquista la sua prima pole position Sprint in stagione, la seconda consecutiva in Texas. È la sua 7° pole position su 16 Sprint disputate. Norris si ferma a pochi centesimi dal tempo di Max; 3° è Piastri, abbondantemente più staccato rispetto ai primi due.
Seguono un magico Hulkenberg, 4° con la Sauber, davanti a Russell, Alonso (gran risultato per lo spagnolo), Sainz, Hamilton, Albon e Leclerc (Ferrari disastrosa).
SPRINT.
Il primo appuntamento della giornata di sabato è con la Sprint, una gara di 19 giri che assegna punti ai primi otto classificati.
Scelta gomme: per affrontare i 19 giri della Sprint, tutti i piloti scelgono gomme medie.
Al via, Verstappen ha lo spunto migliore e scappa in testa. Alle sue spalle, il far west! Piastri parte meglio di Norris e lo affianca all’esterno in curva 1. In uscita tenta l’incrocio, ma trova al suo esterno la Sauber di Hulkenberg, che a sua volta è affiancato da Alonso. Il sandwich è clamorosamente fatale per i due piloti McLaren: Piastri colpisce Norris ed entrambi sono costretti al ritiro. Disastro papaya! Anche Alonso si deve ritirare, mentre Hulkenberg, con la vettura danneggiata, riparte 15°.
In tutto questo caos, Russell sale in 2° posizione seguito da Sainz e le due Ferrari, mentre Tsunoda, dopo una partenza fantastica, è già 7°, davanti a Bearman, Gasly e Antonelli. Intanto, si entra in regime di Safety Car a causa dell’incidente al via.
Al 6° giro si riparte. Verstappen tiene il comando, ma il passo che tiene nei primi giri non è velocissimo, tanto che Russell rimane nella sua scia. Due giri dopo, addirittura, George affonda la staccata in curva 12, ma è all’esterno e Max sta davanti. Da questo momento, Verstappen sarà inattaccabile: Russell non riuscirà più a tenere il suo ritmo.
Antonelli, intanto, passa Gasly e si mette sulla scia di Bearman. La battaglia tra i due durerà tutta la gara. Bearman è bravissimo nella difesa, finché, a seguito di un attacco di Kimi, va fuori pista, tenendo la posizione sul bolognese: verrà penalizzato di 10 secondi.
Nel frattempo, Leclerc, dopo essere stato per molto tempo nella scia di Sainz, con una Ferrari più veloce della Williams, perde per un attimo il controllo nello snake, perdendo sia contatto da Sainz, sia la posizione su Hamilton, che sale 4° grazie a un bel sorpasso.
Al 16° giro, Ocon e Stroll, in battaglia tra di loro per la 12° posizione, vengono a contatto: Stroll tenta il sorpasso in curva 1, ma sbaglia la staccata, blocca gli pneumatici e colpisce in pieno la Haas. Entrambi sono costretti al ritiro, e la Safety Car che ne consegue rimane in pista fino alla bandiera a scacchi.
Verstappen vince, così, la Sprint degli Stati Uniti d’America. Per lui è la terza vittoria Sprint consecutiva ad Austin, la seconda della stagione dopo quella del Belgio. Si tratta di una vittoria importante: pur trattandosi di una Sprint, con il doppio ritiro McLaren, Max ha guadagnato punti su Piastri e Norris per la 4° volta consecutiva. Russell termina 2°, mentre un grandissimo Sainz è 3°, e conquista il suo primo podio Sprint con la Williams.
Seguono Hamilton e Leclerc, con una Ferrari non malvagia nel passo gara (ma comunque battuta dalla Williams), Albon, un ottimo Tsunoda, e Antonelli a chiudere la zona punti. Concludono la top 10 Lawson e Gasly. Hulkenberg rimedia una 13° posizione, davanti a Colapinto e Bearman, scivolato in ultima posizione per la penalità, dopo aver corso una splendida Sprint.
QUALIFICHE.
La giornata di sabato prosegue con la disputa delle qualifiche, che decideranno la griglia di partenza del Gran Premio di domenica.
