Appuntamento con la Storia: Gran premio del Messico 1963
LA FORMULA 1 SBARCA IN MESSICO: IL DOMINIO ASSOLUTO DI JIM CLARK
LE ORIGINI DEL MOTORSPORT IN MESSICO: DALLA CARRERA PANAMERICANA ALLA NASCITA DEL MAGDALENA MIXHUCA
Domenica 03 Novembre 1963. Il Magdalena Mixhuca ospita la 1° Edizione del Gran Premio del Messico, 9° e penultimo round del Campionato del Mondo di Formula 1 1963.
Per trovare le origini del motorsport messicano dobbiamo fare un piccolo salto indietro nel tempo. Siamo nel 1950 quando i lavori per la costruzione del tratto messicano della Panamericana giungono finalmente al termine. Ora, una estesa rete stradale collega tutta l’America, fino al Messico. Si tratta di una grandissima innovazione per l’epoca, molto importante per gli spostamenti via terra all’interno del continente. Per celebrare questo risultato e per promuovere il commercio e il turismo, il governo messicano decide di istituire una competizione automobilistica da svolgersi lungo la Panamericana.
Nasce così la Carrera Panamericana, manifestazione sportiva che, fin dalla sua istituzione nel 1950, riscuote un successo enorme a livello mondiale, tanto da attirare l’attenzione di piloti e case automobilistiche non solo americane, ma anche europee. La Carrera Panamericana viene disputata annualmente fino al 1954.
Tuttavia, durante questi anni, troppi incidenti caratterizzano la gara (27 sono i morti, tra piloti e spettatori), e così, dopo sole cinque edizioni, nonostante l’enorme successo e la visibilità data al Paese, il governo messicano decide di cancellare definitivamente la manifestazione. Dal 1988 al 2010, sul medesimo percorso della Carrera Panamericana, vengono disputate gare di regolarità dedicate alle auto d’epoca: sono edizioni rievocative, per ricordare e celebrare il grande successo avuto dalla corsa nei suoi anni d’oro.
Seppur breve, il periodo d’oro della Carrera Panamericana ha un’importanza fondamentale per la crescita dell’interesse per il motorsport messicano. Contestualmente alla nascita di questa competizione, all’inizio degli anni ’50, Pedro Natalio Rodríguez, consigliere del presidente messicano Adolfo López Mateos, ha l’idea di realizzare un circuito automobilistico, così da fornire ai propri figli Pedro e Ricardo, entrambi già piloti di una certa fama, una pista nel loro Paese, sulla quale correre in casa. Pedro Natalio convince Mateos a supportare il suo progetto e, insieme all’ingegnere Gilberto Valenzuela, si lancia nella progettazione del nuovo autodromo, che sorgerà alla periferia di Città del Messico.
Il Magdalena Mixhuca viene inaugurato nel 1959 con una 500 Miglia, che viene vinta da Pedro Rodríguez, con il fratello Ricardo che arriva 3°. Ben presto in Messico fa visita anche la massima serie dell’automobilismo. Nel 1962, a Città del Messico si disputa una gara non valida per il campionato di Formula 1. La corsa viene dominata dalla Lotus di Jim Clark, ma purtroppo è ricordata anche per la scomparsa di uno dei due fratelli Rodríguez, Ricardo, che perde il controllo della sua Lotus 18 a causa di un guasto alla trasmissione.
Nonostante questa terribile tragedia, che vede protagonista proprio la famiglia Rodríguez, principale promotrice del circuito e dell’evento, il Gran Premio del Messico entra ufficialmente nel calendario del Campionato del Mondo di Formula 1 a partire dal 1963.
IL MAGDALENA MIXHUCA
Uno dei fattori che rende molto particolare il Magdalena Mixhuca è la sua posizione a oltre 2000 metri sul livello del mare. Ciò mette a dura prova piloti e monoposto, a causa dell’aria molto rarefatta.
Il circuito misura 5.000 metri ed è composto da 14 curve. È molto veloce e sfidante per i piloti, perché ai lunghi tratti rettilinei si contrappongono sezione più tortuose, formate da curve in successione, chicane e tornanti.
