LA FORMULA 1 NELLA
FORESTA DELLE ARDENNE: NASCE IL MITO DI SPA-FRANCORCHAMPS
LA NASCITA
DEL CIRCUITO DI SPA-FRANCORCHAMPS E LE PRIME GARE
Domenica 18
giugno 1950. Il Circuit National de Francorchamps ospita la 1° Edizione del
Gran Premio del Belgio, 5° e terz’ultimo round del primo Campionato del Mondo
di Formula 1 della storia.
Le origini del
motorsport in terra belga risalgono ai primi anni ’20. Jules de Their,
proprietario del giornale “La Meuse”, e Henri Langlois Van Ophem, presidente
del RACB (Royal Automobile Club Belgium), progettano insieme il primo circuito
automobilistico del Belgio. Il circuito è realizzato attraverso l’unione delle
tre strade statali che collegano le cittadine di Malmedy, Stavelot e
Francorchamps, ai confini con la municipalità di Spa, e viene inaugurato nel
1922. Due anni dopo, nel 1924 il circuito è teatro della 1° Edizione della 24H
di Spa, mentre l’anno seguente comincia ad essere la sede del Gran Premio del
Belgio, una tappa della Formula Grand Prix. Dal 1925 al 1949, la Formula Grand
Prix corre a Spa per nove anni, con delle pause causate, tra le altre ragioni,
dallo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Durante questo
periodo, il circuito viene sottoposto a diverse modifiche di layout, con il
dichiarato obiettivo di fare di esso una delle piste più veloci d’Europa. La
modifica più importante è l’eliminazione della lenta curva Ancienne Douane,
sostituita con una veloce e ripida successione di curve in salita, con un
dislivello di 24 metri da percorrere in appena 240 metri di pista: nasce così
la mitica sezione dell’Eau Rouge-Radillion. Il nome “Eau Rouge” deriva dal
fiume che scorre sotto la curva. Un’altra modifica che rende più veloce il
circuito è la sostituzione del “tornante di Stavelot” con un curvone rapido e
leggermente sopraelevato.
Siamo ormai
alle porte del 1950, anno di nascita del Campionato del Mondo di Formula 1, e
il Gran Premio del Belgio viene scelto come una delle sette tappe che
costituiscono il nuovo mondiale.
IL CIRCUIT
NATIONAL DE FRANCORCHAMPS
Il Circuit
National de Francorchamps, nella configurazione del 1950, è uno dei circuiti
più lunghi e veloci al mondo. Con i suoi 14.120 metri da percorrere in senso
orario e un dislivello di 104 metri, rappresenta un’autentica sfida e un
impegnativo banco di prova per i piloti automobilistici: a Spa si vede davvero
la differenza tra i veri assi del volante e tutti gli altri piloti.
La linea di
partenza è posta poco prima della sezione Eau Rouge-Radillion, a cui segue il
rettilineo del Kemmel e una piega a sinistra, denominata “Les Combes”, dove
comincia una ripida discesa che continua fino alla sezione finale del circuito.
La chicane Masta precede la curva Holowell-Stavelot, la quale immette in un
tratto da percorrere in pieno che porta fino alla curva Blanchimont. Dopodiché,
uno stretto tornante a destra, denominato “La Source”, è l’ultima curva del
circuito e precede il rettilineo del traguardo.
Tutti i nomi
delle curve e dei rettilinei che abbiamo appena citato faranno la storia della
Formula 1, teatri di leggendarie battaglie per la gloria.
IL
CAMPIONATO DEL 1950: LA FORMULA 1 NEL SEGNO DEL BISCIONE
Il Gran Premio
del Belgio è il 5° round della stagione di Formula 1 1950, campionato
cominciato un mese prima, a metà maggio, in Gran Bretagna, e che sta vedendo un
predominio totale da parte della casa milanese Alfa Romeo. Le monoposto del
Biscione stanno, infatti, sbaragliando la concorrenza a suon di vittorie,
grazie alla superiorità tecnica dell’Alfa 158 e alla guida di veri e propri
assi del volante, come Nino Farina, Luigi Fagioli e, soprattutto, l’argentino
Juan Manuel Fangio, un pilota che possiede una visione tattica superiore alla
media.