Nella Q1, subito un incidente: è Hadjar, che perde il controllo della sua Racing Bulls nello snake, finendo pesantemente contro le barriere. Alla ripartenza dalla bandiera rossa, Norris abortisce il suo primo giro per un errore, mentre con una Ferrari evidentemente molto migliorata a livello di setup Leclerc è leader su Verstappen, Hamilton e Sainz. Piastri è 6°, mentre Norris, quando ricompie il suo giro, è solo 7°, con una McLaren che non sembra in forma. Intanto nelle retrovie si lotta per l’accesso alla Q2. Vengano eliminati Bortoleto, Ocon, Stroll, Albon (per un track limits) e Hadjar. Ottimi tempi per Lawson, Hulkenberg e Gasly; anche Colapinto entra in Q2 con un bel giro.
Nel primo tentativo della Q2, Russell, Hulkenberg e Alonso montano gomma usata. Verstappen è ancora 1°, davanti a Leclerc, Norris, Hamilton, Antonelli, Sainze Piastri. Con il secondo tentativo con gomma nuova, Russell si piazza 6°, dietro Antonelli; Tsunoda e Hulkenberg non riescono ad accedere alla Q2. Gli eliminati sono, infatti Hulkenberg, Lawson, Tsunoda, Gasly e Colapinto. Sainz Alonso e uno splendido Bearman accedono alla Q3.
Nel primo tentativo della Q3, entrambi i piloti Ferrari sbagliano nel loro giro lanciato e sono solo 9° e 10°. Verstappen comanda su Russell, Antonelli, Bearman, Sainz, Piastri e Alonso. Nel secondo tentativo, Verstappen esce troppo tardi dai box e prende bandiera: il suo tempo è comunque sufficiente per la pole position. Per l’olandese è la 2° pole position in Texas, dopo quella del 2021. Norris è 2°, davanti ad un super Leclerc 3° a pochissimi millesimi dal tempo di Norris. La prima fila è invertita rispetto al 2024.
Seguono Russell, Hamilton (a conferma di un’ottima Ferrari), Piastri (la delusione di giornata), un buon Antonelli, Bearman (splendido 8°, al suo miglior piazzamento in carriera in qualifica), Sainz e Alonso che, con la sua Aston Martin, chiude la top 10°.
GARA.
Scelta gomme: la maggior parte dei piloti sceglie gomme medie per il primo stint di gara. In top 10, scelta aggressiva per la Ferrari di Leclerc, che indossa le soft per andare subito all’attacco in partenza. Sono su soft anche Bortoleto e Stroll; Ocon, Albon e Hadjar scelgono, invece, le hard.
Al via, Verstappen tiene il comando senza alcun problema, mentre Leclerc è subito aggressivo su Norris e lo supera, salendo 2°. Partenza difficile, invece, per Russell, superato sia da Hamilton sia da Piastri.
Nelle retrovie, Albon va in testa-coda a causa di un contatto con Bortoleto, mentre a centro gruppo Sainz attacca Bearman per l’8° posizione. Tsunoda, intanto, è già salito 10° grazie ad un’ottima partenza.
Durante i primi giri di gara, Leclerc cerca di tenere il passo di Verstappen, ma con un po’ di difficoltà, mentre Hamilton è molto vicino a Norris, e Russell mette sotto pressione Piastri.
Al 7° giro, Sainz è all’attacco di Antonelli, ma giudica male il punto di sorpasso e colpisce la Mercedes, mandando in testa-coda l’italiano. Kimi riparte in fondo al gruppo, con una gara compromessa, mentre Sainz è costretto addirittura al ritiro per i troppi danni riportati. Albon e Bortoleto approfittano della Virtual Safety Car che ne consegue per effettuare il loro primo pit stop. La scelta di Albon, che va su gomma media, è un importante indizio sul fatto che la hard non è una gomma buona per la gara.