L’ultima curva del circuito è la Peraltada, una lunghissima sopraelevata destra che lancia le monoposto verso la Recta Principal, un rettilineo infinito, di oltre 1 km, dove è posta la linea del traguardo. La prima curva è una destra ampia, che si interrompe per lasciare spazio ad una chicane molto tecnica; il rettilineo che segue è la Recta Trasera, che precede un’altra chicane, la Ese del Lago. L’uscita della chicane porta in un breve allungo, che precede un tornante. Da qui comincia il tratto più caratteristico del circuito, uno snake estremamente tecnico formato da sei curve in successione. L’uscita dall’ultima curva dello snake immette nella Recta del Ovalo, un breve rettilineo che termina con l’ingresso della Peraltada.
IL CAMPIONATO DEL 1963: DOMINIO ASSOLUTO DI JIM CLARK
Dopo la sconfitta incassata nel 1962 per mano di Graham Hill e della BRM, Jim Clark e la Lotus si presentano ai nastri di partenza del 1963 più agguerriti che mai, e, in effetti, quel mondiale non ha storia. Clark e la sua Lotus 25 sono una cosa sola, un tutt’uno, una macchina da guerra inarrestabile.
La stagione, in realtà, non comincia nel migliore dei modi: lo scozzese, a Monaco, si deve accontentare dell’8° posizione, mentre a vincere è Hill, seguito dal compagno di squadra Richie Ginther e dalla Cooper di Bruce McLaren. Ma quella vissuta nel Principato, per gli avversari della Lotus, è soltanto una domenica di pura illusione.
Dal Gran Premio del Belgio in poi, Clark è sempre a podio: conquista cinque vittorie, in Belgio, Olanda, Francia, Gran Bretagna e Italia, mentre in Germania è 2°, dietro la Ferrari di John Surtees, e a Watkins Glen è 3°, alle spalle di Hill e Ginther, che portano a casa la doppietta BRM. Il trionfo di Monza consegna a Clark e alla Lotus il titolo mondiale, il primo in carriera per lo scozzese e il primo nella storia del team di Colin Chapman, con tre gare di anticipo.
La situazione in classifica vede, naturalmente, la prima posizione dei due campionati già assegnate a Clark e alla Lotus, ma la lotta per le posizioni alle loro spalle è ancora molto accesa. Grazie alla sua grande costanza nei risultati, Ginther è 2°, con 5 punti di vantaggio su Hill e Surtees, che si trovano appaiati in 3° posizione. Tra i costruttori, la BRM è 2°, con un discreto margine, 11 punti, sulla Ferrari. La Scuderia di Maranello, però, più di guardare ad una possibile lotta con la BRM, deve tenere sotto controllo la Cooper, distante 3 punti, e la Brabham, distante 6 punti.
LE QUALIFICHE DI CITTÀ DEL MESSICO: CLARK È IMBATTIBILE
Alla tappa messicana partecipano due piloti di casa: Moisés Solana, al volante di una BRM della Scuderia Centro Sud, e Pedro Rodríguez, a cui il team Lotus affida una vettura ufficiale.
Già dalle prime prove si capisce che anche qui in Messico non ci sarà storia. Clark riesce subito a trovare il limite della pista e con la sua Lotus inanella giri veloci su giri veloci. Nelle qualifiche del sabato, lo scozzese conquista, senza avversari, la sua 6° pole position in stagione: è record per la storia della Formula 1.
Con la Ferrari, Surtees è 2°, in prima fila con Clark, seppur staccato di 1,7 secondi dal tempo del Campione del Mondo. La seconda fila è occupata da Hill e dalla Brabham di Dan Gurney, mentre Ginther è 5°, davanti alla Cooper di McLaren e alla Ferrari di Lorenzo Bandini. Il primo pilota messicano è Solana, 11°, alle spalle di Jack Brabham. Pedro Rodríguez ha, invece, affrontato una qualifica molto complicata, a causa di un guasto al carburatore: partirà 21°, davanti soltanto alla ATS di Giancarlo Baghetti.