Fatta eccezione
per la 500 Miglia di Indianapolis, alla quale non partecipa quasi nessun pilota
e nessun team europeo, l’Alfa Romeo ha finora vinto tutte e tre le gare
disputate in Europa. Farina si è aggiudicato il Gran Premio di Gran Bretagna e
il Gran Premio di Svizzera, mentre Fangio si è imposto a Monaco, dominando
davanti all’esordiente Ferrari di Alberto Ascari.
Per gli altri
team, compreso il Cavallino Rampante, non resta altro che mangiare la polvere e
cercare di sfruttare situazioni particolari per agguantare quantomeno il podio,
proprio come ha fatto Ascari a Monaco.
Alla vigilia
dell’appuntamento belga, Farina, fresco della vittoria in Svizzera, comanda la
classifica piloti, con 6 punti di vantaggio su Fagioli, mentre Fangio,
ritiratosi sia in Gran Bretagna sia in Svizzera, risulta più attardato, con 9
punti da recuperare sul leader. Il primo dei piloti Ferrari è Ascari, 5°, a
pari punti con lo statunitense Bill Holland (che ha partecipato però solo alla
500 Miglia di Indianapolis) e il francese della Talbot-Lago Louis Rosier.
I
PARTECIPANTI ALL’EVENTO E LE QUALIFICHE DI SPA
Aderiscono al
round di Spa-Francorchamps solo 14 piloti. Presenti, ovviamente, Fangio, Farina
e Fagioli con le tre dominanti Alfa Romeo 158, mentre la Ferrari schiera due
monoposto: una 125 supercompressa, affidata alla guida di Luigi Villoresi e una
275 aspirata, affidata ad Alberto Ascari. La francese Talbot-Lago schiera
invece ben sette monoposto, cinque sotto la gestione del team ufficiale e le
altre due dell’unica scuderia privata presente a Spa, la Écurie Belge, per la
quale corre il pilota di casa Johnny Claes.
Le qualifiche
del sabato sono, come da pronostico, dominate dalle Alfa Romeo, ma la battaglia
per la prima posizione è accesissima. Farina e Fangio si scambiano più volte la
migliore prestazione, fino a segnare clamorosamente lo stesso tempo a fine
sessione, un risultato sorprendente considerata la lunghezza del circuito.
Avendo fatto segnare il tempo prima di Fangio, Farina si aggiudica la pole
position, la seconda della sua carriera dopo quella ottenuta in Gran Bretagna.
Fangio, perciò, si accontenta della 2° posizione, davanti a Fagioli, che chiude
la tripletta Alfa. Con la Ferrari, Villoresi fa segnare lo stesso tempo del
francese della Talbot Raymond Sommer, conquistando la 4° posizione, mentre
Ascari, con l’altra Ferrari, è 7°, dietro anche alla seconda Talbot, guidata da
Philippe Étancelin.
Con questa
situazione di griglia, più di 100.000 spettatori sparsi lungo tutto il circuito
attendono l’inizio della gara, l’inizio di una nuova battaglia per il titolo
mondiale tra Nino Farina e Juan Manuel Fangio.
LA GARA
Nel pomeriggio
della domenica sul Circuit National de Francorchamps è tutto pronto per la
disputa della 1° Edizione del Gran Premio del Belgio, sulla lunghezza prevista
di 35 giri.
Al via, Fangio
scatta bene e tiene la 1° posizione davanti a Farina, mentre Villoresi riesce a
portare l’attacco su Fagioli. Al 2° giro, tuttavia, il pilota Ferrari nulla può
contro lo strapotere dell’Alfa: Fagioli torna 3°, ricompattando la tripletta del
Biscione.