Leclerc, intanto, comincia a soffrire con le soft, ma deve aspettare almeno il 20° giro per il pit stop. Comincia così una bellissima battaglia con Norris: Lando è visibilmente molto più veloce, ma Charles è bravissimo ad affrontare le curve dello snake, in modo da uscire da curva 11 con 7-8 decimi di vantaggio sul rivale. Al 21° giro, però, Norris è molto più vicino e il sorpasso è inevitabile. A questo punto, tuttavia, Lando è lontano 10 secondi da Verstappen, con l’olandese in totale gestione della leadership.
La Ferrari non richiama subito ai box Leclerc, ma aspetta forse un giro di troppo. Hamilton, infatti, tenta il sorpasso sul monegasco, ma Charles si protegge in modo deciso: in questo frangente, entrambi perdono del tempo. Subito dopo questa lotta, Leclerc entra finalmente ai box, monta gomme medie ed esce in 9° posizione. Velocemente, recupera fino al 4° posto, grazie anche alle soste di Hamilton e Piastri.
Al 33° giro, Norris è ai box per la sua sosta: riparte, con gomme soft, alle spalle di Leclerc, con l’obiettivo di recuperare velocemente il ferrarista. Nel frattempo, anche Verstappen e Russell effettuano la loro sosta: Max rientra da leader incontrastato della gara, con 6 secondi di vantaggio su Leclerc; George, invece, torna in 6° posizione, a 4 secondi da un anonimo Piastri.
Al 35° giro, Tsunoda, nel difendersi da Bearman per la 7° posizione, esegue un cambio di direzione improvviso, che invia il britannico prima nell’erba e poi in testa-coda. Ne approfitta, così, Hulkenberg, che sale in 8° posizione. Antonelli, nella sua rimonta, è intanto risalito fino alla 13° posizione: la zona punti è, però, lontana.
Negli ultimi giri, Norris recupera tutto lo svantaggio su Leclerc e tra i due è ancora battaglia. Leclerc si difende ancora bene affrontando lo snake in maniera magistrale, ma Norris, questa volta, capisce che deve fare qualcosa di diverso.
In modo molto intelligente, attacca Leclerc in curva 1; il monegasco si difende bene, ma in uscita dalla curva si trova in una posizione sfavorevole ed è più lento di Norris. Charles non riesce a scappare nello snake, Lando gli resta incollato e all’inizio del rettilineo gli è alle costole. Leclerc non ha scampo: Norris completa il sorpasso prima di arrivare alla staccata e vola via. Negli ultimi giri, Piastri è più veloce di Hamilton, ma la gara è ormai finita.
Max Verstappen vince il Gran Premio degli Stati Uniti d’America, conquistando la 68° vittoria della sua carriera, la 4° in Texas e la 5° stagionale. Con questa vittoria, la Red Bull eguaglia il record della Mercedes di cinque successi al COTA. Per Max è un successo importantissimo: l’olandese ha definitivamente riaperto il campionato e si ritrova a 40 punti di distacco da Piastri e 26 da Norris. Proprio Norris giunge 2° al traguardo, guadagnando anche lui punti importanti su Piastri, grazie ad una gara molto intelligente. Leclerc torna sul podio con la Ferrari dopo cinque gare di digiuno (la Rossa non andava a podio dal Belgio), conquistando il 6° podio stagionale per sé e per la Ferrari.
Seguono Hamilton (a conferma di un’ottima Ferrari, che eguaglia il miglior risultato stagionale dell’Austria, con il 3° e il 4° posto), Piastri (a conclusione di un brutto weekend da parte sua), Russell, un buon Tsunoda (a conferma della bontà della Red Bull), un fantastico Hulkenberg (finalmente tornato nei piani alti della classifica con la sua Sauber), Bearman, con il team di casa Haas, a conclusione di uno splendido weekend, e Alonso, che chiude la top 10. Antonelli chiude 13°, dopo una gara compromessa già in partenza a causa del contatto con Sainz.