LA GARA
Nel pomeriggio del sabato sul Magdalena Mixhuca è tutto pronto per la disputa della 1° Edizione del Gran Premio del Messico, sulla lunghezza prevista di 65 giri.
Al via, Clark tiene la leadership seguito da Surtees. Partenza disastrosa, invece, per Hill, che sbaglia ad inserire una marcia e scivola in 8° posizione. Alle spalle di Surtees si inserisce Gurney, seguito da McLaren, Ginther e Brabham.
Clark prende subito il largo, vola via, con un ritmo insostenibile per tutti. Alle sue spalle, invece, la battaglia è più accesa che mai. Al 2° giro, Gurney prende la 2° posizione a Surtees; poco dopo, Ginther supera McLaren per la 4° posizione. Brabham, nel frattempo, recupera due posizioni ai danni di McLaren e Ginther, e si mette all’inseguimento della Ferrari di Surtees.
Al 15° giro, dalla gomma posteriore sinistra della Rossa del britannico esce del fumo e Brabham lo passa. Surtees rientra ai box per alzare la pressione delle gomme, ma i meccanici spingono a mano la Ferrari per riaccendere il motore. L’azione è vietata dal regolamento e Surtees viene squalificato dalla gara.
Mentre McLaren è costretto al ritiro per un problema al motore, Brabham si avvicina sempre più velocemente al compagno di squadra Gurney e lo supera al 34° giro, salendo in 2° posizione, alle spalle dell’imprendibile Clark. La vettura di Gurney soffre di problemi alla pressione del carburante, che comincia ad essere troppo incostante. Il pilota della BRM è costretto a rallentare il suo ritmo, venendo sopravanzato anche da Ghinter, Hill e Bonnier: scivola 6°, ai margini della zona punti.
Al 65° giro cala la bandiera a scacchi sul Magdalena Mixhuca: Jim Clark vince la 1° Edizione del Gran Premio del Messico, con oltre un minimo e 40 secondi di vantaggio sulla Brabham di Jack Brabham. Un dominio totale da parte del pilota Lotus, che conquista la 6° vittoria stagionale e il 3° Grand Chelem del 1963. A completare il podio è Richie Ginther, che precede la BRM del suo compagno di squadra Graham Hill. Dan Gurney è, invece, solo 6°, dietro la Cooper di Jo Bonnier. Sfortunati i due piloti di casa, entrambi ritirati dalla corsa: Pedro Rodríguez al 25° giro, a causa del cedimento di una sospensione della sua Lotus; Moisés Solana al 57° giro, per un problema al motore della sua BRM. Grazie a questi risultati, Ginther rafforza la sua 2° posizione in campionato, ma sarà destinato a perderla a favore di Hill a causa del ritiro in Sudafrica, all’ultima gara. La BRM, invece, conquista matematicamente il 2° posto tra i costruttori, lasciando Brabham e Ferrari a lottare per la 3° posizione.
IL FUTURO DEL MESSICO IN FORMULA 1
Dopo l’edizione inaugurale del 1963, il Gran Premio del Messico rimane in calendario per altre sette stagioni, fino al 1970. Data la sua posizione nella fase finale del campionato, è la gara che assegna i titoli mondiali a John Surtees nel 1964 con la Ferrari bianca e blu, e a Denny Hulme nel 1967 e Graham Hill nel 1968, entrambi con la Lotus. Nel 1965 Richie Ginther conquista la prima vittoria in Formula 1 per sé e per la Honda. Per l’americano sarà l’unica vittoria nel mondiale.
Durante quegli anni, però, c’è un grosso problema chiamato sicurezza: l’evento è talmente popolare in Messico che il pubblico si riversa in massa per seguire la gara, ben oltre i limiti consentiti dal sistema di sicurezza del circuito. Nel 1970 si rischia davvero la tragedia, e così la FIA decide che la Formula 1 non farà più ritorno in Messico, almeno fino a quando non verranno adottate le misure di sicurezza adeguate.
