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Appuntamento con la Storia: Gran Premio di Gran Bretagna 1950

Di Giovanni Nulchis

AGLI ALBORI DELLA LEGGENDA: NASCE LA FORMULA 1


 LE ORIGINI DELLE CORSE D’AUTO IN EUROPA E L’AVVENTO DELLA FORMULA 1

Sabato 13 maggio 1950. Il Silverstone Circuit ospita la 1° Edizione del Gran Premio di Gran Bretagna. È un evento storico: si tratta del primo Gran Premio valevole per il primo Campionato del Mondo di Formula 1 della storia.

 

Le origini delle corse di auto in Europa si possono far risalire agli ultimi decenni dell’800. Nel 1887, infatti, in Francia, il quotidiano “Le Vélocipède” organizza una gara automobilistica con partenza a Parigi e arrivo a Versailles. Tale corsa, però, non ottiene tanto successo, dato che a iscriversi è solo una vettura.

Quando, un po’ di anni dopo, viene organizzata un’altra corsa, ma stavolta con un premio in denaro dedicato al vincitore, gli iscritti salgono a 21, e la gara ottiene molta più visibilità, facendo emergere il grande potenziale degli eventi sportivi legati ai motori. Così, nasce l’Automobile Club de France, che si occupa della promozione di questi eventi, almeno fino al 1900, quando conclude la sua attività.

Dal 1906, le corse automobilistiche europee cominciano ad assumere la denominazione di “Gran Premi”. Ora, però, si rende necessaria la presenza di una regolamentazione, che stabilisca dei parametri importanti, quali: la lunghezza del percorso, le caratteristiche e la velocità delle vetture partecipanti e altri dettagli tecnici.

La prima regolamentazione “seria” si ha negli anni Venti del Novecento, quando l’Associazione Internazionale Automobile Club Riconosciuti (AIACR, antesignana dell’attuale FIA) crea la Formula Grand Prix, adottata principalmente per le gare in Europa. Durante questi anni, si mettono in mostra i più grandi assi del volante del momento, come Tazio Nuvolari, e le vetture tedesche dominano la scena.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1946 la Formula Grand Prix cambia denominazione in Formula A, con cui vengono disputati alcuni Gran Premi non validi per il titolo. Ma l’idea di organizzare un Campionato mondiale di automobilismo non tarda ad arrivare.

Nel 1948, la denominazione “Formula A” cambia in “Formula 1”, per via della nascita della Formula 2, categoria propedeutica. Nel 1949, vengono stabiliti i sette eventi che costituiranno il primo Campionato del Mondo di Formula 1; sei si corrono in Europa, mentre in calendario viene inclusa anche la statunitense 500 Miglia di Indianapolis, grazie al quale il neonato campionato può assumere il suo carattere mondiale. È il 13 maggio 1950 quando sul Silverstone Circuit, in Gran Bretagna, si corre il primo Gran Premio ufficiale della storia della Formula 1.

 LA NASCITA DEL MOTORSPORT BRITANNICO

In Gran Bretagna comincia a tirare vento di motorsport già all’inizio nel ‘900. Nel 1907, infatti, vicino alla cittadina di Weybridge, nel Surrey, viene inaugurato il circuito di Brooklands: è il primo impianto permanente europeo utilizzato esclusivamente per le corse automobilistiche, il secondo al mondo dopo quello statunitense di Milwaukee Mile. A Brooklands le gare di auto si svolgono fino al 1939: durante la guerra, infatti, il circuito viene convertito in una base militare e viene dato in gestione all’aeronautica militare inglese.

Negli anni della guerra, naturalmente, le competizioni automobilistiche vengono sospese; è proprio in questo periodo che, nei pressi del villaggio di Silverstone, viene realizzata una nuova base militare con aeroporto annesso, per rinforzare le difese della Gran Bretagna.

Al termine del conflitto, alcune delle basi militari cadono in disuso; il Royal Automobile Club, allora, decide di prenderle in gestione per trasformarle in circuiti automobilistici. Rispetto a Donington, ancora pieno di detriti bellici, e Brooklands, che ormai è stato dato in gestione all’aeronautica, Silverstone rappresenta l’alternativa più economica, se non addirittura l’unica, per continuare la tradizione delle corse d’auto. Jimmy Brown, un ex agricoltore, viene così incaricato di trasformare l’aeroporto in un autodromo. Il circuito viene inaugurato nel 1947 e annualmente ospita delle competizioni di carattere nazionale, fino all’avvento, nel 1950, della Formula 1.

