
Gran Premio d'Azerbaijan 2025: il Post Gara.
INTRODUZIONE
Max Verstappen domina a Baku e sogna il mondiale! Super Max conquista la sua seconda vittoria in Azerbaijan, grazie ad una gara senza avversari. La Red Bull porta a casa il miglior weekend stagionale, anche con la solida prestazione di Yuki Tsunoda. Mondiale riaperto per Max? Ancora no, ma sognare è lecito, e Singapore sarà determinante per capire se la Red Bull è davvero tornata in corsa. Fantastica 2° posizione per George Russell, dopo un weekend complicato dal punto di vista fisico. La Mercedes chiude in bellezza anche con la 4° posizione di Kimi Antonelli, che però non è riuscito ad arpionare il podio, conquistato in modo magico da Carlos Sainz e la Williams, splendidi interpreti della gara. Grande anche Lawson, 5° con la Racing Bulls, davanti alla Red Bull di Tsunoda. Weekend horror per la McLaren: il team di Woking manca il primo match point mondiale a causa di un fine settimana disastroso. Oscar Piastri commette un gravissimo errore al primo giro, che lo mette fuori gara, mentre Lando Norris è autore di una gara davvero anonima. E la Ferrari? Assente ingiustificata, in un weekend cominciato con tutt’altre aspettative.
Benvenuti al Post Gara dell’8° Edizione del Gran Premio d’Azerbaijan, 51 giri, tutti col cuore in gola, in scena sul Baku City Circuit nel pomeriggio azero di domenica 21 settembre 2025.

PARLA LA PISTA
PROVE LIBERE.
FP1. Il venerdì mattina la scelta gomme è univoca: sono tutti in pista con le soft, per avere tanti giri a disposizione per testare la C6. Piastri, dopo pochi giri, viene richiamato ai box: sulla sua McLaren è stato rilevato un problema alla Power Unit. Norris si mette subito a dettare il passo, mentre Verstappen, Leclerc e Russell cercano di tenere aperta la lotta; Lando, però, migliora il suo tempo ad ogni giro, infliggendo distacchi pesanti alla concorrenza. A seguito di un passaggio sul cordolo, Sainz stacca una striscia di gomma che fungeva da delimitatore. È necessario l’intervento dei commissari per ripulire il tracciato: la bandiera rossa, però, si prolunga per oltre 20 minuti; questo è un vantaggio per Piastri, perché non è l’unico impossibilitato a girare. A 20 minuti dal termine della sessione viene esposta la bandiera verde. Piastri torna in pista e comincia gradualmente ad avvicinarsi ai tempi di Norris, componendo l’1-2 McLaren. Leclerc e Russell sono i migliori degli altri, separati tra loro da solo un millesimo; Verstappen commette un errore nel suo giro lanciato, rischiando di prendere il muro. Hamilton, invece, il muro lo prende, rimediando una foratura e un danno all’ala: nulla di grave. Danno ottimi segnali la Williams e la Racing Bulls; fanno tanta fatica l’Aston Martin e l’Alpine. La top 10 vede Norris davanti a Piastri, Leclerc, Russell, Albon, Tsunoda, Verstappen, Sainz, Lawson e Hadjar. Antonelli chiude 11° una sessione senza troppi rischi, mentre Hamilton è 13°.