Nel 1972, intanto, anche Pedro Rodríguez, purtroppo, perde la vita, a seguito di un incidente durante una gara in Germania. Il circuito di Città del Messico viene, allora, intitolato alla memoria dei due fratelli scomparsi, diventando Autòdromo Hermanos Rodríguez.
Il circuito ospita diverse competizioni nazionali e, saltuariamente, la IndyCar, ma contestualmente si lavora per consentire il ritorno della Formula 1. Viene migliorato il sistema di sicurezza e viene anche modificato il layout della pista, con la sostituzione della prima curva con una serie di cambi di direzione.
Grazie a queste azioni di rinnovamento, il Messico ottiene di nuovo la presenza della Formula 1 a partire dal 1986 e fino al 1992. Proprio nel 1986, Gerhard Berger conquista la prima vittoria in Formula 1 per sé e per la Benetton. Nel 1990 Alain Prost vince la gara con la Ferrari grazie ad una splendida rimonta, mentre Nigel Mansell si esibisce in un sorpasso da antologia su Berger, all’esterno della Peraltada. Nel 1992, infine, il futuro Campione del Mondo Michael Schumacher conquista in Messico, con la Benetton, il primo podio della sua leggendaria carriera.
Tuttavia, ancora una volta gravi problematiche minano il futuro del Gran Premio del Messico. L’asfalto del circuito versa in condizioni critiche, ma soprattutto Città del Messico sta vivendo un periodo difficile, tra sovrappopolamento e inquinamento dirompente. La Formula 1 non è più una priorità e così il circus abbandona il Messico, forse definitivamente. L’Autòdromo Hermanos Rodríguez rischia di cadere nel dimenticatoio. All’interno di esso viene addirittura costruito uno stadio da baseball, il Foro Sol, che ospita le partite dei Diablos Rojos.
Cosa salva, allora, l’Autòdromo Hermanos Rodríguez dal dimenticatoio? Nei primi anni 2000, la Stock Car decide di fare tappa in Messico, per via della presenza di alcuni piloti messicani nella categoria. Il circuito necessita di alcuni adeguamenti, sia al tracciato sia al sistema di sicurezza. Questo dà modo all’autodromo di rinascere, ma ancora l’aria di Formula 1 è lontana.
Verso la metà degli anni ’10 del 2000, all’interno del circus sta crescendo la fama di due piloti messicani, Esteban Gutierrez e, soprattutto, Sergio Perez. La Formula 1, così, non si fa sfuggire l’occasione e annuncia il ritorno del Gran Premio del Messico a partire dalla stagione 2015. Il layout del circuito rimane pressoché identico, tranne il fatto che il tratto della Peraltada viene sostituito da un passaggio molto suggestivo all’interno del Foro Sol. Il podio non viene posizionato, come di consueto, davanti alla tribuna del rettilineo principale, ma all’interno del Foro Sol. Questa mossa si rivela un grandissimo successo: le cerimonie del podio di Città del Messico sono tra le più spettacolari del mondiale.
Nel 2016, lungo il rettilineo principale, Valtteri Bottas con la Williams fa registrare il record di velocità per una monoposto di Formula 1: 372,5 km/h. La gara del 2016, inoltre, è caratterizzata dal duello fratricida tra Sebastian Vettel e i due piloti della Red Bull, Daniel Ricciardo e Max Verstappen. Nei due anni successivi, invece, il round messicano torna a decidere i mondiali: Lewis Hamilton si laurea Campione del Mondo con la Mercedes, rispettivamente per la quarta e la quinta volta in carriera, al termine della sfida mondiale con il ferrarista Sebastian Vettel. Nel 2020, a causa della pandemia da Covid-19, l’evento non si svolge, mentre dal 2021 cambia denominazione in Gran Premio di Città del Messico, per doveri di sponsorizzazione.
Max Verstappen è il pilota che ha conquistato più vittorie nella storia all’Autòdromo Hermanos Rodríguez, con cinque affermazioni (2017, 2018, 2021, 2022 e 2023). A spezzare la striscia di vittorie consecutive dell’olandese è stato Carlos Sainz con la Ferrari nel 2024.