 IL SILVERSTONE CIRCUIT

In un primo momento Jimmy Brown decide di sfruttare le tre piste d’atterraggio e le strade perimetrali che le collegano: ne deriva un circuito, delimitato da balle di fieno e barili di petrolio, estremamente veloce, ma anche molto pericoloso, soprattutto nel punto in cui le piste si incrociano.

Così, nel 1949 si decide di provare ad utilizzare soltanto le strade perimetrali in occasione del Daily Express International Trophy, una gara dominata dalla Ferrari, che monopolizza il podio con le tre 125 guidate da Ascari, Farina e Villoresi. Questa configurazione del circuito, costituita esclusivamente dalle strade perimetrali, convince gli organizzatori dell’evento e viene confermata anche per le successive edizioni.

Il Silverstone Circuit misura 4.649 metri ed è costituito da otto curve, cinque a destra e tre a sinistra, da percorrere in senso orario. Il traguardo è posizionato sul Farm Straight, al quale seguono due curve a destra, la Woodcote e la Copse. Tre curve in sequenza, Maggotts-Becketts-Chapel che immettono sull’Hangar Straight, un lungo rettilineo che porta alla Stowe. La Club e la Abbey concludono il giro, immettendo nuovamente le monoposto sul Farm Straight. Sono tutti nomi di curve che faranno la storia del motorsport.

 GLI ATTORI DEL GRAN PREMIO D’ESORDIO DELLA FORMULA 1

Alla prima tappa del mondiale si iscrivono la maggior parte delle scuderie più competitive del momento, guidate dai più forti piloti della scena. Grande assente è, però, la Scuderia Ferrari: Enzo Ferrari ha, infatti, deciso di iscrivere le sue monoposto ad una gara di categoria minore, a Mons, in Belgio, perché la ricompensa in denaro è più cospicua rispetto a quella offerta dagli inglesi.

L’Italia, comunque, è ben rappresentata dalle quattro 158 schierate dall’Alfa Romeo e guidate da Nino Farina, Juan Manuel Fangio, Luigi Fagioli e Reg Parnell e dalle sei Maserati guidate dal principe thailandese Bira, il barone svizzero Toulo de Graffenried, Louis Chiron, David Hampshire, David Murray e Joe Fry.

A rappresentare i colori britannici ci pensano la ERA, con quattro vetture, e la Alta, con due monoposto. La Francia, infine, vede come sua rappresentante la Talbot-Lago, con tre vetture.

Alla gara non prendono parte né piloti tedeschi né scuderie tedesche: la Germania è ancora bandita dalle corse automobilistiche, a causa degli strascichi della Seconda Guerra Mondiale.

Spettatori dell’evento, tra i 150.000 presenti, sono anche i membri della famiglia reale inglese: Giorgio VI è il primo monarca nella storia ad assistere ad una competizione motoristica.

 LE PRIME QUALIFICHE DELLA STORIA: UN DOMINIO TUTTO ITALIANO

Prima della disputa della gara, vanno in scena le prime qualifiche della storia della Formula 1, che stabiliscono la griglia di partenza del Gran Premio.

Come prevedibile, sono le Alfa Romeo a dominare la scena. La casa del Biscione piazza le sue quattro monoposto ai primi quattro posti in griglia. A conquistare la pole position è Farina, che batte di due decimi il tempo di Fagioli. Seguono Fangio e Parnell, distanziati dalla pole rispettivamente di due decimi e un secondo e quattro decimi.

Il migliore degli altri è il Principe Bira, 5° con la sua Maserati, davanti alle due Talbot-Lago dei francesi Yves Giraud Cabantous e Eugène Martin.

Male, invece, le monoposto delle scuderie britanniche: sono tutte fuori dalla top 10, fatta eccezione per la ERA del pilota di casa Peter Walker.

 LA GARA

Nel pomeriggio del sabato sul Silverstone Circuit è tutto pronto per la disputa della 1° Edizione del Gran Premio di Gran Bretagna, sulla lunghezza prevista di 70 giri.

 Il barone italiano Antonio Brivio dà il via alla corsa con la bandiera britannica. Farina scatta bene e mantiene il comando davanti ai suoi compagni di squadra. Ben presto risulta chiaro che la lotta per la vittoria è riservata ai piloti del Biscione: gli altri si devono accontentare della battaglia per il 5° posto, che Bira tiene stretto, davanti a de Graffenried.

 Al 2° giro si verifica il primo ritiro della storia: Leslie Johnson, partito 12° viene tradito dal compressore della sua ERA. Nel corso dello stesso passaggio, Farina fa registrare il giro record della gara, che gli vale anche un punto addizionale. Il calvario della ERA continua: al 5° giro, la vettura guidata in condivisione da Peter Walker e Tony Rolt si arrende per un guasto al cambio.