FP2. Per i primi run della sessione pomeridiana, la scelta gomme è un po’ differenziata: alcuni sono su soft, come Piastri e Leclerc, altri su media, come Hamilton, mentre Albon è l’unico su hard. Norris parte subito forte, ma Verstappen e Leclerc non sono lontani; anche Hamilton è sulle prestazioni top, dimostrando di avere un buon feeling con la vettura. Sono ottimi anche i tempi di Hadjar, Lawson, Bortoleto e le due Williams, mentre la Mercedes, per il momento, soffre un po’ e rimane ai margini della top 10. Le McLaren non concludono il loro giro migliore, evidentemente per scelte di programma di lavoro, lasciando così alle due Ferrari la leadership della classifica; le prestazioni di Verstappen, invece, sembrano un po’ calate. A mezz’ora dal termine della sessione, tutti scendono in pista per la sessione di qualifica. La McLaren non sembra trovarsi a suo agio con la C6, scivola troppo, probabilmente anche per la scelta di un assetto più scarico degli altri. Norris ne paga le conseguenze più grandi: impatta contro il muro, rompendo la sospensione posteriore. La sua sessione è terminata. Anche Piastri si prende un bello spavento, toccando le barriere: non riporta grossi danni, ma la sua vettura deve essere controllata. In sostanza, non scenderà più in pista per l’assalto al tempo. Intanto, le due Mercedes si posizionano in 3° e 4° posizione: Russell avrebbe potuto impensierire anche le Ferrari, ma un errore glielo ha impedito; è ottimo, comunque, anche il tempo di Antonelli. Quando anche Hamilton monta le soft, batte il tempo di Leclerc, terminando da leader la FP2. La classifica, infatti, vede il britannico davanti a Leclerc, Russell, Antonelli, Bearman, Verstappen, Lawson, Ocon, Albon e Norris. Piastri chiude in un’anonima 12° posizione. Anche la Red Bull, come la McLaren, non è semplice da guidare: Tsunoda è, infatti, solo 14°. Delude anche la Sauber, lontana dalla top 10, mentre Aston Martin e Alpine si confermano i due peggiori team in pista. Nella breve simulazione di passo gara a fine sessione, Piastri comincia molto forte, per poi andare su con i tempi, ma più per una questione di traffico. La Ferrari si conferma ottima con entrambi i piloti, ma sul suo ritmo c’è anche Verstappen, molto costante.
FP3. Il meteo della mattinata di sabato presenta un forte vento, che, durante la sessione FP3, cambierà direzione continuamente, rendendo complicata la guida per i piloti; la pista è, inoltre, un po’ sporca, per la presenza di foglie e rami. In casa Ferrari, Hamilton sceglie di andare nella direzione di Leclerc, adottando un assetto più scarico rispetto a quello utilizzato il venerdì. I piloti tardano un po’ a scendere in pista ma, quando lo fanno, è subito un grande spettacolo. La Ferrari si conferma in forma, con entrambi i piloti costantemente nelle prime posizioni. Ma la McLaren non è da meno: Piastri li batte entrambi, salvo poi essere nuovamente scavalcato da Leclerc, che nel primo giro aveva commesso un errore perdendo tanto tempo. Norris, per il momento, rimane sornione, mentre Verstappen e le Mercedes non cercano subito la prestazione pura, lavorando probabilmente su altre aree. Verstappen, poco dopo, arriva sui tempi di Leclerc, mentre le Haas e le Racing Bulls danno prova di essere molto veloci, pur utilizzando le hard. Nel secondo tentativo con soft, Verstappen batte le Ferrari, favorito anche dalla scia fantastica di Alonso, mentre Russell viene battuto da Albon e anche da un ottimo Antonelli, che sembra finalmente in fiducia con la vettura. La McLaren, però, suona la campana. Lo fa con Norris, che segna il miglior tempo, con mezzo secondo di vantaggio su Verstappen; Piastri, invece, commette un errore e, in seguito, trova traffico. Anche Leclerc, quando riprova il giro, deve abortire per il traffico, rimanendo solo 10°. Hamilton si migliora e sale 4°, mentre Piastri, finalmente, riesce a concludere il giro, ma resta alle spalle di Verstappen. Ancora Antonelli è più veloce di Russell; è ottimo anche il giro di Bearman e di Lawson. La top 10, infatti, vede Norris davanti a Verstappen, Piastri, Hamilton, Antonelli, Russell, Albon, Bearman, Lawson e Leclerc. Delude la Sauber, soprattutto con Bortoleto, e ancora l’Aston Martin; Tsunoda è solo 16, mentre non è male Colapinto, abbondantemente davanti a Gasly.
Si va verso una qualifica per la quale è davvero complicato fare pronostici. Per forza di cose, la favorita resta sempre e comunque la McLaren, ma gli avversari non sono lontani, soprattutto Verstappen e Leclerc (mai escludere il monegasco dalla lotta per la pole position a Baku).

QUALIFICHE.
