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Appuntamento con la Storia: Gran Premio di Monaco 1950

Di Giovanni Nulchis

L’ESORDIO DELLA FERRARI E IL DOMINIO ASSOLUTO DI FANGIO

 
LE ORIGINI DEL CIRCUITO DI MONTE CARLO: NASCE UNA LEGGENDA

Domenica 21 maggio 1950. Il Circuit de Monaco ospita la 1° Edizione del Gran Premio di Monaco, 2° round del primo Campionato del Mondo di Formula 1 della storia.

Per conoscere le origini del Gran Premio di Monaco dobbiamo fare un salto indietro nel tempo di 25 anni, più precisamente al 29 marzo 1925. È in quella data, infatti, che i rappresentanti dell’associazione SAVM (Sport Automobile et Vélocipedique de Monaco) decidono di cambiare la denominazione in ACM (Automobile Club de Monaco). Affinché il cambio di intestazione venga vagliato dall’AIACR (Associazione Internazionale degli Automobile Club Riconosciuti), è necessaria la presenza di una gara automobilistica sul territorio di competenza dell’associazione, prerogativa per vantarsi del titolo di Automobile Club. L’ACM, in realtà, organizza già un evento sportivo automobilistico, il Rally di Monte Carlo: il problema è che il rally si svolge interamente su strade francesi.

Occorre dunque progettare un circuito automobilistico all’interno del centro abitato del Principato. Sono Anthony Noghés e Louis Chiron i due delegati dell’ACM incaricati di studiare il nuovo circuito.

Passano pochi anni e i sogni dell’ACM diventano realtà: il 14 aprile 1929 il circuito viene inaugurato con una gara automobilistica, vinta da William Grover su una Bugatti 35. Nasce così, ufficialmente, il Gran Premio di Monaco: l’ACM viene ufficialmente riconosciuto e l’evento si svolge annualmente, fino al 1937, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.

Terminata la guerra, il tentativo di portare a Monaco anche una gara motociclistica incontra i limiti di un circuito delimitato da muretti e marciapiedi. Ma se le moto non avranno fortuna nelle strade monegasche, lo stesso non si può dire per le corse automobilistiche: siamo infatti ormai prossimi alla nascita del Campionato del Mondo di Formula 1.

 IL CIRCUIT DE MONACO

Nel 1950, anno del suo esordio nel mondiale di Formula 1, il Circuit de Monaco misura 3180 metri ed è composto da 14 curve. Si tratta di un circuito estremamente pericoloso: come la maggior parte dei circuiti dell’epoca, i rettilinei la fanno da padrona e, di conseguenza, le alte velocità sono la norma; il tutto è, però, immerso nella cornice cittadina di Monte Carlo, con muri vicinissimi, marciapiedi da considerare come cordoli e le abitazioni dei cittadini monegaschi che si affacciano direttamente sulle strade percorse dalle monoposto più veloci del mondo. Uno dei tratti più caratteristici del circuito è il settore che dalla curva Station Hairpin (il tornante della stazione) porta al Tunnel, passando per il Portier: siamo nella zona che si affaccia direttamente sul porto di Monaco.

 NASCE LA FORMULA 1: IL CAMPIONATO INAUGURALE DEL 1950

Il campionato 1950 arriva nel Principato una settimana dopo la corsa inaugurale della Formula 1. Il 13 maggio, infatti, a Silverstone è andata in scena la 1° Edizione del Gran Premio di Gran Bretagna, al quale hanno preso parte 21 piloti, suddivisi in quattro costruttori diversi: le italiane Alfa Romeo e Maserati, le britanniche ERA e Alta e la francese Talbot. E la Ferrari? Il fondatore Enzo aveva scelto di far correre le proprie monoposto in un evento di Formula 2, per una mera questione economica. In Inghilterra, l’Alfa Romeo non ha avuto rivali: una tripletta da sogno, con trionfo di Nino Farina, seguito dal connazionale Luigi Fagioli e dal britannico Reg Parnell. Sfortuna, invece, per la quarta Alfa Romeo in pista, guidata dall’argentino Juan Manuel Fangio, tradito dal tubo dell’olio della sua 158.  Alla vigilia dell’appuntamento di Monaco, dunque, la classifica mondiale sorride a Farina, che comanda con tre punti di vantaggio su Fagioli e cinque su Parnell. Seguono i due piloti della Talbot, Yves Giraud-Cabantous e Louis Rosier.

 L’ESORDIO DEL CAVALLINO RAMPANTE

Il Gran Premio di Monaco 1950 rappresenta la gara d’esordio della Scuderia Ferrari nella massima categoria del motorsport. La casa di Maranello porta in pista tre 125, il primo modello di monoposto prodotto dalla Rossa. I piloti che rappresentano il Cavallino Rampante sono gli italiani Alberto Ascari e Luigi Villoresi e il francese Raymond Sommer.

 LE QUALIFICHE DI MONACO: ALFA ROMEO AL COMANDO

Il format di qualifica prevede due sessioni, la prima il giovedì e la seconda il sabato. Il giovedì tutto si svolge regolarmente. Il sabato, invece, il grave incidente della Maserati di Alfredo Piàn decreta la sospensione definitiva della sessione.

La griglia di partenza viene stabilita in questo modo: i piloti che al giovedì hanno ottenuto i primi cinque tempi mantengono la top 5; le posizioni di tutti gli altri vengono decise in base alla prestazione ottenuta durante la sessione del sabato.

Juan Manuel Fangio conquista così la prima pole position della sua carriera; completano la prima fila l’altro alfista Nino Farina e il pilota della Maserati José Froilàn Gonzàles. La terza Alfa Romeo, di Luigi Fagioli, è 5° alle spalle della Talbot di Philippe Etancelin. Al suo esordio, la Ferrari ottiene il 6° posto con Luigi Villoresi, il 7° con Alberto Ascari e il 9° con Raymond Sommer. 8° è, invece, il pilota di casa Louis Chiron, a bordo della sua Maserati.

