GRAN PREMIO D’ITALIA
1980
LA FORMULA 1
AL SANTERNO: IMOLA OSPITA IL GP NAZIONALE
LE ORIGINI
DEL CIRCUITO DI IMOLA E LE PRIME COMPETIZIONI
Domenica 14
settembre 1980. L’Autodromo Dino Ferrari di Imola ospita la 31° Edizione del
Gran Premio d’Italia, 12° round del Campionato del Mondo di Formula 1 1980.
Le origini del
circuito di Imola risalgono alla fine del secondo dopoguerra. Il progetto dei
tre amici Alfredo Campagnoli, Tonino Noè e Ugo Montevecchi di costruire un
circuito motociclistico non permanente sulle pendici di Imola viene
rivoluzionato nel 1948, quando il segretario dell’Automobile Club d’Italia
Giovanni Canestrini propone la realizzazione di un secondo impianto permanente
nazionale, dopo quello di Monza. Il nuovo progetto prevede un circuito
automobilistico chiuso e permanente, da dare in concessione ai costruttori di
auto sportive.
Il 25 aprile
1953 il circuito viene ufficialmente inaugurato con il Gran Premio CONI, una
gara motociclistica valida per il campionato italiano delle classi 125 e 500.
Nel 1954 il circuito è per la prima volta teatro di una gara automobilistica,
il Gran Premio Shell, che, dopo le prime tre edizioni, torna ad Imola nel 1963,
quando partecipano anche delle vetture di Formula 1. Successivamente, il
circuito ospita anche delle gare dedicate esclusivamente alle monoposto di
Formula 1, non valide per il campionato del mondo, mentre nel biennio 1965-66
vengono realizzate le tribune e i box.
Nel 1970, a
seguito della scomparsa di Dino Ferrari, figlio di Enzo, il circuito assume il
nome di Autodromo Dino Ferrari. Il desiderio del Drake è che il circuito
intitolato al figlio ospiti in pianta stabile gare di Formula 1; incarica
quindi l’ingegnere torinese Roberto Nosetto, direttore sportivo della Ferrari,
di migliorarne le strutture. Con i lavori diretti da Nosetto, il circuito
diventa permanente a tutti gli effetti. Nel 1979 ospita il Gran Premio Dino
Ferrari, gara non valida per il mondiale di Formula 1, ma è nel 1980 che Imola
entra ufficialmente nel calendario del mondiale: il circuito del Santerno è
infatti chiamato a sostituire l’Autodromo di Monza come sede del Gran Premio
d’Italia.
L’AUTODROMO
DINO FERRARI
Nel 1952 Enzo
Ferrari battezza il circuito emiliano come “piccolo Nurburgring d’Italia” e
aggiunge che “le sue doti ne fanno una pista modello, pittoresca, veloce,
appassionante”.
L’Autodromo
Dino Ferrari, nel 1980, misura 5.017 metri ed è composto da 19 curve. Il
rettilineo principale termina con un curvone velocissimo, il Tamburello, che
lancia le monoposto in un secondo rettilineo, il quale precede la Tosa, un
tornante che immette nella seconda sezione del circuito. Questa comprende la
veloce Piratella e due serie di curve strette e tecniche, le Acque Minerali e
la Variante Alta. Prima di concludere il giro, bisogna poi percorrere le due
curve della Rivazza e la Variante Bassa, composta dalle ultime quattro curve
che immettono nel rettilineo principale. Il tutto è da percorrere in senso
antiorario su un terreno che presenta importanti dislivelli.
IL MONDIALE
1980: IL PRIMO DOMINIO DELLA WILLIAMS
Diversamente
dal campionato 1979, caratterizzato dalla supremazia della Ferrari di Jody
Scheckter e Gilles Villeneuve, nel 1980 è la Williams a fare la voce grossa. La
FW07 si dimostra fin da subito la monoposto più competitiva del lotto e anche
la più affidabile. Dopo un inizio di stagione non semplicissimo, con sei ritiri
nelle prime sette gare (a Long Beach arriva addirittura un doppio DNF), la
parte centrale e finale del mondiale condotta dalla Williams manda in fumo la
possibilità per gli altri team di tenere aperti i giochi mondiali. Tra i due
piloti, Alan Jones e Carlos Reutemann, l’australiano riesce ad essere più
incisivo e costante, trionfando in tre occasioni e conquistando altri tre podi;
l’argentino vince invece solo a Monaco, ma ottiene comunque altri quattro podi.