Il meteo del pomeriggio è molto ventoso e non è da escludere qualche possibilità di pioggia. Tutti, quindi, escono subito in pista, e tutti con gomma soft, fatta eccezione per le McLaren e le Red Bull, che sono sulle media. Il primo tentativo vede Leclerc leader, davanti a Verstappen, Norris, Lawson, Sainz, Russell e Hamilton. E Piastri e Antonelli? Sono entrambi sfortunati, perché proprio quando stanno per chiudere il giro, arriva la prima bandiera rossa della sessione: Albon è fermo in pista con il braccetto della sospensione rotto, dopo un contatto con il muro in curva 1. Alla ripartenza, Hamilton fa segnare il miglior tempo, Piastri sale 2° davanti a Leclerc, mentre Antonelli si vede cancellare il tempo per track limits. Hulkenberg provoca la seconda bandiera rossa, ma perde solo l’ala anteriore e riesce a tornare ai box. La sessione riprende e, mentre Norris va in 1° posizione davanti a Leclerc e Verstappen, Antonelli riesce finalmente a completare un buon giro, grazie al quale passa agilmente la Q1. Bene anche le due Aston Martin e Bortoleto, che si qualificano per la Q2, mentre le due Alpine si auto-eliminano da sole: Gasly finisce lungo in curva 4, Colapinto impatta violentemente nel muro della stessa curva (un incidente che potrebbe essere decisivo per il suo futuro). Gli eliminati, quindi, sono: Colapinto, Hulkenberg, Ocon, Gasly e Albon.
Anche nella Q2 è subito bandiera rossa: Bearman rompe una sospensione andando contro il muro nel rettilineo che porta a curva 3. Quando la sessione riparte, la Ferrari sceglie di montare le medie a Leclerc, per avere due set di soft a disposizione per la Q3. La SF25, però, con l’abbassamento delle temperature, entra in crisi: Leclerc ha difficoltà a concludere un giro pulito, ne abortisce tre. Deve addirittura montare un altro set di medie e, in extremis, si salva dall’eliminazione. Non va meglio ad Hamilton, che non riesce a performare e viene escluso in Q2 per la quarta volta in stagione. La Mercedes, invece, vola con pista fredda ed è vicina ai tempi McLaren, anche con Antonelli. Passano alla Q3 anche le due Racing Bulls, Sainz e Tsunoda, mentre gli eliminati sono: Alonso, Hamilton, Bortoleto, Stroll e Bearman.
Il primo tentativo della Q3 dura poco. Leclerc provoca la quinta bandiera rossa, impattando contro le barriere di curva 15: è un disastro Ferrari. Intanto, gli unici che riescono a far segnare un tempo sono Sainz, Lawson e Hadjar. Comincia una pioggia leggera, e Sainz sogna: in caso di pioggia, ovviamente, avrebbe la pole position in tasca. Ma la pioggia diminuisce d’intensità e la sessione riprende regolarmente. C’è un altro colpo di scena, però, e questa volta è bello grosso: Piastri è nel muro con la sua McLaren ed è fuori dalla qualifica. Per l’australiano è il primo incidente durante una qualifica da Canada 2023 (la sua stagione d’esordio). Questo porta al numero record di bandiere rosse in una sessione di qualifica: ben sei. Quando ormai mancano tre minuti, tutto è pronto per l’assalto alla pole. La pista, però, è scivolosa, e a pagarne le conseguenze più di tutti è Norris: il suo giro è tutt’altro che buono, addirittura tocca il muro, ed è solo 7°; che occasione sprecata per Lando, con Piastri fuori dai giochi. La pista scivolosa, comunque, non consente nemmeno alle Mercedes di battere il tempo di Sainz e Lawson.
C’è un pilota, però, che guida sopra tutto e tutti, ed è sempre lui, ancora lui. Verstappen completa un giro capolavoro e conquista una splendida pole position, la 46° della sua carriera e la prima in Azerbaijan: ancora una volta è lui il migliore in pista. Per Max è la seconda pole consecutiva, dopo quella di Monza, e la 6° pole stagionale: nessuno come lui in questo 2025 (Piastri è a quota 5, Norris a quota 4).
Sainz fa una magia, riportando la Williams in prima fila dopo quattro anni (Belgio 2021); lo spagnolo torna in prima fila per la 15° volta in carriera: la prima dopo la pole position di Messico 2024. Grandissimo anche Lawson che, con la sua Racing Bulls, chiude una top 3 davvero inedita e totalmente inaspettata. Per il neozelandese è il miglior risultato in qualifica della carriera.