 Al 10° giro, Fagioli tenta l’attacco su Farina e si porta in testa. Conduce la gara per i successivi cinque giri, al termine dei quali subisce il contrattacco di Farina, che ripristina le posizioni iniziali. Alcuni giri dopo, le Alfa Romeo effettuano i loro rifornimenti; durante le soste ai box, Fangio supera Fagioli, portandosi al 2° posto. Mentre la Maserati di Murray si deve ritirare dalla gara a causa del surriscaldamento del motore, è lotta aperta tra i due piloti della Talbot-Lago: Giraud-Cabantous attacca Rosier per la 5° posizione.

 Nel corso dei giri, Fangio ha recuperato sempre più terreno su Farina. Al 60° giro gli è ormai incollato alle spalle e sta cercando l’attacco, quando, alla curva Stowe, commette un errore, esce dalla traiettoria ideale e va contro una balla di fieno. Per l’argentino, due giri dopo, sarà inevitabile il ritiro. Farina, liberatosi così della pressione di Fangio, può amministrare in tutta tranquillità il vantaggio su Fagioli.

 Al 70° giro cala la bandiera a scacchi sul Silverstone Circuit: Nino Farina vince la 1° Edizione del Gran Premio di Gran Bretagna, conquistando così, a 43 anni, la vittoria nella prima gara della storia della Formula 1. L’Alfa Romeo completa una tripletta da sogno, con il 2° posto di Luigi Fagioli e il 3° di Reg Parnell. Le due Talbot-Lago di Yves Giraud-Cabantous e Louis Rosier giungono al traguardo in 4° e 5° posizione, ma staccati di due giri dalle dominanti Alfa Romeo. Bruciante è la sconfitta per Juan Manuel Fangio, ma l’argentino avrà modo di rifarsi già il weekend successivo a Monte Carlo e negli anni successivi, diventando uno dei piloti più vincenti della storia.

 IL FUTURO DELLA GRAN BRETAGNA IN FORMULA 1

Dopo la prima gara in Gran Bretagna, come ben sappiamo, la Formula 1 ha continuato a scrivere la sua epica storia, diventando nel corso dei decenni, uno degli sport più amati e seguiti in tutto il mondo. Con i suoi sviluppi tecnologici, che sono stati via via sempre più sofisticati, è riuscita a mantenere un fascino unico, che perdura ancora oggi, a 75 anni esatti dalla sua nascita.

75 anni di velocità, di sfide eterne, di coraggio, di sorpassi impossibili, di imprese storiche, di trionfi e di sconfitte, di rivalità e di rispetto. E dopo 75 anni, eccoci ancora qua, guidati dalla passione e dal cuore, con l’entusiasmo alle stelle, pronti a godere ancora del grande spettacolo della Formula 1.

La Gran Bretagna è l’unico Paese del mondo, insieme all’Italia, ad aver ospitato ogni anno il Campionato del Mondo di Formula 1, dal 1950 ad oggi. Tuttavia, Silverstone, pur essendo probabilmente il luogo più iconico quando si parla di questo sport, non è sempre stata la sede del Gran Premio di Gran Bretagna.

Dal 1955 al 1987, quindi per oltre venti edizioni, si è alternata dapprima con l’Aintree Circuit, circuito semi-cittadino nelle vicinanze di Liverpool, e poi, a partire dal 1964, con il Brands Hatch Circuit, circuito permanente sito nei pressi di West Kingsdown, nella Contea del Kent. Dal 1988, Silverstone è tornata sede fissa del Gran Premio e continua ad esserlo ancora oggi, sebbene ci sia stato un tentativo, nel 2008, di portare la Formula 1 sul Donington Park.

Con il passare dei decenni, il Silverstone Circuit ha subìto varie e pesanti modifiche di layout per restare al passo coi tempi e con i progressi tecnici che hanno caratterizzato la Formula 1. Prima delle grandi modifiche apportate nel 1991, era uno dei circuiti più veloci del mondiale. La configurazione attuale, in uso dal 2011, misura 5.891 metri e si compone di 18 curve. Le classiche curve Copse, Maggotts, Becketts, Chapel e Stowe sono rimaste più o meno identiche dal 1950 ad oggi e rappresentano uno dei complex più leggendari della storia della Formula 1.

Quando la Formula 1 corre a Silverstone è sempre un’emozione unica: è un luogo sacro per il motorsport, che ha visto la nascita di una leggenda e non l’ha più abbandonata, accompagnandola durante tutto il suo straordinario percorso evolutivo.