Tra gli altri
team, dopo l’illusione della Renault con le due vittorie di René Arnoux in
Brasile e Sudafrica, il più competitivo è la Ligier, con la quale Didier Pironi
e Jacques Lafitte vincono una gara a testa e salgono sul podio altre sei volte.
La Brabham può
contare sul grandioso talento di Nelson Piquet: il brasiliano riesce ad essere
addirittura più costante rispetto ai piloti della Ligier ed è, in fin dei
conti, l’unico pilota in grado di lottare con Jones per il campionato, grazie
soprattutto alla vittoria in Olanda che accende la sfida mondiale.
Grande assente
del 1980 è il team Campione del Mondo in carica, la Ferrari. Il progetto 312T5
si rivela un disastro: la monoposto è poco competitiva e poco affidabile. Gli
unici piazzamenti a punti sono il 5° posto di Scheckter a Long Beach e altri
tre firmati da Villeneuve in Belgio, a Monaco e in Germania.
Alla vigilia
dell’appuntamento di Imola, la situazione in classifica sorride alla Williams.
Tra i piloti, però, Piquet mette pressione a Jones, con un distacco di soli due
punti. Reutemann è 3°, con un solo punto di vantaggio su Lafitte e 12 da
recuperare su Piquet. Ben diversa è invece la situazione tra i costruttori: la
Williams ha un vantaggio di 25 punti sulla Ligier e proprio ad Imola può
chiudere i giochi mondiali con due gare di anticipo; seguono a distanza Brabham
e Renault.
LE PROVE
LIBERE E LE QUALIFICHE DI IMOLA: IL RISVEGLIO DELLA RENAULT
Una settimana
prima del weekend di gara, ad Imola si svolgono delle prove libere. La Renault
si mostra subito in gran forma sul circuito emiliano, con Jabouille che fa
segnare il miglior tempo. La Ferrari, invece, porta all’esordio la prima
monoposto a motore turbo nella storia del Cavallino Rampante. Le sensazioni del
team sono buone, anche se l’attività viene sospesa anzitempo per problemi
causati dal surriscaldamento del propulsore.
La Renault
conferma la sua bontà sul circuito di Imola anche durante le prove ufficiali
del weekend di gara. Jabouille e Arnoux si sfidano fino agli ultimi minuti per
la conquista della pole position. Alla fine la spunta Arnoux, autore della
quinta pole della sua carriera. Jabouille completa l’intera prima fila per la
Renault. La migliore delle Williams è quella di Reutemann, 3°, davanti all’Alfa
Romeo di Giacomelli. 5° è Piquet, che batte Jones, solo 6°. La prima delle due
Ferrari è quella di Villeneuve, con l’8° tempo, mentre Scheckter è solo 16°.
Con questa
situazione in griglia di partenza, tutto è pronto per la gara che segna
l’esordio del circuito di Imola nel mondo della Formula 1.
LA
GARA
Alle
15 ora locale il commissario in fondo alla griglia sventola la bandiera verde e
i semafori rossi dell’Autodromo Dino Ferrari si accendono uno alla volta per
poi spegnersi all’improvviso tutti insieme: è il via della 31° Edizione
del Gran Premio d’Italia.
I due piloti
Renault partono bene e tengono la testa del gruppo, mentre si verifica subito
un colpo di scena: la Williams di Reutemann accusa un problema al cambio;
l’argentino riesce comunque a prendere il via, ma ora è in fondo al gruppo.
Piquet supera l’Alfa Romeo di Giacomelli e sale 3°, mentre Jones perde due
posizioni da Villeneuve e Rebaque (compagno di squadra di Piquet) e scivola 7°.
Due giri dopo, Arnoux perde la testa della corsa in favore di Jabouille e viene
superato anche da Piquet, mentre Villeneuve passa Giacomelli e sale 4°. Poco
dopo, Piquet sfrutta un’indecisione di Jabouille e assume la leadership della
gara.
Al 6° giro,
Villeneuve è protagonista di un brutto incidente: a causa dello scoppio di uno
pneumatico, va a collidere contro il muro esterno prima della curva Tosa. Il
pilota esce illeso dall’impatto, ma la sua Ferrari è distrutta: fortunatamente
viene evitata dai piloti ancora in gara, anche se Giacomelli, a causa dei
detriti, fora una gomma ed è costretto al ritiro. Intanto, Jones riprende la
posizione su Rebaque, salendo 4°. La rimonta del pilota Williams continua al
12° giro, con il sorpasso su Arnoux, mentre si ritirano dal Gran Premio anche
Rebaque e Watson.