Seguono un grande Antonelli (per la seconda volta in stagione davanti a Russell, dopo Miami), Russell, un ottimo Tsunoda (finalmente nelle posizioni top, per lui è il miglior risultato stagionale in qualifica con la Red Bull), Norris (delusione amara), Hadjar (il cui primo giro non è stato a livello di quello di Lawson), Piastri e Leclerc, che chiudono mestamente la top 10. La McLaren è fuori dalle prime tre file dello schieramento di partenza: non accadeva da Bahrain 2024. Per Piastri è il peggior risultato in qualifica della stagione: non era mai andato oltre il 4° posto.
Ocon viene squalificato dalla sessione: l’ala posteriore della sua Haas è risultata irregolare ai controlli FIA. Scatterà dall’ultima posizione in griglia.

GARA.
Scelta gomme: Verstappen sceglie le hard per il primo stint di gara; come lui, anche Russell, Tsunoda, Hamilton, Bortoleto, Bearman, Hulkenberg, Gasly e Ocon. Tutti gli altri sono su gomme medie.
Al via, le posizioni di testa rimangono invariate, con Verstappen che, nonostante le hard, non ha rivali e vola via, seguito da Sainz e Lawson. A centro gruppo, invece, Piastri combina un disastro: commette falsa partenza e scivola in fondo. Sarà, poi, la troppa foga nel recuperare a metterlo definitivamente K.O., quando va contro le barriere in curva 5: è subito ritiro per il leader del mondiale. Alonso, ingannato dalla falsa partenza di Piastri, cade anche lui nel tranello: gli verranno comminati 5 secondi di penalità.
Dopo quattro giri di Safety Car, si riparte. Mentre Antonelli spinge fuori pista Russell per proteggere la sua 4° posizione, facendogli perdere anche la posizione su Tsunoda, Leclerc passa Norris per l’8° posto e cerca di mettersi a caccia di Hadjar, riuscendo a superarlo il giro successivo. Il francese è preda facile anche di Norris, che non perde tempo e si incolla a Leclerc. Intanto, anche Hamilton prende la posizione ad Hadjar, mentre Russell scavalca Tsunoda per la 5° posizione e raggiunge in poco tempo Antonelli. Nelle retrovie, c’è il rischio di una Safety Car, quando Albon manda in testa-coda Colapinto: l’argentino però riparte subito. Il thailandese riceve una penalità di 10 secondi.
Nel frattempo, Lawson e Antonelli si fermano ai box. Anche la Ferrari chiama dentro Leclerc, con l’intento di fare undercut su Tsunoda. Davanti Verstappen fa gara a sé, mentre Russell ha in programma un overcut su Sainz. Leclerc si avvicina a Lawson, è più veloce del neozelandese, ma non riesce a superarlo: è qui che perde definitivamente la possibilità di prendere la posizione su Tsunoda. Sainz monta le hard, rientrando in pista davanti ad Antonelli e Lawson, mentre Hamilton va su gomme medie, torna in pista 9° e comincia a guadagnare terreno su Leclerc.
Norris, intanto è ai box al 38° giro: la sua gara è assolutamente anonima; rientra in pista 8°, dietro Leclerc, anche a causa di un pit stop lento. Il giro successivo Tsunoda è ai box: rientra in pista appena davanti a Lawson, ma il neozelandese, con gomma più calda, lo attacca e si riprende la posizione. Verstappen e Russell, intanto, effettuano il loro pit stop: Max tiene saldamente il comando della gara, mentre George prende a Sainz la 2° posizione.
Leclerc non ha minimamente la velocità per attaccare Tsunoda e nulla può contro la rimonta di Norris, che sale 7°. Sono giri complicati per il monegasco, a cui viene chiesto addirittura lo swap di posizione con Hamilton che, essendo su gomma media, ha un passo migliore. A fine gara si scoprirà che Charles è stato rallentato da un problema all’ERS.
Antonelli tenta il recupero su Sainz per agguantare il podio, ma Carlos tiene un ottimo ritmo e non si fa avvicinare. Norris, arrivato alle spalle di Tsunoda, non rischia un attacco e resta dietro. Ciò permette a Hamilton di avvicinarsi ai due: si forma così un trenino, anche con il rientrante Leclerc, che però non porta a cambi di posizioni. Davanti a tutti, solitario nella sua fuga, Verstappen si avvicina sempre di più alla bandiera a scacchi, con 15 secondi di vantaggio su Russell. Il box Ferrari chiede ad Hamilton di restituire la posizione a Leclerc, ma il traguardo arriva prima che questo possa accadere.