I TOP DEL WEEKEND
1. MAX VERSTAPPEN
In Texas non c’è stata storia per nessuno: Max Verstappen è stato semplicemente imbattibile. Con una Red Bull in totale sintonia con il COTA (lo si è visto anche grazie al buon weekend di Tsunoda), Max non ha mai lasciato la prima posizione, dominando tutte le sessioni. Pole position nelle Sprint Shootout; vittoria nella Sprint (mentre le due McLaren hanno combinato un disastro); ancora pole position nelle qualifiche; ancora vittoria nella gara di domenica.
Un dominio totale, senza se e senza ma, che lo mette, adesso per davvero, clamorosamente in lotta per conquistare il suo quinto titolo mondiale consecutivo; ciò, al rientro dalla pausa estiva, era assolutamente impensabile. Pensate soltanto al fatto che, dopo il Gran Premio d’Olanda, l’olandese aveva un ritardo da Piastri di 104 punti. In quattro weekend, ne ha guadagnati 64: è incredibile! A cinque gare dal termine del campionato, Verstappen ha un ritardo sul leader Piastri di soli 40 punti, e di 26 su Norris. Se la Red Bull si dovesse dimostrare così competitiva anche nei prossimi circuiti, Max avrebbe davvero la possibilità di portare a conclusione una delle imprese più clamorose nella storia della Formula 1.
A confermare l’ottimo stato di forma della Red Bull qui ad Austin è stato anche il buon weekend di Tsunoda. Nonostante due qualifiche complicate, il giapponese è andato forte in entrambe le gare. La sua partenza nella Sprint è stata un vero spettacolo (sembrava un videogioco!), e anche in gara ha recuperato bene fino alla 7° posizione. Finalmente Yuki sembra poter respirare un po’, probabilmente aiutato anche dalla magistrale gestione del nuovo Team Principal Laurent Mekies.
2. FERRARI
Ma cosa è successo? La Ferrari tra i top? Ad Austin, un circuito temutissimo, che avrebbe dovuto mettere in risalto tutti i punti deboli della SF-25? Eh sì, è tutto vero: la Ferrari è stata la sorpresa del weekend texano.
Un weekend, se ci facciamo caso, dall’andamento totalmente opposto rispetto agli ultimi che abbiamo vissuto. Il venerdì è stata una giornata molto complicata per Maranello. La vettura non è stata mai competitiva, sempre in difficoltà: nelle Shootout, Hamilton e Leclerc non hanno fatto meglio dell’8° e del 10° tempo, addirittura alle spalle della Williams, oltre che della Sauber di Hulkenberg. In gara Sprint hanno poi approfittato del patatrac tra le due McLaren, Hulkenberg e Alonso, ma sono state comunque battute dalla Williams di un super Sainz.
La vera svolta arriva nella seconda parte del weekend quando, durante il parco aperto tra Sprint e qualifiche, il team lavora sull’assetto della vettura e riesce a dare vita alle prestazioni della SF25. In qualifica il tempo pole di Verstappen è inarrivabile, ma Leclerc è comunque 3°, e per appena 6 millesimi manca la prima fila; Hamilton viene battuto da Russell, ma è comunque 5°, davanti alla McLaren di Piastri.
Anche in gara il passo della Ferrari non è affatto male. La scelta di far partire Leclerc con le soft si rivela corretta, perché Charles riesce subito a prendere la posizione su Norris e tenerla fino quasi al momento del pit stop. La difesa di Leclerc su Norris è stata uno spettacolo ed evidenzia ancora una volta la grandissima qualità della guida di Charles. Pur arrendendosi alla superiorità della McLaren, Leclerc è riuscito a tornare sul podio dopo sei gare di digiuno: un risultato che, insieme al quarto posto di Hamilton, dà morale al team, dopo i disastri degli ultimi weekend.
Forse, unica pecca della gara della Ferrari è stato il timing del pit stop di Charles: si sarebbe potuto effettuare un giro prima, in modo da evitare quella inutile lotta interna con Hamilton.