Le Alfa Romeo,
da questo momento, fanno gara a sé: dopo soli 5 giri hanno un vantaggio così
ampio rispetto al resto del gruppo, che dai box arriva l’invito a rallentare un
po’ il ritmo per preservare le vetture. Mentre Villoresi tiene per il momento a
bada gli attacchi di Sommer, Ascari, a causa di un problema ad uno pneumatico,
è costretto a una sosta ai box molto anticipata: quando torna in pista è solo
10°.
Davanti, si
infiamma il duello tra Fangio e Farina, con l’argentino che non riesce a
scrollarsi di dosso la presenza del suo compagno di squadra. Al 7° giro,
l’italiano sferra l’attacco e conquista la leadership della gara. Al giro
successivo invece è Sommer ad entrare in azione: il francese supera la Ferrari
di Villoresi e si pone come primo inseguitore delle Alfa Romeo.
Tra il 12° e il
13° giro, le Alfa effettuano il primo round di rifornimenti. Sommer, allora,
passa in testa, con l’obiettivo di spingere come un dannato per estendere
quanto più possibile il suo vantaggio e ritardare la sua sosta. Ben poco, però,
può fare il francese contro la potenza del Biscione: presto, Farina e Fangio
raggiungono la Talbot e tornano in testa. Sommer, come se non bastasse, al 20°
giro, è costretto al ritiro per un problema al motore; in precedenza, si erano
ritirati anche Giraud-Cabantous e Étancelin.
Liberatisi
della presenza di Sommer, Farina e Fangio possono ora riprendere il loro
duello: l’argentino scavalca l’italiano e si porta in testa. Nonostante il
ritiro di Sommer, la Talbot può ancora contare sulla gara di Rosier. Il
francese, infatti, con una bellissima rimonta, scavalca Ascari e Villoresi e si
porta in 4° posizione.
La seconda
sosta ai box per le Alfa non cambia le posizioni in testa: Fangio è sempre al
comando, davanti a Farina e Fagioli. A sei giri dal termine della gara, però,
sul circuito di Spa comincia a cadere una leggera pioggia. Questo sembra
favorire Fangio, che incrementa il suo vantaggio, mentre Farina comincia ad
avere problemi alla trasmissione, tanto che negli ultimi giri è costretto a
cedere il passo sia a Fagioli sia a Rosier. Fangio, intanto, vola indisturbato
verso il trionfo.
Al 35° giro
cala la bandiera a scacchi sul Circuit National de Francorchamps: Juan Manuel
Fangio vince la 1° Edizione del Gran Premio del Belgio, cogliendo il suo
secondo trionfo in carriera dopo quello ottenuto a Monaco. Luigi Fagioli
completa la doppietta Alfa Romeo, mentre Louis Rosier conquista il suo secondo
podio consecutivo dopo quello della Svizzera. Per lui e per la Talbot-Lago sarà
l’ultimo podio in Formula 1; 4°, invece, arriva Nino Farina, con la terza Alfa Romeo,
davanti alle due Ferrari di Alberto Ascari e Luigi Villoresi. Con questo
risultato, Fangio si porta a soli quattro punti di distacco da Farina in
classifica piloti, quando mancano soltanto due gare al termine del campionato:
la battaglia è più accesa che mai.
IL FUTURO
DEL BELGIO IN FORMULA 1
Dopo l’edizione
inaugurale del 1950, il Gran Premio del Belgio viene confermato anche per le
stagioni successive, diventando una tappa fissa del calendario della Formula 1.
Con le sole eccezioni del 1957, 1959, 1969 e 1971 l’evento si svolge
annualmente sul circuito di Spa-Francorchamps, che, nel corso degli anni,
subisce varie modifiche nel tentativo di adattarsi agli standard di sicurezza
sempre più rigidi della Formula 1, pur nei limiti di un tracciato che utilizza
strade per la viabilità ordinaria. E infatti tali modifiche non sono
sufficienti a convincere i piloti a continuare a correre a Spa: sono gli anni
dell’avvento degli alettoni e affrontare curve ampie con velocità di
percorrenza elevate non è il massimo della sicurezza.