Max Verstappen vince così, per la seconda volta in carriera, il Gran Premio d’Azerbaijan: trionfa per la seconda volta consecutiva in stagione (non gli accadeva da Spagna-Canada 2024) e per la 4° volta in questo 2025. Comincia a sentire l’odore della preda papaya in classifica mondiale, ma è ancora molto distante. Russell, autore di una splendida gara, è 2° (terzo podio a Baku per lui), davanti a un fantastico Sainz, che compie un’impresa, riportando la Williams sul podio dopo quattro anni, grazie a una gara eccezionale. Il team di Grove conquista il suo secondo podio a Baku, dopo quello del 2017 con Stroll. Per Sainz è, invece, il primo podio in Azerbaijan.
Seguono un buon Antonelli, Lawson, Tsunoda (che rivede un po’ di luce in fondo al tunnel), un anonimo Norris, Hamilton, Leclerc (Ferrari disastrosa) e Hadjar, questa volta battuto con grande margine da Lawson.

I TOP DEL WEEKEND
1. RED BULL
Quello di Baku è stato in assoluto il weekend migliore per la Red Bull in questa stagione. La RB21 è stata la monoposto che si è adattata meglio al circuito azero. Ciò è dimostrato anche dal fatto che Tsunoda ha portato a casa il miglior risultato da quando guida per il team di Milton Keynes.
Seconda vittoria consecutiva per la Red Bull, seconda gara dominata da Max Verstappen. Un Verstappen, come a Monza, stellare, extraterrestre, inarrivabile. Un altro weekend perfetto, per un pilota che (opinione personale) è sulla buona strada per diventare il più forte della storia della Formula 1.
In qualifica Max è stato semplicemente il migliore, interpretando alla perfezione le condizioni della pista, non commettendo un singolo errore (a differenza di Leclerc, Piastri e Norris). Una pole position senza sé e senza ma, che gli ha spianato la strada verso una facile vittoria. Che dire: dobbiamo solo inchinarci al cospetto del pilota più forte sulla faccia della Terra. Impresa mondiale possibile? Verstappen è ora a -69 punti da Piastri: un distacco ancora troppo grande per pensare ad un recupero, considerando che la McLaren dovrebbe tornare ai livelli di dominio a cui ci ha abituati, ma l’impresa non è impossibile. Sognare è lecito. Certo è che, se Max dovesse vincere il 5° titolo mondiale consecutivo, entrerebbe di diritto nell’olimpo di questo sport.
Grande weekend anche per Tsunoda. Indubbiamente, Max è su un altro pianeta rispetto a Yuki, ma il giapponese finalmente ha visto un po’ di luce in fondo al tunnel: 6° in qualifica e 6° in gara, davanti alla McLaren di Norris. Sono risultati importanti e ottimi per Tsunoda, soprattutto in ottica futura, e speriamo non si tratti soltanto di un caso isolato.

2. CARLOS SAINZ
Finalmente abbiamo ritrovato il Carlos che avevamo lasciato in Ferrari. Che weekend straordinario ha firmato Sainz in Azerbaijan: incredibile! In qualifica, grandissima intuizione da parte della Williams di far uscire subito Carlos, fiutando l’arrivo della pioggia, e, ovviamente, bravissimo Carlos a completare un giro eccezionale. Con un pizzico di fortuna in più, sarebbe stata una clamorosa pole position.
E poi, va beh, che gara ha corso Sainz? Fenomenale! Un passo ottimo per tutti i giri, nessun errore, nessuna possibilità per Lawson prima e per Antonelli poi di attaccarlo. In Williams hanno dovuto cedere soltanto all’overcut della Mercedes, ma per il resto un autentico capolavoro. Carlos conquista il 28° podio della sua carriera, il primo con la Williams: diventa, insieme ad Alain Prost, l’unico pilota nella storia ad aver conquistato il podio con McLaren, Ferrari e Williams, le tre squadre storiche della Formula 1.
Dopo un terribile inizio di stagione, già da qualche gara Carlos sembra aver trovato finalmente il feeling giusto con la monoposto e questo podio ne è la straordinaria conferma. Ma è anche la conferma di una Williams che ha cominciato un forte percorso di crescita. Sarà interessante vedere se questo percorso porterà agli stessi risultati a cui ha portato quello della McLaren, perché le analogie non sono poche.