LA GARA

Nel pomeriggio della domenica a Monte Carlo è tutto pronto per la disputa della 1° Edizione del Gran Premio di Monaco, sulla lunghezza prevista di 100 giri.

 Al via, Fangio tiene la prima posizione, mentre Villoresi è un mago e guadagna subito la 2°, davanti a Farina e Gonzàles. Proprio Farina e Gonzàles vengono a contatto alla curva del Tabaccaio; i piloti che sopraggiungono fanno il possibile per evitare l’incidente, ma inevitabilmente si innesca una carambola, che provoca il ritiro di dieci monoposto. Mentre Fangio, al 2° giro, passa indenne nella zona del Tabaccaio, Villoresi rimane bloccato dalle operazioni dei commissari e scivola in 9° posizione.

 La gara ha già un dominatore assoluto: Fangio è ormai irraggiungibile per tutti. Villoresi, invece, è autore di una rimonta furibonda: in 12 giri recupera fino alla 3° posizione. Al 30° giro si fa minaccioso alle spalle di Ascari. Tra i due ferraristi comincia un duello che regala spettacolo al pubblico sugli spalti: ad uscirne vincitore è proprio Villoresi, che sale così al 2° posto. Il compito del pilota milanese, ora, è di continuare a spingere come un dannato per tentare un recupero impossibile su Fangio, che però ha più di mezzo minuto di vantaggio. I sogni di rimonta di Villoresi, tuttavia, vanno in fumo al 63° giro: un problema alla trasmissione lo costringe al ritiro dalla corsa. Grazie al ritiro dell’italiano, Chiron sale in zona podio. Oltre al ritiro della Talbot di Étancelin a causa di una perdita d’olio, la gara non regala altri colpi di scena, con Fangio che si avvicina sempre di più al trionfo.

 Al 100° giro cala la bandiera a scacchi sul Circuit de Monaco: Juan Manuel Fangio vince la 1° Edizione del Gran Premio di Monaco e regala all’Alfa Romeo il secondo successo stagionale, grazie ad una gara da lui dominata in modo assoluto, durante la quale ha doppiato tutti gli avversari rimasti in pista. Fangio è il primo pilota nella storia della Formula 1 ad ottenere il Grand Chelem (pole position, giro veloce e vittoria del Gran Premio conducendo tutti i giri in testa). Alberto Ascari, con la 2° posizione, conquista il primo podio della storia della Ferrari, dando così origine alla gloria leggendaria del Cavallino Rampante. Louis Chiron, con la Maserati, sale sul podio nella sua gara di casa: per oltre 70 anni rimarrà l’unico monegasco ad aver conquistato un podio in Formula 1. A completare la zona punti sono Raymond Sommer, con la seconda Ferrari rimasta in pista, e il principe thailandese Bira, a bordo della Maserati.

Con la vittoria nel Principato, Fangio raggiunge Farina a pari punti in testa alla classifica piloti: la battaglia tra i due per la conquista del primo titolo mondiale della storia infiammerà tutta la stagione.

 IL FUTURO DI MONACO IN FORMULA 1

Dopo la prima Edizione del 1950, il Gran Premio di Monaco diventa un grande classico del Campionato di Formula 1, una delle tappe più iconiche dell’intero mondiale. La massima categoria del motorsport farà costantemente ritorno a Monte Carlo ogni anno, con le sole eccezioni del 1951, del 1953, del 1954 e del 2020, quando l’evento viene annullato a causa della pandemia da Covid-19.

Se potesse parlare, il Circuit de Monaco racconterebbe di imprese leggendarie, sorpassi impossibili, incidenti spettacolari, rimonte incredibili e, purtroppo, anche di incidenti molto gravi. A Monaco i più grandi piloti della Formula 1 hanno scritto pagine indelebili di storia, emozionando tutti gli appassionati del mondo con le loro magie, che mai verranno dimenticate. Per qualunque pilota, vincere il Gran Premio di Monaco significa coronare uno dei sogni della propria carriera ed entrare di diritto nella storia della Formula 1.

Insieme ad altre due competizioni automobilistiche leggendarie, la 24h di Le Mans e la 500 Miglia di Indianapolis (che, da tradizione, va in scena la stessa domenica della gara del Principato), il Gran Premio di Monaco costituisce la “Triple Crown”, un riconoscimento, puramente statistico ma estremamente prestigioso, assegnato al pilota che nel corso della sua carriera agonistica è riuscito a vincere tutte e tre le competizioni. L’unico pilota nella storia ad essere riuscito nell’impresa è stato Graham Hill.

Ma cosa rende il Gran Premio di Monaco così speciale anche a distanza di oltre 70 anni? Il fatto che, quando la Formula 1 fa tappa nel Principato, il tempo si ferma: questo circuito è l’unico che costringe le monoposto ad adattarsi ad un layout che non è mai cambiato, se non in piccoli dettagli. Le dimensioni delle monoposto di Formula 1 hanno raggiunto, negli anni, misure sempre più ampie, specialmente in termini di larghezza. In una pista dalla carreggiata così stretta, questo si traduce molto spesso in gare “noiose”, avare di sorpassi, tanto che il momento clou del weekend risulta essere la qualifica, durante la quale i piloti sfidano i limiti del possibile sfiorando i muretti e saltando sui marciapiedi.

Nonostante ciò, l’evento monegasco continua a riscuotere un successo incredibile tra gli appassionati: il valore storico e l’epicità del Gran Premio di Monaco valgono più di mille sorpassi.