Grazie a questo risultato, la Ferrari guadagna punti sulla Mercedes. Oltre alla lotta nel mondiale piloti, anche la battaglia per il 2° posto nella classifica costruttori promette un finale incandescente: Mercedes, Ferrari e Red Bull sono racchiuse in un fazzoletto di 10 punti. Considerando le ultime gare, la favorita è senza dubbio la Red Bull, ma è comunque una splendida lotta tutta da vivere (e anche estremamente importante lato economico!).
3. NICO HULKENBERG
Negli ultimi weekend una delle domande ricorrenti era: che fine ha fatto Nico Hulkenberg? Eh sì perché, dopo la magia di Silverstone, il tedesco era completamente sparito dai radar. Serviva una risposta da parte del tedesco, anche perché in Formula 1 il vento corre veloce e il mercato piloti è bollente.
La risposta è arrivata in Texas, e che risposta! Nico ha firmato un weekend clamoroso in termini di velocità, surclassando Bortoleto in ogni sessione. La magia più bella arriva nelle Shootout, dove Hulk si piazza in un’incredibile 4° posizione, in seconda fila al fianco di Piastri. Purtroppo, nella Sprint è coinvolto nella frittata papaya, che gli compromette una potenziale ottima prestazione in zona punti. Riesce comunque a ripartire, ma la sua Sauber ha dei danni e al traguardo è solo 13°.
In qualifica non ha la velocità per ripetere la magia delle Shootout, ma è comunque 11° e per pochissimo non accede alla Q3. La sua gara, poi, è davvero ottima. Al traguardo arriva 8°, approfittando del disastro di Sainz e Antonelli e battendo in pista Alonso e Bearman. Risultati del genere sono una boccata di ossigeno per Hulkenberg e per la Sauber: la speranza è che non sia solo un caso isolato.
4. OLIVER BEARMAN
Weekend ancora una volta molto positivo per Ollie Bearman, che sta disputando un’ultima parte di stagione davvero concreta, soprattutto se confrontato con Ocon, nonostante tutte le penalità che ha preso quest’anno, alcune davvero troppo severe.
In occasione del Gran Premio di casa, la Haas ha portato grossi aggiornamenti alla vettura, evidentemente sfruttati alla grande da Bearman. Nonostante le difficili Shootout, chiuse soltanto in 16° posizione, nella Sprint è bravissimo a sfruttare il caos della partenza e ritrovarsi addirittura 8° al rientro della Safety Car. Purtroppo, la lotta con Antonelli è andata totalmente a suo sfavore, perché è stato penalizzato ed è scivolato in fondo al gruppo: un vero peccato!
In qualifica, però, continua a dimostrare tutta la sua velocità, cogliendo il suo miglior risultato in carriera: una splendida 8° posizione. In gara cede soltanto al rientro di Hulkenberg, ma la 9° posizione davanti ad un mastino come Alonso è comunque molto buona.
I FLOP DEL WEEKEND
1. OSCAR PIASTRI
Oscar Piastri comincia a vedere tanti fantasmi. Per lui, da dopo la vittoria in Olanda, sono soltanto delusioni e tantissimi punti persi in classifica. Il suo weekend ad Austin è stato molto anonimo e deludente. Va bene che la McLaren ha ormai perso l’enorme superiorità che aveva rispetto agli altri team, però in queste ultime gare Oscar sta davvero faticando tanto.
In estate sembrava un pilota estremamente concreto, per alcuni addirittura il nuovo “Iceman”. La verità è che la sua corazza di ghiaccio si sta sciogliendo sempre di più, le sue debolezze stanno emergendo. Probabilmente la pressione di essere leader del mondiale, a cinque gare dal termine, alla sua terza stagione in carriera è la principale ragione di questo suo periodo non felice.
L’errore in partenza nella Sprint è stato molto grave, dalle conseguenze disastrose per lui e per il team. Nel resto del weekend, poi, non c’è mai stato: sempre molto più lento di Norris, totalmente anonimo sia in qualifica sia in gara, dove avrebbe dovuto quantomeno stare davanti alla Ferrari di Hamilton.