3. GEORGE RUSSELL
Non è stato un weekend affatto semplice per George. Giovedì ha saltato il media-day per un’influenza, e per tutto il weekend non è stato al 100% della forma fisica. Ma quando si tratta di andare forte in pista, Russell è un’assoluta garanzia.
In qualifica, in realtà, è stato battuto da Antonelli, e non di poco, ma in gara è stato perfetto. Un passo ottimo gli ha consentito di costruire insieme al team una strategia aggressiva; un overcut sulla Williams riuscito alla grande lo ha portato in 2° posizione, alle spalle del solo, ma inarrivabile, Verstappen.
Insieme a Max è stato il top driver più solido e concreto del weekend, nonostante un rischio alla ripartenza dalla Safety Car con Antonelli. Non capisco davvero cosa stia aspettando Toto Wolff a rinnovargli il contratto.

4. LIAM LAWSON
Weekend eccezionale anche per Lawson, che finalmente sfrutta tutto il suo talento, surclassando in pista il compagno Hadjar. In qualifica, la Racing Bulls indovina alla perfezione il timing di uscita con entrambi i piloti, ma, mentre Hadjar pasticcia un po’ nel secondo tentativo, Lawson addirittura si migliora, riuscendo a cogliere un’incredibile 3° posizione.
In gara il passo da podio, purtroppo, non c’è, ma Liam riesce comunque a tenere alle sue spalle la Red Bull di Tsunoda, la McLaren di Norris e le due Ferrari: monoposto, sulla carta, superiori alla sua Racing Bulls.
Una 5° posizione meritatissima che conferma la ritrovata competitività del neozelandese, dopo una stagione molto complicata. E che goduria deve aver provato a battere proprio quella Red Bull che ad inizio anno l’aveva mandato in crisi nera!

I FLOP DEL WEEKEND
1. OSCAR PIASTRI
Crisi nera per Oscar Piastri in Azerbaijan, proprio dove nel 2024 era stato autore di una gara perfetta. Per tutta la stagione abbiamo giustamente sottolineato quanto Oscar sia maturato rispetto alle scorse stagioni, quanto sia sempre capace di non commettere errori, quanto sia sempre freddo, lucido, veloce, incisivo, anche calcolatore. Ecco, tutto questo a Baku non si è minimamente visto, non sembrava ci fosse lui in pista: è stato di gran lunga il weekend peggiore della carriera di Piastri, nel weekend peggiore del 2025 per la McLaren.
In qualifica ha commesso un errore davvero strano, abbastanza grave e pesante, non da lui.
In gara, poi, un disastro totale. Prima, una falsa partenza clamorosa, non millimetrica come spesso accade, ma molto evidente. Poi, innervosito dall’essere scivolato in fondo al gruppo, ha forzato un recupero immediato e, in fin dei conti, inutile in quel momento, ed è finito malamente in barriera.
Davvero irriconoscibile Oscar questo weekend, nel quale ha concentrato tutti gli errori che non ha fatto in tutta la stagione. Fortuna per lui che anche Norris ha pasticciato molto e in gara è stato troppo conservativo: in fin dei conti ha perso soltanto sei punti dal suo rivale. Ora bisogna capire se Piastri riuscirà a gestire la pressione di essere leader del mondiale a sette gare dal termine del campionato: ricordiamoci che questo ragazzo è soltanto alla sua terza stagione in carriera.

2. FERRARI
Se c’è stato un team che ha svolto un lavoro peggiore rispetto alla McLaren a Baku, quello è senza dubbio la Ferrari. Una Rossa opaca, lenta, deludente. Una Rossa che, come da tradizione, disattende le aspettative di un weekend che avrebbe dovuto rappresentare l’occasione per tornare a brillare.
Non basta essere campioni del venerdì, chiudere la FP2 in prima e seconda posizione, se poi non confermi le prestazioni nel resto del weekend. Non è professionale cercare sempre delle scuse per nascondere il fatto che il progetto SF-25 è un fallimento totale e che tutti gli aggiornamenti portati non sono serviti quasi a nulla.
Baku avrebbe dovuto essere il weekend della redenzione per Maranello, e invece si è trasformato in un incubo tremendo.
Esecuzione delle qualifiche: pessima. In Q2, la vettura era inguidabile con le medie: Leclerc ha fatto un mezzo miracolo ad entrare in Q3, ma l’eliminazione di Hamilton vale più di mille parole. In Q3, Leclerc è stato anche sfortunato, perché è entrata una raffica di vento proprio quando stava affrontando curva 15: l’errore è suo, non ci sono dubbi, ma la vettura è anche complicata da guidare.