Così, il Gran
Premio del Belgio cambia sede: dapprima si ha un’alternanza tra il moderno ma
anonimo circuito di Nivelles e il circuito di Zolder, e poi quest’ultimo
diventa sede stabile fino al 1982, edizione ricordata, purtroppo, per
l’incidente fatale di Gilles Villeneuve. A Zolder si corre per l’ultima volta
nel 1984. Nel frattempo, a Spa si lavora alla realizzazione di un nuovo
circuito semi-permanente, che sfrutta ancora alcuni tratti di strade statali,
ma è molto più corto rispetto a quello originale e, soprattutto, molto più
conforme agli standard di sicurezza imposti dalla Formula 1. Nel nuovo
circuito, la linea di partenza viene posizionata nel rettilineo prima della
Source, mentre originariamente si trovava subito prima della curva Eau
Rouge-Raidillon. Ciò, unito al fatto che il circuito di Zolder è ormai
diventato troppo pericoloso, permette il ritorno della Formula 1 a Spa nel
1983, dopo 13 anni dall’ultima edizione, e in pianta stabile dal 1985 fino ad
oggi. Nel corso degli anni, il circuito è stato sottoposto ad ulteriori
modifiche, anche di recentissima data.
Nel 2019,
durante una gara di Formula 2, il giovane pilota francese Anthoine Hubert perde
la vita in un terribile incidente nel tratto dell’Eau Rouge-Raidillon. Questo
episodio porta alla modifica di una delle curve più iconiche del mondiale, che
mantiene comunque la sua essenza e tutto il suo fascino. Altre modifiche di
layout hanno compreso la prima curva, la Source, e l’ultima curva, la chicane
Bus Stop, oltre all’aggiunta di ghiaia nelle vie di fuga. Oggi, con i suoi
7.004 metri di lunghezza, è il circuito più lungo del calendario della Formula
1.
Nonostante
tutte queste modifiche, che hanno di fatto stravolto il suo disegno originale,
il Circuit National de Francorchamps è considerato ancora oggi una delle piste
più belle al mondo, un circuito dove il pilota può fare davvero la differenza.
Non è un caso che venga definito da appassionati e addetti ai lavori come
“l’università della Formula 1”, proprio per la varietà delle sue curve e i suoi
spettacolari dislivelli, che mettono a dura prova le qualità di guida dei
piloti e le qualità tecniche delle monoposto.
Ne sanno
qualcosa grandi campioni come Michael Schumacher (che detiene il record di
vittorie a Spa, 6, e che proprio a Spa, nel 2004, ha conquistato il suo 7° e
ultimo titolo mondiale), Ayrton Senna, Lewis Hamilton, Jim Clark, Kimi
Raikkonen, che hanno scritto pagine di storia costruendo imprese
indimenticabili.
Nel 2000, un
pilota che non abbiamo ancora citato ma anch’esso un grande campione, Mika
Hakkinen, si è esibito nel sorpasso forse più spettacolare della storia della
Formula 1: nel rettilineo del Kemmel, ha sorpreso Schumacher all’interno quando
il tedesco stava per doppiare Zonta; il pilota brasiliano della BAR si è così
trovato nel bel mezzo di una sfida incredibile per la vittoria, sverniciato a
destra e a sinistra da due fulmini. Indimenticabile è anche la pazza gara del
1998, caratterizzata dalla spettacolare carambola al via che ha coinvolto 13
vetture, dallo scontro Schumacher-Coulthard e dalla splendida doppietta della
Jordan, con il trionfo di Damon Hill davanti a Ralf Schumacher.
Spa-Francorchamps
è un luogo magico, un luogo intriso di storia, un luogo che incorona leggende:
un luogo che è leggenda e che non smette mai di regalare emozioni. Per un
pilota, vincere a Spa significa entrare di diritto nell’olimpo della Formula 1.