Serve una risposta immediata a partire dal Messico, perché la sua leadership mondiale, che sembrava tanto solida dopo la vittoria in Olanda (che è, a conti fatti, anche l’ultima vittoria McLaren della stagione), sta cominciando a vacillare, con Norris e Verstappen sempre più vicini.
2. MERCEDES
Dopo il grande trionfo di Singapore, la Mercedes è tornata con i pedi per terra in un circuito tradizionale come il COTA, con curve ampie e temperature alte.
Al di là dell’ottima Sprint di Russell, chiusa in 2° posizione, con anche un tentativo di attacco nei confronti di Verstappen, si può dire che la Mercedes sia stata la quarta forza del weekend, alle spalle anche della Ferrari.
In gara, Russell non ha avuto mai la velocità per tornare nelle posizioni da podio, tagliando il traguardo solo in 6° posizione, mentre Antonelli è stato molto sfortunato con il contatto con Sainz. Da quel momento la corsa del bolognese è stata tutta in salita e, nonostante un gran ritmo, Kimi non è riuscito a tornare in zona punti, terminando la gara in 13° posizione.
3. ISACK HADJAR
In Texas la Racing Bulls non ha mai brillato come ci si potesse aspettare alla vigilia e i due piloti sono stati sempre fuori dalla top 10.
Per Hadjar, l’incidente nelle qualifiche è stato un duro colpo. Partendo dalle retrovie, non è riuscito a fare meglio del 16° posto. Anche nella Sprint, comunque, è stato battuto da Lawson, pur essendogli partito davanti.
4. WILLIAMS
Tanto potenziale sprecato per la Williams ad Austin. La monoposto è stata ottima per tutto il weekend, ma gli errori dei piloti hanno impedito al team di Grove di raccogliere i punti che avrebbe potuto e dovuto guadagnare.
Per la verità, il podio Sprint di Sainz è stato un grandissimo risultato e, in generale, lo spagnolo è stato velocissimo per tutto il weekend. Un po’ in difficoltà, invece, Albon, mai all’altezza di Sainz e autore di un errore in qualifica che lo ha condannato alle retrovie.
In gara, poi, un disastro. Albon si tocca con Bortoleto e va in testa-coda da solo, ripartendo in fondo al gruppo. Sainz tenta un attacco insensato ad Antonelli, mandando in testa-coda Kimi e danneggiando irreparabilmente la sua Williams. Risultato: Sainz ritirato e Albon 13°, in una gara in cui la Williams avrebbe dovuto fare incetta di punti.
VERSO CITTÀ DEL MESSICO
Con la quinta vittoria stagionale di Max Verstappen, la clamorosa frittata papaya nella Sprint e la rinascita inaspettata della Ferrari, cala il sipario sul weekend del Texas, come ogni anno ricco di emozioni e colpi di scena. Se ci aspettavamo un finale di stagione all’insegna del dominio McLaren e della lotta mondiale riservata soltanto a Piastri e Norris, beh, siamo stati tutti smentiti. Verstappen sta rendendo epico questo campionato, cercando di portare a termine un’impresa che avrebbe del leggendario. 40 punti da recuperare su Piastri non sono pochi per Max, ma nemmeno così tanti in fin dei conti. Se la McLaren non tornerà a dominare, ci aspetta una clamorosa volata a tre per il titolo, assolutamente impronosticabile fino a qualche gara fa.
Mentre la Sprint ci dà appuntamento al Brasile, il tour americano del circus continua già il prossimo weekend, quando la terra di Speedy Gonzales sarà teatro di un’altra entusiasmante sfida mondiale. L’Autódromo Hermanos Rodríguez è pronto ad ospitare la 5° Edizione del Gran Premio di Città del Messico, 20° round del Campionato 2025. In un circuito dove ha conquistato ben cinque vittorie, Verstappen proverà ad imporsi ancora una volta per continuare a mettere pressione alle due McLaren. Piastri e Norris, dal canto loro, sono obbligati a tornare alla vittoria per proteggere un titolo mondiale che solo loro possono perdere.