Essere partiti a centro gruppo, però, non può essere una giustificazione per l’8° e 9° posizione al traguardo. In gara, la Ferrari non aveva né passo, né velocità in rettilineo, né tenuta di strada nel settore centrale. Battuta da Red Bull, Mercedes, Williams, Racing Bulls e McLaren. Sesta forza in pista. Imbarazzante per un team che ad inizio anno puntava a vincere entrambi i mondiali. Non c’è altro da aggiungere, se non che la Ferrari è stata scavalcata dalla Mercedes per il secondo posto in classifica costruttori per 4 punti.

3. ALEXANDER ALBON
Dopo una serie di weekend estremamente positivi per Albon, è arrivata una battuta d’arresto in Azerbaijan. Un fine settimana molto deludente, considerando soprattutto il grande potenziale della Williams espresso in tutta la sua forza da Sainz.
L’errore che ha condizionato il weekend è arrivato in qualifica, quando Alex ha rotto il braccetto della sospensione, provocando la prima delle sei bandiere rosse. Un errore abbastanza grave, in una fase di qualifica in cui non è necessario prendersi troppi rischi.
La gara non è andata nemmeno male, perché è riuscito a rimontare bene fino all’11° posizione. Però il contatto con Colapinto si poteva benissimo evitare. I 10 secondi di penalità lo fanno scivolare fino alla 13° posizione e, comunque, i potenziali punti persi gli hanno fatto perdere la posizione su Antonelli in classifica piloti.
C’è da notare una cosa particolare riguardo la Williams: i due piloti non riescono mai ad avere un weekend pulito in contemporanea, c’è sempre uno dei due che riesce a performare benissimo e l’altro che, per un motivo o per un altro, si perde. Un peccato, considerato quanto va forte la FW47.

4. NICO HULKENBERG
A proposito di piloti che si perdono, ma che fine ha fatto Nico Hulkenberg? Dopo l’impresa di Silverstone e la buona gara in Belgio, il tedesco è completamente scomparso dai radar. Mai più un guizzo, un lampo di velocità, sempre nell’ombra di Bortoleto, sempre nelle retrovie.
Anche a Baku, Nico è stato assente, sia in qualifica sia in gara. Va bene: la Sauber non è stata competitiva come in altri weekend, non era da punti, ma almeno Bortoleto è stato sempre vicino alla top 10. Hulkenberg, invece, ha commesso un errore in qualifica e non ha raggiunto la Q2, e in gara è stato sempre nel fondo gruppo, arrivando 16°, appena davanti a Stroll e alle due disastrose Alpine.
Vedremo se Nico avrà modo di riprendersi, oppure se la magia del podio di Silverstone è stato solo un fuoco di paglia.

VERSO SINGAPORE
Siamo giunti, così, al termine di un’altra Edizione del Gran Premio d’Azerbaijan, un weekend sempre molto intenso e ricco di emozioni. Baku ci ha regalato l’ennesima magia di Max Verstappen, che entra sempre di più nell’olimpo di questo sport, ma anche il clamoroso ritorno sul podio di Carlos Sainz e della Williams, e un’inaspettata debacle della McLaren, che fa sicuramente riflettere. Credere che la MCL39 abbia perso all’improvviso tutto il suo enorme vantaggio è follia: molto più ragionevole pensare che sia legato tutto al solo fattore pista. Sono innegabili, però, gli enormi passi avanti della Red Bull, che si è trovata nelle condizioni di poter dominare in modo assoluto gli ultimi due Gran Premi.
E allora, adesso la situazione si fa molto interessante: da Monza è davvero cominciato un nuovo mondiale? Non ci resta che attendere i prossimi weekend di gara per scoprirlo. Terminato il suo lungo viaggio in Europa, il circus della Formula 1 si prepara per una breve trasferta asiatica. Il Singapore Street Circuit è pronto ad ospitare la 16° Edizione del Gran Premio di Singapore. Nella notte magica di Marina Bay, la McLaren avrà a disposizione il secondo match point mondiale e ha tutte le carte in regola per tornare a dominare. Ma Max, se ne avrà la possibilità, non starà di certo a guardare e vorrà ancora scombinare i piani dei “papaya boys”, per continuare a sognare la folle impresa mondiale.