Al 27° giro,
Jones passa anche Jabouille per la 2° posizione, mentre Arnoux continua a
perdere posizioni, superato ora da Reutemann, che, con una grande rimonta, è
tornato nelle posizioni di vertice. Le due Renault sono ormai in crisi: anche
Jarier passa Arnoux, destinato a perdere altre posizioni nel corso dei giri
seguenti fino ad uscire dalla zona punti, mentre Jabouille è costretto al
ritiro per la rottura del cambio. Davanti, intanto, Piquet gestisce l’ampio
margine che ha guadagnato su Jones, mentre Reutemann, ultimo dopo il primo
giro, è risalito in zona podio.
Al 60° giro
cala la bandiera a scacchi sull’Autodromo Dino Ferrari: Nelson Piquet vince la 31°
Edizione del Gran Premio d’Italia, dopo un netto dominio con la sua Brabham.
Grazie a questo risultato, il brasiliano conquista la testa della classifica
piloti, con un solo punto di vantaggio su Jones. La Williams, grazie al doppio
podio di Alan Jones e Carlos Reutemann, è matematicamente Campione del Mondo
Costruttori per la prima volta nella storia. Il team di Grove festeggerà in
Canada, la gara successiva, anche il primo titolo mondiale della carriera di
Alan Jones, mentre Piquet dovrà abbandonare il sogno mondiale per un problema
al motore.
IL FUTURO DI
IMOLA IN FORMULA 1
Dopo l’edizione
del 1980, il Gran Premio d’Italia torna alla sua storica sede, l’Autodromo
Nazionale di Monza; il circuito di Imola, però, non abbandona la Formula 1 e
diventa sede stabile del Gran Premio di San Marino, dal 1981 al 2006.
Le criticità
del circuito, emerse fin dal 1980 con l’incidente di Villeneuve, diventano
molto evidenti tra gli anni ’80 e ’90: numerosi incidenti si verificano nella
curva del Tamburello e l’apice viene raggiunto nell’edizione del 1994, quando
prima Ratzenberger e poi Senna perdono la vita a seguito di due incidenti. Quel
tragico weekend impone immediate modifiche all’impianto del circuito: vengono
aggiunte delle chicane sia al Tamburello sia alla curva Villeneuve (intitolata
a Gilles dopo il suo incidente mortale a Zolder nel 1982); viene modificata
anche la sezione delle Acque Minerali, le curve Rivazza e la Variante Bassa.
Nei primi anni
2000 Imola è feudo della famiglia Schumacher: Michael vince sei volte (con
quella del 1994 il tedesco ha conquistato sette vittorie al Santerno), mentre
Ralf vince con la Williams nel 2001. Solo Fernando Alonso riesce a spezzare
questo dominio, nel 2005 con la Renault, dopo una lotta sensazionale con
Michael.
Nel 2006 va in
scena l’ultima edizione del Gran Premio di San Marino: il circuito, pur in
presenza di un contratto per la gara sino al 2009, perde la possibilità di
ospitare la Formula 1. I lavori di ammodernamento richiesti dalla FOM sono
troppo pesanti per poter essere effettuati in tempi brevi. Così, per tutto il
2007 si lavora alacremente per migliorare le strutture del circuito, che viene
nuovamente inaugurato nel 2008 nella sua veste rinnovata. Prima di assistere al
ritorno della Formula 1 occorre però attendere altri dodici anni.
Nel 2020,
infatti, il calendario del mondiale viene stravolto a causa della pandemia da
Covid-19: sono estromesse in pratica tutte le gare asiatiche e americane e gli
organizzatori del campionato sono costretti a prendere in considerazione
circuiti che non erano mai stati utilizzati fino ad ora dalla Formula 1 (come
Portimao o il Mugello), ma anche circuiti che negli anni sono stati
abbandonati. Tra i prescelti non può mancare l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari,
che ospita così la 1° Edizione del Gran Premio dell’Emilia Romagna, in scena
nel mese di ottobre. L’evento viene riconfermato anche nel 2021, rinominato
Gran Premio del Made In Italy e dell’Emilia Romagna, con collocazione nei mesi
di aprile-maggio, diventando una tappa fissa del mondiale fino al 2025, anno di
scadenza del contratto. Solo nel 2023 l’evento non si tiene, annullato a causa
della grave alluvione che colpisce la regione emiliana proprio nel mese di
maggio.